Chiesa di San Gregorio Magno (Monte Porzio Catone)

Chiesa di San Gregorio Magno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàMonte Porzio Catone
Coordinate41°48′57.17″N 12°42′49.89″E / 41.81588°N 12.713859°E41.81588; 12.713859
Religionecattolica di rito romano
Sede suburbicaria Frascati
Consacrazione1766
ArchitettoCarlo Rainaldi
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1666
Completamento1672

La chiesa di San Gregorio Magno, nota anche con il titolo di duomo, è la parrocchiale di Monte Porzio Catone, in città metropolitana di Roma Capitale e sede suburbicaria di Frascati[1]; fa parte della zona pastorale III.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona di Monte Porzio Catone la prima comunità cristiana forse si formò già nel I secolo, con la diffusione del Vangelo ad opera dei santi Paolo e Pietro; sembra che proprio qua vi fosse una catacomba in cui si riunivano i fedeli durante l'epoca delle persecuzioni[2]. La primitiva chiesetta del paese fu invece fondata da un gruppo di cristiani provenienti dall'Oriente, lì dove poi venne costruita la cappella di Sant'Antonino[2].

La chiesa vista da un'altra angolazione

Quest'oratorio è menzionato in un documento datato 18 aprile 1068, in cui si legge che il conte di Tuscolo Gregorio donò all'abbazia di Montecassino l'ecclesiam – vocabulo Sancti Antonini – sitam in territorio Montis Porculi cum libris et paramentis, domibus, terris et vineis, et omnibus suis pertinentiis; nel 1081, invece, la cappella divenne proprietà dei monaci di San Paolo fuori le mura[2].

Nel 1579 papa Gregorio XIII, compiendo la sua visita in paese, trovò che non vi sorgevano luoghi di culto e che quindi i fedeli, per assistere alle funzioni, erano costretti a recarsi a Monte Compatri o alla cappellina presso il monte; allora, il 1º giugno 1580 il pontefice eresse Monte Porzio a parrocchia autonoma e contestualmente diede ordine di edificare la chiesa che ne sarebbe diventata il fulcro[2]. Inoltre, questa chiesa venne elevata ad arcipretale e il giuspatronato fu affidato alla famiglia Boncompagni, per poi passare nel 1616 ai Borghese; proprio in quell'anno Scipione Borghese promosse un restauro dell'edificio, che venne riaperto al culto nel 1623[2][3].

Nel 1666 la chiesa cinquecentesca fu completamente demolita per far posto al nuovo duomo, la cui prima pietra venne posta il 20 luglio di quel medesimo anno; l'edificio, il cui progetto era stato affidato dal principe Giovanni Battista Borghese all'architetto Carlo Rainaldi[4], fu portato a termine nel 1672, mentre le rifinite e le decorazioni vennero compiute nel 1684[2]. La consacrazione, invece, fu impartita diversi decenni dopo, il 1º giugno 1766 dal cardinale-vescovo di Frascati Enrico Benedetto Stuart[2][4].

Nel 1980 una forte scossa di terremoto provocò dei danni al duomo, che per alcuni anni dovette essere chiuso al culto; la ristrutturazione iniziò solo nel 1992, mentre poi un ulteriore restauro venne ultimato nel 2011[2].

Il duomo tra le case del paese

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata della chiesa, abbellita da specchiature in mattoncini, si articola in due registri separati da una cornice marcapiano; quello inferiore è scandito da lesene di ordine dorico e presenta il portale d'ingresso architravato e sormontato da un frontone dal contorno curvilineo, mentre quello superiore, tripartito da lesene ioniche, è caratterizzato da una grande finestra rettangolare ed è coronato dal timpano di forma triangolare al cui centro campeggia uno stemma[4].
Ai lati del duomo si elevano i due campanili gemelli, che presentano altrettanti orologi; le celle campanarie si aprono attraverso quattro finestre a monofora.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno dell'edificio è a pianta a croce greca e le pareti sono scandite da paraste abbellite da capitelli compositi sorreggenti la trabeazione, caratterizzata da dentellatura[3].
Vi sono conservate opere artistiche pregevoli come la pala che rappresenta Sant'Antonio di Padova che guarda verso Gesù bambino sorretto da alcuni angeli, dipinta nel 1674 da Ciro Ferri, i quadretti della Via Crucis, risalenti al XVIII secolo[3], la seicentesca statua di Sant'Antonio Abate, l'organo, costruito nel XIX secolo[3], le acquasantiere, scolpite nel Seicento da Francesco Fancelli[3], la pala dell'altare maggiore, raffigurante San Gregorio Magno inginocchiato davanti alla Beata Vergine Maria, dipinta nella seconda metà del XVII secolo da Giacinto Brandi[3], e la coeva tela ritraente la Vergine col Bambino assieme a degli angeli e ai santi Domenico e Caterina, eseguita dal francese Guglielmo Courtois[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di San Gregorio Magno, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 aprile 2021.
  2. ^ a b c d e f g h Cenni storici sulla Parrocchia, su parrocchiasangregoriomagno.it. URL consultato il 3 aprile 2021.
  3. ^ a b c d e f g Il Duomo San Gregorio Magno, su monteporziocatone-roma.it. URL consultato il 3 aprile 2021.
  4. ^ a b c CHIESA DI SAN GREGORIO MAGNO, su visitcastelliromani.it. URL consultato il 3 aprile 2021.

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