Consolatio

La consolatio (equivalente latino dell'italiano "consolazione") è una tipologia di testo utilizzata per confortare qualcuno per la perdita di una persona cara; può realizzarsi principalmente nella forma di un'orazione, di un trattato filosofico, di un poema o di un'epistola.

Questo genere letterario è riconoscibile da una serie di tematiche e di topoi distintivi.[1] Era uno dei più popolari generi della retorica classica[2][3] e ricevette nuova linfa durante l'umanesimo rinascimentale.

Caratteristiche del genere[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche di questo genere sono: l'utilizzo di exempla di uomini illustri che hanno già reagito in modo esemplare alla morte; l'elencazione di precetti e temi morali come la fugacità del tempo, la precarietà della vita, la morte come destino ineluttabile dell'uomo; l'invito a dedicarsi agli studi e alla lettura in modo da non pensare al motivo della propria tristezza.

La consolatio nell'antichità[modifica | modifica wikitesto]

Tra le più notevoli consolationes antiche integralmente superstiti si segnalano tre opere di Seneca (Consolatio ad Marciam, Ad Polybium de consolatione, Ad Helviam matrem de consolatione) e il De consolatione philosophiae di Severino Boezio.

La consolatio nell'umanesimo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ J. H. D. Scourfield, Consoling Heliodorus: A Commentary on Jerome, Letter 60, Clarendon Press, 1993, pp. 15–22, ISBN 978-0-19-814722-0.
  2. ^ Ernst Robert Curtius, European Literature and the Latin Middle Ages, trans. W.R. Trask (Princeton: 1953) section 5.1 Topics of Consolatory Oratory pp.80-2
  3. ^ Petrie, Graham (1970) "A Rhetorical Topic in 'Tristram Shandy' ", Modern Language Review, Vol. 65, No. 2, April 1970, p. 262

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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