Concorso (ordinamento italiano)

Voce principale: Concorso.

Il concorso, nell'ordinamento italiano, è la principale modalità di accesso agli impieghi della pubblica amministrazione.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

I principi cui rispondono i concorsi pubblici vengono esplicitamente citati nel Testo unico del pubblico impiego[1] e possono essere sintetizzati in:

  • adeguata pubblicità alla selezione e metodi di svolgimento che ne garantiscano un iter rapido e improntato all'economicità
  • adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti
  • rispetto delle pari opportunità
  • decentramento della procedura, ovvero l'utilizzo di sedi geograficamente decentrate per consentire la più alta partecipazione
  • commissioni composte da membri autorevoli e indipendenti
  • possibilità di richiedere il possesso del titolo di dottore di ricerca o del master universitario di secondo livello o l'essere stati titolari per almeno due anni di contratti di ricerca

Il fondamento normativo[modifica | modifica wikitesto]

La costituzione della Repubblica Italiana prescrive il superamento di un concorso:

Delle due disposizioni, la seconda non ammette eccezioni, fuorché quelle indicate nei due commi successivi dello stesso art. 106; la prima, invece, consente alla legge di stabilire eccezioni. In merito, la giurisprudenza in tema ha affermato che in un ordinamento democratico - che affida all'azione dell'amministrazione, separata nettamente da quella di governo (politica per definizione), il perseguimento delle finalità pubbliche obiettivate dall'ordinamento - il concorso pubblico, quale meccanismo di selezione tecnica e neutrale dei più capaci, resta il metodo migliore per la provvista di organi chiamati a esercitare le proprie funzioni in condizioni d'imparzialità e al servizio esclusivo dello Stato. Valore, quest'ultimo, in relazione al quale il principio posto dall'art. 97 Cost. impone che l'esame del merito sia indipendente da ogni considerazione connessa alle condizioni personali dei vari concorrenti.[3]

Deroghe alla regola del concorso, da parte del legislatore, sono ammissibili soltanto nei limiti segnati dall'esigenza di garantire il buon andamento dell'amministrazione o di attuare altri principi di rilievo costituzionale, che possano assumere importanza per la peculiarità degli uffici di volta in volta considerati: ad esempio, quando si tratti di uffici destinati in modo diretto alla collaborazione con gli organi politici o al supporto dei medesimi.[4]

Disciplina generale[modifica | modifica wikitesto]

Le modalità di svolgimento dei concorsi e dell'accesso agli impieghi sono rispettivamente disciplinati dal D.P.R. 3 maggio 1957 n. 686 e dal Decreto del presidente della Repubblica 9 maggio 1994 n. 487, mentre disposizioni generali sono contenute nel d.lgs 30 marzo 2001, n. 165. Per quanto invece attiene al personale del settore sanitario, i concorsi di tale settore sono disciplinati dal D.P.R. n. 220/2001 (per il personale non dirigenziale) e per dal D.P.R. 483/1997 (per il personale dirigenziale). I concorsi pubblici per le assunzioni nelle amministrazioni dello Stato e nelle aziende autonome si espletano di norma a livello regionale.[5] I concorsi possono essere per titoli ed esami, solo per titoli o solo per esami (per l'ingresso nella magistratura italiana). La durata delle graduatorie per l'assunzione di personale presso le pubbliche amministrazioni italiane è di 2 anni dalla data di pubblicazione, fatti salvi i periodi di vigenza inferiori previsti da leggi regionali[6]. A norma del TUEL, per gli enti locali la durata delle graduatorie è fissata in 3 anni dalla data di pubblicazione[7], sebbene ai sensi del TUEL stesso si applichino agli enti locali le stesse disposizioni del d.lgs. 165/2001[8], il quale prevede, come detto, una validità di due anni. Ai sensi della legge 15 maggio 1997, n. 127 la partecipazione a concorsi indetti dalla pubblica amministrazione non è soggetta a limiti di età, salvo eventuali deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o a oggettive necessità.[9]

Sono emanati con un atto denominato bando di concorso pubblicati, fino al 1° novembre 2022, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, la quale, a partire dall'anzidetta data, ha cominciato progressivamente a cedere le sue funzioni al nuovo Portale del reclutamento inPA. Quest'ultimo, anche in forza della cosiddetta "riforma dei concorsi" di cui al DPR 16 giugno 2023, n. 82, è diventato il portale unico obbligatorio nell'ambito della pubblicazione dei bandi di concorso[10]. Generalmente è stabilita una preferenza di legge secondo la normativa vigente per alcune specifiche categorie: ciò comporta che, a parità di merito dei normali criteri selettivi del concorso, alcune categorie possano usufruire di criteri preferenziali di accesso ai posti oggetto di concorso. Ai sensi del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5 - convertito in legge 4 aprile 2012, n. 35 - le domande per partecipare a concorsi banditi da enti centrali della pubblica amministrazione italiana e delle forze armate italiane a decorrere dal 30 giugno 2012 devono essere presentate esclusivamente online, sebbene la circolare del ministero per la funzione pubblica del 3 settembre 2010, n. 12 ha precisato che si possa utilizzare anche una casella di posta elettronica certificata.[11] Ai sensi del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 - convertito con modificazioni in legge 30 ottobre 2013, n. 125 - a decorrere decorrere dal 1º gennaio 2014, il reclutamento dei dirigenti e delle figure professionali comuni a tutte la pubblica amministrazione italiana si svolge mediante concorsi pubblici unici, su base regionale. I concorsi unici sono organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, ferme restando le norma circa la disciplina del corso-concorso bandito dalla scuola nazionale dell'amministrazione ai sensi del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 70.[12] La direttiva del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione del 3 aprile 2018 ha emenato linee guida per l'organizzazione e lo svolgimento dei concorsi, stabilendo la centralizzazione per quelli relativi alla selezione del personale nelle amministrazioni centrali; la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per l'anno 2019) ha disposto che le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale le pubbliche amministrazioni italiane siano utilizzate esclusivamente per la copertura dei posti messi a concorso.[13] Il bando può stabilire che vengano riconosciuti e valutati i titoli, anche se ai sensi della legge 19 giugno 2019, n. 56 l'attribuzione di un punteggio eventualmente stabilito dal bando, riguardo a essi non può essere superiore a un terzo del punteggio complessivo attribuibile.[14]

Dopo la conclusione di un concorso, è ordinariamente previsto che i vincitori siano sottoposti a un periodo di prova, terminato il quale sono automaticamente confermati in servizio oppure no, qualora intervenga la volontà dell'ente di recedere.

Limiti alla partecipazione[modifica | modifica wikitesto]

In ottemperanza al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE)[15], il Testo unico stabilisce che "i cittadini degli Stati membri dell'Unione europea (...) possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale".[16]

Tale disposizione è da intendersi riferita ai cosiddetti poteri di stampo pubblicistico che implichino coercizione e autorità e costituisce, pertanto, una limitazione della partecipazione da parte dei cittadini non italiani ai concorsi pubblici.

Le fasi[modifica | modifica wikitesto]

I vari momenti nello svolgimento possono essere sinteticamente schematizzate:

  1. Un ente decide di avviare il concorso, stabilendo requisiti e modalità per la presentazione delle candidature, nonché criteri e modalità per la valutazione dei candidati e la formazione della graduatoria finale;
  2. al concorso e alle regole del suo svolgimento viene data adeguata pubblicità, per dar modo a tutti coloro che possiedono i requisiti di presentare la candidatura (quelli che la presentano sono detti candidati o concorrenti);
  3. le candidature vengono sottoposte a un primo vaglio, escludendo quelle che non possiedono i requisiti o non sono state presentate nelle forme stabilite;
  4. si procede, ove prevista, alla valutazione dei titoli presentati da ciascun candidato, che possono consistere in titoli di studio o esperienze lavorative pregresse, pubblicazioni letterarie di vario tipo
  5. ove siano previsti esami, i candidati sono sottoposti a prove di vario genere, che possono consistere in dissertazioni scritte su temi prestabiliti, risposte a quiz, colloqui durante i quali devono rispondere a domande poste oralmente, attività pratiche che simulano quelle da svolgere nelle posizioni a concorso;
  6. sulla base dalle valutazioni attribuite in ciascuna prova d'esame e ai titoli, viene formata, secondo i criteri prefissati, una graduatoria che elenca i candidati ritenuti idonei a ricoprire le posizioni a concorso e li ordina secondo la maggiore idoneità;
  7. vengono selezionati coloro che sono meglio collocati nella graduatoria, in numero pari ai posti da assegnare; può essere stabilito che la graduatoria resti in vigore per un certo tempo, potendo così essere utilizzata per assegnare gli ulteriori posti che divenissero successivamente disponibili. I vincitori del concorso così selezionati sono, quindi, un sottoinsieme degli idonei; d'altra parte, questi ultimi, in base all'esito del concorso, potrebbero essere in numero minore dei posti da assegnare, nel qual caso resterebbero posti vacanti.

Eccezioni[modifica | modifica wikitesto]

Alla procedura ordinaria di accesso tramite concorso vi sono talune eccezioni stabilite con legge o consolidatesi per giurisprudenza.

Categorie protette[modifica | modifica wikitesto]

Rientrano in questa categoria i disabili e gli organi di vittime del dovere e del terrorismo. È previsto che l'assunzione di questo tipo di personale avvenga per chiamata numerica attraverso i Centri per l'impiego oppure, in taluni casi tassativamente normati, per chiamata diretta.

Personale con il titolo della scuola dell'obbligo[modifica | modifica wikitesto]

Gli inquadramenti gerarchicamente più bassi, che richiedono il titolo di accesso della scuola dell'obbligo, avvengono anch'essi tramite avviamento numerico tramite i Centri per l'impiego.

Stabilizzazione[modifica | modifica wikitesto]

La cosiddetta stabilizzazione di personale precario è ammessa, con rigorosi limiti, da parte della giustizia amministrativa che ha sancito, pur identificando il concorso pubblico come la forma di reclutamento generale ed ordinaria, come la pubblica amministrazione possa prevedere "percentuali rigorose entro cui si danno selezioni mirate a favore d’una platea astrattamente predefinita, che ha già dato lunga e reiterata prova di servizio e verso cui finora non v’erano state certi e tempestivi metodi di reclutamento ordinario".[17] Tale previsione rientra nel principio di buon andamento della pubblica amministrazione e assolve al diritto di tutti i cittadini di accedere agli uffici pubblici.

Scorrimento[modifica | modifica wikitesto]

In base al principio di economicità e di buon andamento, le pubbliche amministrazioni hanno la facoltà di utilizzare le graduatorie derivanti dai concorsi anche dopo il termine della procedura, purché le stesse siano ancora in vigore ai sensi di legge. Questo meccanismo è noto come scorrimento e consente di proporre un contratto di lavoro anche agli idonei non vincitori, qualora vi siano ulteriori unità da coprire nel fabbisogno assunzionale. In merito ai posti vacanti, si ritiene prevalentemente in giurisprudenza che la modalità preferibile per la loro copertura sia appunto quella dello scorrimento[18], fatte salve le eccezioni che derivano da una modifica del profilo professionale del personale[19], che giustificano quindi un nuovo concorso, o dalla necessità di indire concorsi periodicamente[20].

Limiti allo scorrimento[modifica | modifica wikitesto]

Con decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75 (mediaticamente noto come Decreto PA bis), convertito con modifiche in Legge 10 agosto 2023, n. 112, è stato riformulato l'art. 35 comma 5-ter del Testo unico del pubblico impiego, introducendo una disposizione che impone che siano considerati idonei "i candidati collocati nella graduatoria finale dopo l'ultimo candidato vincitore, in numero non superiore al 20 per cento dei posti messi a concorso". Questa disposizione è stata giornalisticamente definita in modo emblematico come "norma taglia-idonei", anche con riferimento alla precedente formulazione di cui al decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 convertito in legge 21 giugno 2023, n. 74[21]; compare anche in documenti ufficiali della pubblica amministrazione[22].

Il così novellato art. 35 comma 5-ter TUPI prevede peraltro delle eccezioni all'applicazione della norma taglia-idonei, di seguito elencate:

  • concorsi del personale sanitario e socio-sanitario
  • concorsi del personale educativo e scolastico, compreso quello impiegato nei servizi educativo-scolastici gestiti direttamente dai comuni e dalle unioni di comuni, e dei ricercatori
  • concorsi del personale in regime di diritto pubblico (art. 3 d.lgs. 165/2001)
  • concorsi banditi dalle regioni, dalle province, dagli enti locali che prevedano un numero di posti messi a concorso non superiore a venti unità
  • concorsi banditi dai comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti
  • selezioni per l'assunzione di personale a tempo determinato

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

C'è stato chi ha criticato la natura poco innovativa di questo metodo di ingresso nell'amministrazione pubblica, come ad esempio riportato da Raffaele Cantone durante la sua presidenza all'ANAC riguardo al comparto universitario,[23] che privilegerebbe profili nozionistici inadeguati anche nella selezione del personale docente in Italia per la didattica nella scuola italiana.[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Decreto legislativo 30 2001, n. 165, articolo 35, in materia di "Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche"
  2. ^ Art. 106 - La costituzione italiana [collegamento interrotto], su ms-mms.hubscuola.it.
  3. ^ Rolando Vivaldi e Luca Busico Le collaborazioni coordinate e continuative nelle amministrazioni pubbliche da lexitalia.it, n. 11/2003.
  4. ^ Come statuito nella sentenza della Corte costituzionale della Repubblica Italiana 4 gennaio 1999, n. 1
  5. ^ Art. 35 comma 5 d.lgs 30 marzo 2001, n. 165.
  6. ^ Art. 35 comma 5-ter d. lgs 30 marzo 2001, n. 165
  7. ^ Decreto legislativo 18 2000, n. 267, articolo 91, in materia di "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"
  8. ^ 18 2000, n. 267, articolo 88, in materia di "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"
  9. ^ Art. 3 comma 6 legge 15 maggio 1997, n. 127
  10. ^ Decreto del presidente della Repubblica 16 2023, n. 82, articolo 1, in materia di "Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, concernente norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalita' di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi"
  11. ^ Semplificazione e concorsi pubblici, domande di ammissione in via telematica da diritto.it, 30 gennaio 2012, su decretosemplificazioni.diritto.it. URL consultato il 12 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2014).
  12. ^ Art. 3 comma 3-quinquies della legge 30 ottobre 2013, n. 125.
  13. ^ Art. 1 comma 361 legge 30 dicembre 2018, n. 145
  14. ^ Art. 3 comma 6 lett. a) punto 7) legge 19 giugno 2019, n. 56, su edizionieuropee.it.
  15. ^ Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, art. 45 § 4
  16. ^ Decreto legislativo 30 2001, n. 165, articolo 38, in materia di "Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche"
  17. ^ Consiglio di Stato, Sezione Sesta, sentenza 23 dicembre 2020, n. 8275
  18. ^ Consiglio di Stato, Sezione Quarta, sentenza 18 settembre 2017, n. 4353
  19. ^ Consiglio di Stato, Sezione Quarta, sentenza 6 luglio 2017, n. 3329
  20. ^ Consiglio di Stato, Sezione Quarta, sentenza 24 agosto 2017, n. 4057
  21. ^ Lorena Loiacono, Roma, addio concorsi: «Costosi e non servono a trovare il personale», in Leggo, 16 febbraio 2024. URL consultato il 7 marzo 2024.
  22. ^ Selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di complessive 3970 unità per l’area funzionari, per attività tributaria (bando di concorso n. 272034 del 24 luglio 2023, modificato dall’atto n. 300017 del 24 agosto 2023), su agenziaentrate.gov.it. URL consultato il 7 marzo 2024.
  23. ^ Raffaele Cantone, "siamo subissati di segnalazioni sui concorsi universitari" 23-09-2016.
  24. ^ Giovanni Comunella, La riforma sprecata, in Mondoperaio, 8-9/2016, p. 23.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Decreto del presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, in materia di ""Regolamento recante norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre assunzioni nei pubblici impieghi"."
  • Legge 15 maggio 1997, n. 127, in materia di "Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo."