Costanza d'Altavilla

Disambiguazione – Se stai cercando la zia, regina consorte del re d'Italia Corrado di Lorena e figlia di Ruggero I di Sicilia (1082–1138), vedi Costanza d'Altavilla (moglie di Corrado di Lorena).
Costanza d'Altavilla
La regina e imperatrice Costanza in una miniatura tratta dal De mulieribus claris
Regina di Sicilia
Stemma
Stemma
In carica25 dicembre 1194 –
28 settembre 1197
PredecessoreGuglielmo III di Sicilia
SuccessoreFederico II di Svevia
Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero
(formalmente Imperatrice dei Romani)
In carica27 gennaio 1186 –
28 settembre 1197
PredecessoreBeatrice di Borgogna
SuccessoreBeatrice di Svevia
Reggente di Sicilia
In carica28 settembre 1197 –
27 novembre 1198
(per il figlio Federico II)
Altri titoliRegina consorte d'Italia
NascitaPalermo, 2 novembre 1154
MortePalermo, 27 novembre 1198
SepolturaCattedrale di Palermo
Luogo di sepolturaPalermo
Casa realeAltavilla
PadreRuggero II di Sicilia
MadreBeatrice di Rethel
ConsorteEnrico VI di Svevia
FigliFederico
ReligioneCattolicesimo

Costanza d'Altavilla, o Costanza I di Sicilia (Palermo, 2 novembre 1154Palermo, 27 novembre 1198), ultima regina della Casa d'Altavilla, è stata: regina sovrana di Sicilia, in quanto erede designata del nipote Guglielmo II di Sicilia e reggente del medesimo regno, per conto del figlio Federico II di Svevia; imperatrice consorte (come moglie di Enrico VI di Svevia).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Enrico VI e Costanza
(Liber ad honorem Augusti, Pietro da Eboli, 1196)

«Quest'è la luce della Gran Costanza
che del secondo vento di Soave
generò 'l terzo e l'ultima possanza»

Costanza era figlia postuma di Ruggero II re di Sicilia e della sua terza moglie Beatrice di Rethel: alla nascita non presumibile erede al trono.

Secondo una variegata tradizione cronachistica di matrice "guelfa", trasmessa da Giovanni Villani e poi ripresa da Dante e da altri, Costanza avrebbe manifestato in gioventù interesse per la vita monastica o addirittura sarebbe entrata in un convento[1]. Tuttavia di questa presunta scelta manca qualsiasi riscontro reale; quello che è certo è che Costanza all'età di trent'anni era ancora nubile, e per il suo rango di principessa la cosa poteva sembrare al tempo piuttosto irrituale. Marco Santagata propende per la tesi che Costanza d'Altavilla avesse segretamente scelto la vita monastica[2], ma l'ipotesi non è basata su alcuna fonte.

Il matrimonio con Enrico di Svevia[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 ottobre 1184, ad Augusta, fu accordato il suo fidanzamento con Enrico VI di Svevia, figlio dell'imperatore Federico Barbarossa. Nell'estate del 1185 Costanza lasciò Palermo per recarsi a Milano, dove dovevano celebrarsi le nozze, accompagnata da un fastoso corteo di principi e baroni. Enrico la accompagnò fino a Salerno, dove dovette lasciarla per recarsi in Germania per i funerali della madre.[3] Il 23 agosto 1185, per il valore simbolico e politico che aveva l'approvazione da parte della Chiesa nella prima città oltre i confini del Regno di Sicilia incontrata sul percorso, si tenne a Rieti una prima celebrazione del matrimonio, alla presenza di una delegazione imperiale in rappresentanza di Enrico.[4] Il matrimonio fu poi ripetuto a Milano il 27 gennaio 1186.

La disputa tra Tancredi e Costanza[modifica | modifica wikitesto]

La cattura di Costanza a Salerno

Nel 1189 Guglielmo II, in punto di morte, non avendo discendenti diretti avrebbe indicato la zia Costanza, sorella di suo padre e figlia di Ruggero II, come erede e obbligato i cavalieri a giurarle fedeltà, cercando così di appianare le divergenze che opponevano la nobiltà siciliana e il clero alla casata straniera degli Hohenstaufen.

Infatti i baroni e il papato non amavano gli svevi e la loro politica, che consideravano poco influenzabile ed eccessivamente autoritaria, e preferirono eleggere re di Sicilia Tancredi, cugino di Guglielmo II e figlio naturale di Ruggero III duca di Puglia; suo nonno era Ruggero II e sua zia la stessa principessa Costanza, solo di un anno più giovane di lui.[5] La scelta cadde proprio su Tancredi perché era riuscito a ottenere una certa stima come comandante militare ed era l'unico discendente maschio, per quanto illegittimo, di stirpe normanna. Inoltre, essendo l'imperatore Federico Barbarossa impegnato nella crociata in Terra Santa, Enrico VI e Costanza furono costretti a rimanere nel regno di Germania allora in una situazione particolarmente delicata e a distogliere l'attenzione dalla Sicilia. In questo contesto, nel novembre del 1189, Tancredi fu incoronato a Palermo re di Sicilia. Il papa Clemente III, che non vedeva di buon occhio un unico sovrano della casata degli Hohenstaufen dalla Germania alla Sicilia, approvò e riconobbe l'elezione.

Quando Enrico nel 1191 succedette al padre sul trono imperiale partì subito per la conquista della Sicilia, sostenuto anche dalla flotta pisana, da sempre fedele all'imperatore. Tuttavia la flotta siciliana di Tancredi riuscì a battere la marineria pisana e l'esercito di Enrico, a causa di una serie di eventi sfortunati (fra tutti una pestilenza), fu decimato. Tancredi riuscì anche a catturare e imprigionare Costanza a Salerno. Per il rilascio dell'imperatrice il re normanno pretese che Enrico scendesse a patti con un accordo di tregua. Pensò quindi di consegnare Costanza al papa Celestino III che si era offerto quale mediatore; durante il viaggio verso Roma, però, il convoglio fu attaccato da una guarnigione sveva e l'imperatrice liberata.

Nel febbraio del 1194 Tancredi morì e gli succedette così sul trono Guglielmo III, di soli nove anni, con la reggenza della madre Sibilla di Medania.

Il regno di Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Costanza di Sicilia (dettaglio di una miniatura del Liber ad honorem Augusti.
Nascita di Federico II. Dal ms della Cronica di Giovanni Villani
Il sarcofago di Costanza nella cattedrale di Palermo

In questo contesto, Enrico tornò in Italia e riuscì a sottomettere in poco tempo il regno di Sicilia. Il 20 novembre entrò a Palermo[6] e il 25 dicembre 1194 fu incoronato re di Sicilia nella cattedrale di Palermo, innanzi Sibilla e il piccolo Guglielmo III di Sicilia, ultimo della stirpe d'Altavilla, cui venne offerta in cambio la contea di Lecce, ma che dopo pochi giorni saranno accusati di complotto e deportati in Germania[7]. Il Venerdì Santo del 1196, Costanza convocò Gioacchino da Fiore a Palermo per confessarsi nella Cappella Palatina. Inizialmente sedeva su un trono, ma quando Gioacchino le disse: "Giacché io ora rappresento Cristo e tu la Maddalena penitente, scendi dal trono, inginocchiati e confessati con umiltà, altrimenti non posso ascoltarti". La Regina dunque si alzò e si inginocchiò davanti a Gioacchino da Fiore[8].

La nascita di Federico II[modifica | modifica wikitesto]

Il giorno seguente, in procinto di giungere in Sicilia dalla Germania, Costanza diede alla luce a Jesi il futuro Federico II di Svevia. La nascita del figlio di Costanza era importante per la successione del regno di Sicilia, ma fu avvolta da dicerie e illazioni: Federico fu considerato da alcuni detrattori l'Anticristo, che una leggenda medievale sosteneva sarebbe nato da una vecchia monaca: Costanza d'Altavilla al momento del parto aveva quaranta anni e, prima del matrimonio, si diceva, aveva vissuto in un convento. Inoltre a causa dell'età avanzata molti non credevano alla gravidanza di Costanza. Per questo motivo, secondo la narrazione di alcuni cronisti, sarebbe stato allestito un baldacchino al centro della piazza di Jesi dove Costanza partorì pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita del futuro imperatore. Villani nella sua Cronica scriverà[9]:

«Quando la 'mperatrice Costanza era grossa di Federigo, s'avea sospetto in Cicilia e per tutto il reame di Puglia, che per la sua grande etade potesse esser grossa; per la qual cosa quando venne a partorire fece tendere un padiglione in su la piazza di Palermo e mandò bando che qual donna volesse v'andasse a vederla; e molte ve n'andarono e vidono, e però cessò il sospetto»

La reggenza e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Sigillo con l'effigie di Costanza

Costanza fu così regina consorte di Sicilia dal 1194 alla scomparsa del marito. Dal marzo del 1195 alla fine del 1196 fu reggente del regno per la partenza del marito per la Germania.[10]

Nel novembre 1197 Enrico di Svevia morì a Messina, dopo una malattia contratta durante l'assedio di Castrogiovanni: le circostanze misteriose hanno spesso fatto sorgere dubbi anche su un eventuale avvelenamento ordito dalla stessa moglie. Il fatto, però, non è stato mai storicamente documentato.

Costanza comunque assunse il ruolo di tutrice di Federico II e reggente del regno. Poco prima di morire mise lo stesso figlio sotto la tutela del papa Innocenzo III: un atto al momento politicamente assai accorto ma che non mancò di suscitare più tardi problemi di non facile soluzione.

Costanza morì, quarantaquattrenne, il 27 novembre 1198. Reggente del regno per il figlio Federico, che aveva allora quasi quattro anni di età, fu il Papa. Fu sepolta nella cattedrale di Palermo, vicino al sarcofago del padre Ruggero II.

Costanza d'Altavilla nei media[modifica | modifica wikitesto]

Costanza d'Altavilla è presente in una scena nel film su Gioacchino da Fiore 'Il Monaco che vinse l'Apocalisse" di Jordan River. A interpretare la regina e imperatrice Costanza d'Altavilla è l'attrice Elisabetta Pellini[11].

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Regno di Sicilia
Altavilla

Ruggero II
Guglielmo I
Figli
Guglielmo II
Tancredi
Figli
Ruggero III
Guglielmo III
Costanza
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Tancredi d'Altavilla  
 
 
Ruggero I di Sicilia  
Frisenda di Rouen Riccardo I di Normandia  
 
 
Ruggero II di Sicilia  
Manfredo del Vasto Teuto di Savona  
 
Berta di Torino  
Adelaide del Vasto  
 
 
 
Costanza d'Altavilla  
Eudes di Vitry  
 
 
Gunther di Rethel  
Matilde di Rethel  
 
 
Beatrice di Rethel  
Goffredo I di Namur Alberto III di Namur  
 
Ida di Sassonia  
Beatrice di Namur  
Ermesinda di Lussemburgo Enrico IV di Lussemburgo  
 
Agnese di Gheldria  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fulvio Delle Donne, L’elaborazione dell’immagine di Costanza d’Altavilla nel Due e Trecento. Incroci di tradizioni tra cronache meridionali e centro-settentrionali, tra Dante e Boccaccio, su Reti Medievali. Rivista, 21 (2020), pp. 127-143. URL consultato il 27 gennaio 2022.
  2. ^ Marco Santagata, Le donne di Dante, il Mulino (2021)
  3. ^ COSTANZA d'Altavilla, imperatrice e regina di Sicilia, su Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984). URL consultato il 13 dicembre 2015.
  4. ^ GLI EVENTI, su Rieti 2000. URL consultato il 13 dicembre 2015.
  5. ^ Costanza d’Altavilla da monaca a regina | www.palermoviva.it, su palermoviva.it, 19 marzo 2021. URL consultato il 23 marzo 2021.
  6. ^ Wolfgang Stürner, Federico II e l'apogeo dell'impero, Salerno editrice, Roma, 1999, p. 103.
  7. ^ John Julius Norwich, Il regno del sole. I Normanni nel Sud 1130-1194, Mursia, Milano 1972, pagina 428
  8. ^ Florense, Gioacchino da Fiore e Costanza d’Altavilla, su florense.it. URL consultato il 18 novembre 2022.
  9. ^ Da considerare che tutto il brano di Villani è infarcito di clamorose inesattezze: Costanza era zia di Guglielmo e non sorella (serocchia); le nozze si svolsero a Milano e non a Roma; Costanza si sposò a 32 anni e non a 50; partorì a 40 anni e non a 52; la nascita avvenne nella piazza di Jesi e non a Palermo. In base a queste considerazioni la critica attuale tende pertanto a considerare come frutto della fantasia popolare anche gli altri riferimenti di Villani relativi alla sua presunta monacazione e all'episodio della tenda di Jesi (cfr. i recenti studi di H. Houben, F. Delle Donne ecc.).
  10. ^ Costanza d'Altavilla, in Federiciana, su treccani.it.
  11. ^ Così la forza di Gioacchino da Fiore ha conquistato la mia Costanza d’Altavilla, su corrieredellacalabria.it. URL consultato il 18 novembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN309728649 · ISNI (EN0000 0000 5535 5723 · BAV 495/16767 · CERL cnp00555729 · LCCN (ENn85108509 · GND (DE118565222 · BNF (FRcb120327908 (data) · J9U (ENHE987007454613305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85108509