Chiesa di San Vittore (Esino Lario)

Chiesa di San Vittore Martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàEsino Lario
IndirizzoVia della Chiesa
Coordinate45°59′39.05″N 9°19′38.96″E
Religionecattolica
TitolareVittore il Moro
Arcidiocesi Milano

La chiesa di San Vittore Martire è la chiesa parrocchiale di Esino Lario. Si trova su uno sperone roccioso al termine della via parrocchiale don Giovanni Battista Rocca. È intitolata a San Vittore martire, detto "il Moro" o "Mauritano".

La parrocchia di San Vittore risale al XV secolo, ma la chiesa è di epoca precedente, in quanto fin dal XIII secolo era alle dipendenze della Pieve di Varenna. All'inizio del XIV secolo passò sotto la Pieve di Perledo e nel 1455 divenne parrocchia staccandosi dalla pieve. Nel XIX secolo venne inclusa nella pieve e nel vicariato foraneo di Perledo rimanendovi fino al 1971, quando venne attribuita al decanato dell'Alto Lario nella zona pastorale III di Lecco[1].

Nel 1552 venne istituita la Confraternita del Santissimo Sacramento e nel 1662 la Confraternita del Sacro Rosario, le quali verranno unite nel 1722 per volere dell'arcivescovo Benedetto Erba Odescalchi[2].

Vista della chiesa di San Vittore

L'attuale chiesa è frutto di una serie di ampliamenti e modifiche succedutisi nel tempo, il primo dei quali risale al 1520[3]. Dalle visite pastorali cinquecentesche e seicentesche risultava esistere una sola navata, alla quale vennero aggiunte le due laterali nel 1770-80. Nel 1849 venne ricostruito il campanile, che assunse l'attuale aspetto. Risale invece al 1888-90 la prima campata con la facciata[4]. All'interno della chiesa si trova uno splendido architrave ligneo scolpito e dorato nel 1654[3].

Il battistero in noce è databile al 1570 circa; le decorazioni barocche furono invece realizzate nella seconda metà del XVII secolo per volere del parroco Pietro Garganico. Queste decorazioni comprendono gli armadi della sagrestia, gli stucchi, i confessionali, l'organo con la cantoria e gli affreschi[4]. Le opere lignee (molte delle quali sono ancora presenti all'interno della chiesa) furono realizzate, secondo la tradizione, tra il 1665 e il 1685 dall'esinese Giovanni Maglia pagato dalla Scuola del Santissimo Sacramento[4].

Sulla volta della sagrestia si trova l'affresco raffigurante l'Assunzione della Vergine firmata da Giuseppe Antonio Castelli. Altri affreschi raffigurano gli Evangelisti e le Sante Lucia, Agata, Agnese e Caterina[3].

L'altare attuale in marmo, opera di Antonio Albinola di Viggiù, risale alla fine del XVIII secolo e andò a sostituire il precedente altare realizzato in legno di noce[4].

Ai lati del presbiterio si trovano due tele raffiguranti Storie di San Vittore e la Madonna del Rosario, già pala d'altare: le due opere sono attribuite a Carlo Pozzo (1667). Il San Carlo dell'altare a sinistra è invece un'opera ottocentesca di Gabrio Brunati[4].

I due arazzi raffiguranti la Nascita di San Giovanni Battista e Sant'Antonio Abate con gli animali sono opere della Scuola degli arazzi di Esino Lario[3].

Risale al 1947 il portone in bronzo che consente l'accesso alla navata centrale, opera dello scultore Dino Bonalberti raffigurante la vita della Chiesa e del patrono. La mezzaluna in bronzo posta sopra il portale è opera di Michele Vedani e raffigura la Gloria di San Vittore a cavallo[3].

L'ultimo intervento conservativo della facciata esterna risale al 2009[3].

Per giungere alla chiesa, passando da via don Giovanni Battista Rocca, si attraversa la Via Crucis, opera dello scultore Michele Vedani.

Chiese sussidiarie

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  1. ^ Alessandra Baretta, Parrocchia di San Vittore, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  2. ^ Alessandra Baretta, Confraternita del Santissimo Sacramento, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  3. ^ a b c d e f Esino Lario – Chiesa parrocchiale di San Vittore, su prolocolario.it, 7 aprile 2013. URL consultato il 3 ottobre 2015.
  4. ^ a b c d e Chiesa di San Vittore, su valsassinacultura.it. URL consultato il 3 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2015).

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