Cintura dei Golpe

Cintura dei Golpe
parte della crisi politico-istituzionale dell'Africa centro-occidentale
Paesi dell'Africa in cui sono avvenuti colpi di stato che hanno avuto successo a partire dal 2020
Data2020in corso
LuogoAfrica centro-occidentale

Paesi coinvolti:

CausaInstabilità economica e politica dei paesi africani
Voci di crisi presenti su Wikipedia

Con il termine giornalistico e geopolitico Cintura dei Golpe (in inglese "Coup Belt") si fa riferimento a una zona dell'Africa interessata da una serie di colpi di Stato militari a partire dal 2020, avvenuti in particolare nel Sahel e nella parte centro-occidentale del continente.[1][2][3][4][5][6][7][8][9]

Origine del termine[modifica | modifica wikitesto]

Il termine è stato coniato nel 2021 dal giornalista e avvocato nigeriano Festus Adedayo, per descrivere la serie di colpi di stato che avevano avuto luogo in Mali, Burkina Faso e Guinea nello stesso anno.[10][11] Da allora, il termine è stato utilizzato per riferirsi a tutti i golpe militari che hanno avuto luogo in questa regione a partire dal 2020. Alcuni esempi sono:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Mappa raffigurante le aree di attività dell'ISWAP nel Sahel occidentale.

Dal 1990, ventuno dei ventisette colpi di stato avvenuti nell'Africa subsahariana hanno avuto luogo nelle ex colonie francesi, e ciò ha portato politici e giornalisti a chiedersi se l'influenza francese in Africa abbia un impatto destabilizzante.[12] Le giunte militari di Burkina Faso e Mali hanno annullato gli accordi militari che consentivano alle truppe francesi di operare sul loro territorio, seguite dal Niger che, in seguito alla crisi del 2023, ha costretto le forze francesi a ritornare in patria. Alcuni paesi, come il Mali, hanno addirittura eliminato il francese come lingua ufficiale.[13][14][15] L'ECOWAS ha cercato attivamente di cambiare questa situazione, ma senza successo: ha sospeso il Mali e la Guinea dopo i rispettivi colpi di stato del 2021, e il Niger dopo il colpo di Stato del 2023.[1][16]

I golpe avvenuti dal 2020 ad oggi sono stati di natura simile; la maggior parte di essi è stata causata da militari insoddisfatti che hanno criticato la gestione dei rispettivi governi nei confronti dei gruppi terroristici islamici insorti che minacciano la sicurezza della zona dal 2011.[17][18] A non aiutare c'è l'instabilità politico-economica che da anni colpisce il continente africano, di recente aggravatasi a causa della Pandemia di COVID-19 (2020 - 2023). Le giunte entranti tendono anche a cercare sostegno e intraprendere relazioni con paesi come la Russia (in particolare cercano l'appoggio del Gruppo Wagner) e la Turchia. Invece tendono ad allontanarsi diplomaticamente dalla Francia, nonostante l'aiuto da essa fornito contro gli insorti islamici attraverso l'Operazione Barkhane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Il colpo di Stato in Niger ultimo tassello della “cintura russa” in Africa centrale. I golpisti? Addestrati dagli Stati Uniti, in Il Fatto Quotidiano, 1º agosto 2023. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  2. ^ Niger, è ricca di minerali la "Cintura dei Golpe" cara all'Occidente, su Pagine Esteri, 6 agosto 2023.
  3. ^ Simone Re, È ancora golpe, un'altra tacca sulla "cintura", su Ticinonline, 31 agosto 2023.
  4. ^ Adriana Longoni, L'Africa dei colpi di Stato, su Apiceuropa, 5 settembre 2023.
  5. ^ (FR) Claude Guibal, Niger : en Afrique, la ceinture des coups d’État redessine la carte du continent, in France Info, 15 agosto 2023. URL consultato il 16 agosto 2023.
  6. ^ (EN) Mekki Elmograbi, Guinea Joins the African Club of the "Coup Belt", BL News, 7 settembre 2021.
  7. ^ (EN) Muhammad Dan Suleiman, Towards a Better Understanding of the Underlying Conditions of Coups in Africa, su e-ir.info.com, 24 settembre 2021. URL consultato il 13 settembre 2023.
  8. ^ (EN) Africa’s ‘coup belt’ facing further upheaval, su Arab News, 2 febbraio 2022.
  9. ^ (EN) Felix Onuah, West African leaders plan peacekeeping force to counter 'coup belt' reputation, in Reuters, 5 dicembre 2022. URL consultato il 13 settembre 2023.
  10. ^ (EN) Explainer: Niger a linchpin for stability in Africa’s ‘coup belt’, in The Guardian, 27 luglio 2023, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 2 settembre 2023.
  11. ^ (EN) Gwynne Dyer, Opinion: The return of Africa’s military ‘Coup Belt’, su Bangor Daily News, 7 febbraio 2022. URL consultato il 2 settembre 2023.
  12. ^ (EN) Leonard Mbulle-Nziege e Nic Cheeseman, Niger coup: Is France to blame for coups in West Africa?, su BBC News, 6 agosto 2023. URL consultato il 6 agosto 2023.
  13. ^ (EN) Thiam Ndiaga, Burkina Faso marks official end of French military operations on its soil, in Reuters, 20 febbraio 2023. URL consultato il 6 agosto 2023.
  14. ^ (EN) Last French troops leave Mali, ending nine-year deployment, su Al Jazeera, 16 agosto 2023. URL consultato il 13 settembre 2023.
  15. ^ (EN) Shera Avi-Yonah, Mali demotes French, language of its former colonizer, in symbolic move, in The Washington Post, 4 agosto 2023, ISSN 0190-8286 (WC · ACNP). URL consultato il 6 agosto 2023.
  16. ^ (EN) Giorgio Leali, Niger junta revokes military pacts with France, su POLITICO, 4 agosto 2023. URL consultato il 6 agosto 2023.
  17. ^ (EN) Saliou Samb, Camillus Eboh e Cooper Inveen, West African leaders due in Guinea as post-coup calm pervades Conakry, in Timothy Heritage, Steve Orlofsky e Richard Pullin (a cura di), Reuters, 9 settembre 2021. URL consultato il 9 settembre 2021.
  18. ^ (EN) West African leaders suspend Guinea from Ecowas following coup, in BBC News, 9 settembre 2021. URL consultato il 9 settembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]