Cratone della Tanzania

Localizzazione approssimata dei cratoni del Mesoproterozoico (età superiore a 1,3 miliardi di anni) in Africa e Sud America.

Il cratone della Tanzania è una porzione molto antica e stabile della litosfera continentale posizionata nella Tanzania centrale. Alcune rocce hanno un'età superiore a 3 miliardi di anni.[1]

Posizione[modifica | modifica wikitesto]

Il cratone della Tanzania forma la parte più alta del plateau dell'Africa orientale.[2]
Il cratone è circondato da cinture mobili del Proterozoico con differenti età e gradi di metamorfismo, che includono i sistemi Ubendiano, Usagarano, Karagwe-Ankoleano e Bukobano. La cintura del Mozambico è situata a est.[3] Il cratone fa da separazione tra il ramo orientale e quello occidentale del rift dell'Africa orientale.[2]

La porzione meridionale del rift di Gregory termina contro il cratone. L'area vulcanica di questo rift copre la superficie di interfaccia tra la cintura orogenetica del Mozambico e il cratone della Tanzania.[1] Al di sotto del cratone è presente un superplume.[4][5] Un effetto indiretto del vulcanismo associato al rift e al mantle plume nel cratone della Tanzania è l'alto livello di nutrienti presenti nel suolo del Serengeti derivanti dalla cenere vulcanica dell'Ol Doinyo Lengai.[6]

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Il cratone consiste principalmente di differenti terrane di metasedimenti e di complessi granitici dell'Archeano, ma include anche rocce del sistema di Dodoma (il più antico) nella zona centrale oltre al Nyanzano e il Kavirondiano; c'è inoltre qualche cintura di rocce verdi a sud e a est del Lago Vittoria, intruse da graniti e migmatizzate nel corso di vari eventi che risalgono a 2,9 2,7 2,4 e 1,85 miliardi di anni fa.[1] Sono stati trovati gneiss, scisti, migmatite, anfibolite e granulite. Ci sono ampie intrusioni di kimberlite risalenti al Cretacico, prevalentemente nella porzione del cratone al di sotto del lago Vittoria.[3] Includono il camino kimberlitico della miniera di Mwadui nella Tanzania centrale.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Dawson, 2008.
  2. ^ a b Dawson, 2008.
  3. ^ a b GEOLOGICAL FRAMEWORK AND REGIONAL METALLOGENY OF TANZANIA (PDF), su kilimanjarominingcompany.com, Kilimanjaro Mining Company. URL consultato il 28 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2012).
  4. ^ Mantle transition zone thinning beneath eastern Africa: Evidence for a whole-mantle superplume structure, in Geophysical Research Letters, vol. 40, n. 14, 28 luglio 2013, pp. 3562–3566, DOI:10.1002/grl.50694/abstract. URL consultato il 4 agosto 2017. Ospitato su Wiley Online Library.
  5. ^ Figure 13: Simplified sketch of the Tanzanian craton lithosphere..., in ResearchGate, aprile 2015. URL consultato il 4 agosto 2017.
  6. ^ The Strangest Volcanoes In The World – A Non-Official List, su volcanocafe.org, 28 marzo 2017. URL consultato il 4 agosto 2017.
  7. ^ van Straaten, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]