Colle dell'Autaret

Colle dell'Autaret
Il colle visto dalla punta Sulè. In basso uno dei laghi dell'Autaret.
StatiBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Francia Francia
Regione  Piemonte
  Rodano-Alpi
Provincia  Torino
Stemma Savoia
Località collegateUsseglio
Bessans
Altitudine3 077[1] m s.l.m.
Coordinate45°14′25.5″N 7°06′24.46″E / 45.240418°N 7.106795°E45.240418; 7.106795
Altri nomi e significati(FR) Col de l'Autaret
Infrastrutturasentiero
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Colle dell'Autaret
Colle dell'Autaret

Il Colle dell'Autaret (3 077 m s.l.m., il francese Col de l'Autaret[2]) è un valico delle Alpi Graie posto sul confine tra Italia e Francia.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il Jaccard, il nome Autaret, comune a molte montagne e valichi della zona alpina occidentale (anche nella variante Lautaret), significherebbe altare (riconducibile al latino altar), e sarebbe legato alla presenza di antichi altari precristiani in questi luoghi.[3] Il D'Amico lo fa invece risalire alla radice celtica aut, con significato di luogo elevato.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Mette in comunicazione le Valli di Lanzo con Vallon de la Lombarde (vallone laterale della Maurienne). Si apre tra la Punta Costan (3 290 m, a sud-ovest) e la Punta Autaret (3 280 m, a nord-est). Nei pressi del colle sul confine è presente una croce di legno con le scritte ITALIA sul lato rivolto a est e FRANCE sul lato rivolto a ovest.

Secondo la classificazione orografica SOIUSA il colle separa la Catena Rocciamelone-Charbonnel dalla Catena Arnas-Ciamarella.[5]

Dal versante italiano sotto il colle sono presenti alcuni laghi alpini denominati laghi dell'Autaret.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Croce di confine vista verso la Francia

Secondo alcuni il colle fu il luogo per il quale Annibale nel 218 a.C. valicò le Alpi nella sua marcia verso l'Italia.[6], teoria supportata anche dalle ricerche eseguite per redigere libri di narrativa[7], in cui vi sono delle descrizioni del viaggio e viene data una interpretazione alla statua in alto rilievo custodita al museo di Usseglio raffigurante una sacerdotessa druidica celtica. In realtà si tratta di una raffigurazione della fine del XV secolo di San Bernardo da Mentone, con il diavolo incatenato ai suoi piedi, come nell'iconografia tradizionale di questo santo esorcista e venerato soprattutto presso i valichi, come correttamente illustrato nel museo di Usseglio.

Punti di appoggio[modifica | modifica wikitesto]

Cartografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carta Tecnica Regionale raster 1:10.000 (vers.3.0) della Regione Piemonte - 2007
  2. ^ (EN) Hugh Chisholm, James Louis Garvin, Alps, in The Encyclopaedia Britannica: a Dictionary of Arts, Sciences, Literature and General Information, vol. 1-2, Encyclopædia Britannica Company, 1926, p. 743. URL consultato il 29 gennaio 2020.
  3. ^ (FR) Henri Jaccard, Essai de toponymie; origine des noms de lieux habités et des lieux dits de la Suisse romande, G. Bridel & Cie., 1906 (riferimento su Google Books)
  4. ^ Roberto D'Amico, L'anima segreta della Val Varaita, Priuli & Verlucca, collana Quaderni di documentazione alpina, Ivrea, 2000, ISBN 9788880681632
  5. ^ Sergio Marazzi, Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca, 2005.
  6. ^ Testo on-line su www.museotorino.it Archiviato il 29 luglio 2014 in Internet Archive. (consultato nel dicembre 2013)
  7. ^ La Druida di Margun, su druida.info. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato il 14 agosto 2015).
  8. ^ .:: Geoportale Nazionale ::., su pcn.minambiente.it. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato l'8 febbraio 2015).
  9. ^ Le portail des territoires et des citoyens - Géoportail, su geoportail.gouv.fr. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato il 27 novembre 2012).

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