Criminali di novembre

Criminali di novembre (in tedesco Novemberverbrecher) è lo slogan con cui i nazionalisti tedeschi definirono i politici che avevano fatto uscire la Germania dalla prima guerra mondiale. I nazionalisti tedeschi erano sdegnati per il fatto che la Repubblica di Weimar a maggioranza socialdemocratica aveva accettato il Trattato di Versailles.

I nazionalisti ed i capi militari addossarono la colpa, oltre che ai socialdemocratici, anche ai comunisti ed agli ebrei. I "criminali di novembre", sostenevano i nazionalisti, li avevano "pugnalati alle spalle" sul fronte interno, criticando la causa del nazionalismo tedesco e non mostrandosi sostenitori abbastanza entusiasti di quest'ultimo. Essi, in definitiva, avrebbero tradito il popolo tedesco.

Riprendendo la tesi di John Wheeler-Bennett, in Wooden Titan: Hindenburg (1936), William L. Shirer, nella sua Storia del Terzo Reich, attribuisce un importante ruolo, nella genesi della teoria della "pugnalata alle spalle", a due generali britannici. Nel 1919, Sir Frederick Maurice aveva pubblicato The Last Four Years, un saggio sull'ultimo periodo di guerra, che molta stampa tedesca, a dispetto delle smentite dello stesso autore, aveva interpretato come un'attribuzione della responsabilità della resa al fronte interno e ai socialisti. La definizione "pugnalata alla schiena" era, poi, stata utilizzata dal generale Malcom, capo della missione militare britannica a Berlino, per rendere il senso di alcune affermazioni di Ludendorff, nel corso di una conversazione avuta con lui. Ludendorff l'aveva entusiasticamente fatta propria.[1]

Era stato comunque lo stesso feldmaresciallo, il 28 settembre 1918, ad esprimersi a favore di un armistizio immediato e la sua richiesta era stata comunicata il 2 ottobre al Consiglio della Corona, presieduto dal Kaiser Guglielmo II, da Paul von Hindenburg.[2] Col compito di trattare la resa, fu insediato qualche giorno dopo il governo a partecipazione socialista, presieduto dall'aristocratico liberale Massimiliano di Baden.[1]

Adolf Hitler, creando il mito della corporazione ebraico-bolscevica che intendeva, secondo il futuro Führer, dominare il mondo, ideò i primi punti del programma politico nazista. Come dimostrò poi il successo nazista nelle elezioni seguenti alla grande depressione, la lotta di Hitler contro i criminali di novembre riuscì perfettamente. Hitler poté così instaurare la dittatura.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b William L.Shirer, "Storia del Terzo Reich", Giulio Einaudi editore, Torino, 1990.
  2. ^ "L'esercito non può attendere altre 48 ore". Cit. in "Storia del Terzo Reich".

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]