Chiesa di Santa Maria Regina Pacis

Disambiguazione – Se stai cercando la chiesa nel quartiere Gianicolense, vedi Chiesa di Santa Maria Regina Pacis (Roma).
Chiesa di Santa Maria Regina Pacis
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàLido di Ostia
Coordinate41°43′54.08″N 12°16′52.62″E / 41.731688°N 12.281283°E41.731688; 12.281283
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria
Diocesi Roma
Consacrazione20 dicembre 1928
ArchitettoGiulio Magni
Stile architettoniconeorinascimentale-neobarocco
Inizio costruzione21 giugno 1919
Completamento20 dicembre 1928
Sito webSito ufficiale

La chiesa di Santa Maria Regina Pacis è una chiesa di Roma, nel quartiere Lido di Ostia Levante, su piazza Regina Pacis.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu costruita su progetto dell'architetto Giulio Magni per volontà del vescovo di Ostia, il cardinal Vincenzo Vannutelli, con lo scopo di invocare Maria regina della pace per porre fine alla guerra che allora imperversava in Europa. Benché il progetto risalga al 1916, solo il 21 giugno 1919 fu posta la prima pietra del nuovo edificio. Per mancanza di fondi i lavori si protrassero per un decennio: ai primi finanziatori, i padri Agostiniani della basilica di Sant'Aurea, subentrarono i Padri Pallottini della Società dell'Apostolato Cattolico; la chiesa, che nel luglio 1926 era stata eretta a parrocchia, fu aperta al pubblico il 20 dicembre 1928 con la solenne consacrazione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata e la cupola
L'interno

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Maria Regina Pacis sorge in posizione sopraelevata, sull'unica collinetta del Lido di Ostia, in piazza Regina Pacis.

La facciata, rivolta in direzione sud-ovest, in direzione del mare, è a salienti. Mentre le due parti laterali, corrispondenti alle cappelle laterali, presentano due semplici finestre rettangolari con le vetrate raffiguranti Sant'Agostino d'Ippona (a sinistra) e San Vincenzo Pallotti (a destra), la parte centrale, che si trova in corrispondenza della navata centrale, ha un apparato decorativo più complesso: al centro, da due coppie di lesene con capitelli corinzi, si trova un ampio arco a tutto sesto sorretto da due colonne ioniche scanalate, all'interno del quale si trovano, dal basso all'alto, il portale con timpano triangolare, lo stemma marmoreo del cardinale Vincenzo Vannutelli e il grande finestrone con vetrata policroma con, al centro il monogramma di Cristo. In alto, termina la facciata un ampio frontone triangolare con, al centro, lo stemma di papa Pio XI.

Dominano, all'esterno, il campanile, situato nei pressi del braccio destro del transetto e la cupola. Quest'ultima è a pianta ottagonale ed è sormontata da una piccola lanterna con croce, ed ha un'altezza complessiva di 42 metri. La cupola poggia sul tamburo, dalle forme severe, che ha un diametro di 12 metri. In ognuno degli otto lati di esso si apre un finestrone rettangolare affiancato da due colonne tuscaniche.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

All'interno, la chiesa presenta una struttura a croce latina con navata unica con cappelle laterali e profonda abside poligonale, per una lunghezza complessiva di 56 metri ed una larghezza complessiva di 21 metri.

L'ampia navata centrale si ispira al braccio trasversale della basilica romana di Santa Maria degli Angeli e dei Santi, con volta a botte lunettata e tre grandi finestroni per lato a lunetta tripartita. Sorreggono la volta otto grandi colonne lisce con capitelli corinzi, quattro per lato, poste negli spazi fra le arcate che separano la navata centrale dalle cappelle laterali. Fra queste spicca la cappella della Pietà, con statua in legno dipinto, e la cappella della Madonna di Pompei, con elaborato altare in stile neobarocco.

I due bracci del transetto terminano ciascuno con un'ampia nicchia quadrangolare della medesima larghezza, ognuna sorretta da due colonne corinzie. All'interno di ciascuna nicchia, si trova un altare marmoreo: quello del braccio destro presenta un grande dipinto moderno raffigurante San Vincenzo Pallotti (di Mario Rosati); quello del braccio sinistro, invece, è dedicato al Sacro Cuore di Gesù.

Il presbiterio, sopraelevato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, occupa interamente l'abside poligonale. Al centro, presenta il grande altare maggiore con paliotto in marmi policromi disposti a formare dei disegni geometrici. In posizione arretrata, invece, l'ancona, anch'essa in marmo, con al centro una nicchia con la Statua della Madonna col Bambino e, ai lati, due colonne in porfido rosso con i capitelli corinzi dorati.

Vetrate[modifica | modifica wikitesto]

Nei giorni 28, 29 e 30 settembre 2007, in occasione della festa patronale della parrocchia, sono state inaugurate le nuove vetrate artistiche, realizzate dall'artista-artigiano Albano Poli in vetro soffiato a bocca di prima scelta policromo di produzione Lamberts.

La nuova vetrata principale e centrale rappresenta il simbolo del Cristo Pasquale da cui si espande, con una spirale centripeta, il segno dell'Alleanza eterna richiamata dai colori dell'arcobaleno, che invita a riflettere sullo scopo per cui questa chiesa fu costruita: eretta tra due conflitti mondiali, doveva diventare monito per le future generazioni del primo dono dello Spirito Santo ad un'umanità tragicamente ferita. Esternamente quest'opera si inserisce in un arco sopra il portale della chiesa, mentre all'interno spicca maestosamente sopra le canne dell'organo.

Ai lati di questo grande e affascinante "rosone" troviamo due vetrate raffiguranti (a sinistra) Sant'Agostino d'Ippona -tra l'altro patrono di Ostia Lido- e (a destra) S. Vincenzo Pallotti (sacerdote romano fondatore dell'Unione dell'Apostolato Cattolico, distintosi per la capacità di aggregare laici e religiosi alla partecipazione della missione della Chiesa).

Nella parte laterale della chiesa troviamo ancora altre importanti figure rappresentate sulle nuove e colorate vetrate: due papi (Giovanni Paolo II e Paolo VI) e due martiri polacchi, meno noti dei precedenti ma la cui testimonianza di vita e di morte li rende ammirevoli e esemplari: il beato Jankowski, un sacerdote pallottino morto nel campo di concentramento di Auschwitz, e il beato Stanek, anch'egli pallottino, trucidato dai nazisti durante l'insurrezione di Varsavia del 1943.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne Mascioni opus 862, costruito nel 1965. Lo strumento è a trasmissione elettrica e dispone di 26 registri, per un totale di circa 1900 canne; il suo materiale fonico è collocato all'interno di un unico corpo, con mostra in stile ceciliano. La consolle si trova anch'essa in cantoria ed ha due tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 32 pedali.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]