Consiglio FIFA

Consiglio FIFA
FIFA Executive Committee
Sede centraleBandiera della Svizzera Zurigo
PresidenteBandiera della Svizzera Gianni Infantino
Lingue ufficialiInglese, Francese, Spagnolo, Tedesco
[[1] Sito web]

Il Consiglio FIFA (FIFA Council), fino al 2016 denominato Comitato Esecutivo FIFA (FIFA Executive Commitee), è un istituto della Fédération Internationale de Football Association. È il principale organo decisionale dell'organizzazione e i suoi membri sono eletti dal congresso FIFA.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

György Szepesi è stato presidente dal 1982 al 1994.

L'attuale presidente è Gianni Infantino

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il Consiglio è composto da un presidente, otto vicepresidenti e 15 membri, nominati dalle confederazioni e dalle associazioni. Si riunisce almeno due volte l'anno, e ogni membro, compreso il presidente, ha un mandato di quattro anni. Il loro ruolo comprende la determinazione delle date, i luoghi e il formato di tornei, nominare i delegati FIFA all'IFAB e la elezione e revoca del segretario generale. Esso è composto dai seguenti rappresentanti[1]:

  • CONMEBOL: un vicepresidente e quattro membri
  • AFC : un vicepresidente e sei membri
  • UEFA: tre vicepresidenti e sei membri
  • CAF: un vicepresidente e sei membri
  • CONCACAF: un vicepresidente e quattro membri
  • OFC: un vicepresidente e due membri
  • FA, SFA, FAW e IFA: un vicepresidente

Membri[modifica | modifica wikitesto]

Composizione Consiglio FIFA
Presidente
Gianni Infantino
Bandiera della Svizzera / Bandiera dell'Italia
Vice Presidenti
AFC
(Asia)
UEFA
(Europa)
CAF
(Africa)
CONCACAF
(Nord America)
CONMEBOL
(Sud America)
OFC
(Oceania)
Salman Bin Ibrahim Al-Khalifa
Bandiera del Bahrein
Senior
Aleksander Čeferin
Bandiera della Slovenia
Sándor Csányi
Bandiera dell'Ungheria
David Martin
Bandiera dell'Irlanda del Nord
Patrice Motsepe
Bandiera del Sudafrica
Victor Montagliani
Bandiera del Canada
Alejandro Domínguez
Bandiera del Paraguay
Lambert Maltock
Bandiera di Vanuatu
Membri
AFC
(Asia)
UEFA
(Europa)
CAF
(Africa)
CONCACAF
(Nord America)
CONMEBOL
(Sud America)
OFC
(Oceania)
Hamad bin Khalifa Al Thani
Bandiera del Qatar
Evelina Christillin
Bandiera dell'Italia
Hany Abo Rida
Bandiera dell'Egitto
Sonia Bien-Aime
Bandiera di Turks e Caicos
Ramón Jesurún
Bandiera della Colombia
Rajesh Patel
Bandiera delle Figi
Yasser Al Misehal
Bandiera dell'Arabia Saudita
Bernd Neuendorf
Bandiera della Germania
Fouzi Lekjaa
Bandiera del Marocco
Pedro Chaluja
Bandiera di Panama
Maria Sol Muñoz
Bandiera dell'Ecuador
Johanna Wood
Bandiera della Nuova Zelanda
Mariano Araneta
Bandiera delle Filippine
Giorgos Koumas
Bandiera di Cipro
Mamoutou Touré
Bandiera del Mali
Yon de Luisa
Bandiera del Messico
Ednaldo Rodrigues
Bandiera del Brasile
Kanya Keomany
Bandiera del Laos
Fernando Gomes
Bandiera del Portogallo
Amaju Pinnick
Bandiera della Nigeria
Luis Hernández
Bandiera di Cuba
Ignacio Alonso
Bandiera dell'Uruguay
Datuk Haji Hamidin Bin Haji Mohd Amin
Bandiera della Malaysia
Dejan Savićević
Bandiera del Montenegro
Mathurin de Chacus
Bandiera del Benin
Kozo Tashima
Bandiera del Giappone
Răzvan Burleanu
Bandiera della Romania
Isha Johansen
Bandiera della Sierra Leone
Segretario generale
Fatma Samoura
Bandiera del Senegal

Corruzione[modifica | modifica wikitesto]

Adamu, finito nella bufera nel 2010, mentre parla con un giornalista inglese

Nel novembre 2010 due membri, Reynald Temarii e Amos Adamu, sono stati banditi rispettivamente per uno e tre anni per corruzione. Ad accusarli il Sunday Times, che aveva scoperto che entrambi avevano cercato di vendere il loro voto nella scelta della sede per i mondiali del 2018 e del 2022. In seguito il comitato passò da 24 a 22 membri[2].

Il 25 maggio 2011 il membro Chuck Blazer accusò Jack Warner e Mohamed bin Hammam, candidato alla presidenza della FIFA, di aver offerto tangenti ai membri della CONCACAF. Bin Hammam ha dovuto ritirare la candidatura, facendo così vincere il rivale Blatter.

Pochi giorni dopo, il 31 maggio, il decano Julio Grondona affermò, in un'intervista alla stampa tedesca, di aver sostenuto la candidatura del Qatar perché "[...] votare per gli Stati Uniti è come votare per l'Inghilterra, e ciò non va bene. Se vogliono il mio voto, devono restituirci le Falkland, che sono nostre [...]"[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata (PDF), su fifa.com. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2018).
  2. ^ The World Cup in their hands: Who are the Fifa 22?, BBC Sport, 2 dicembre 2010. URL consultato il 2 dicembre 2010.
  3. ^ espn.com, su soccernet.espn.go.com. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2012).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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