Chiesa della Croce (Senigallia)

Chiesa della Croce
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàSenigallia
IndirizzoVia Gherardi, 3 - Senigallia
Coordinate43°42′55″N 13°13′03″E / 43.715278°N 13.2175°E43.715278; 13.2175
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Senigallia
ConsacrazioneLa chiesa risulta benedetta alla data dell'apertura al culto. Non è mai stata consacrata.
Stile architettonicorinascimentale, barocco
Inizio costruzione1605
Completamento1608
Sito webwww.chiesadellacroce.it/

La chiesa della Croce è un edificio sacro di Senigallia risalente al 1608, costruito su volontà della Confraternita del Sacramento e della Croce[1] vicino alla centrale piazza Roma.

L'esterno in stile tardo rinascimentale contrasta con l'interno barocco, caratterizzato da sei altari laterali che circondano la pala d'altare del Trasporto di Cristo al sepolcro di Federico Barocci, posta sopra l'altare maggiore.

Architettura e arte[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu costruita da Girolamo Marini da Barchi probabilmente su disegno di Muzio Oddi, architetto della corte d'Urbino.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è di stile tardo rinascimentale ripartita da quattro lesene con capitelli corinzi compositi. Il timpano, molto aggettante e con oculo centrale, è contornato da decorazioni geometriche in pietra d'Istria come i capitelli, la base delle lesene e il cornicione su cui si legge il nome del committente della chiesa, vale a dire la Confraternita del Sacramento e della Croce, e la data di consacrazione.

Sulla porta d'ingresso si può trovare l'ammonimento di Sant'Agostino: Erigis et fugit a te humilias te et venit ad te ("se ti esalti il Signore fugge da te, se ti umili viene da te").

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Nell'interno attualmente vi si pratica l'adorazione quotidiana davanti al Santissimo Sacramento. La pianta è rettangolare, le pareti sono rivestite in legno dorato finemente decorate con intagli e rilievi, caratteristici dello stile barocco; l'insieme tuttavia rivela un'eleganza e sobrietà di linee architettoniche proprie del Rinascimento.

Gli altari[modifica | modifica wikitesto]

La pala del Trasporto di Cristo al sepolcro di Federico Barocci.
Particolare del Trasporto di Cristo al sepolcro di Federico Barocci (foto di Paolo Monti, 1972)

Gli altari sono sette: il maggiore e tre su ciascun lato, ognuno dei quali in origine era dedicato ad una corporazione d'arte.

L'altare maggiore, con uno splendido tabernacolo, è tutto un ricamo dorato, in bassorilievo floreale, festoni e putti. Al centro è sistemata un'inferriata con viticci sostenenti una Croce. All'interno dell'altare è custodita la statua del Cristo morto, opera lignea del XVII secolo. Sopra l'altare, un fastoso fondale incornicia la pala di Barocci, il Trasporto di Cristo al sepolcro, una delle opere migliori del pittore urbinate eseguita nel 1582, che disegnò anche la cornice.
Ai lati della pala del Barocci si trovano quattro opere del pittore senigalliese Giovanni Anastasi, in basso la Natività e l'adorazione dei Magi, in alto l'Angelo Nunziante e la Vergine annunziata.

Lato sinistro[modifica | modifica wikitesto]
  • Primo altare
  • Secondo altare
    • Nel fondale architettonico innalzato sopra l'altare si apre una grande nicchia ove è racchiusa la tela del Ridolfi chiamata Crocifissione.
  • Terzo altare
    • Il quadro sopra l'altare rappresenta la Sacra Famiglia e san Gregorio[non chiaro] che intercede per le anime del Purgatorio, è di scuola barocca, datato nei primissimi anni del XVII secolo.
Lato destro[modifica | modifica wikitesto]

Il soffitto[modifica | modifica wikitesto]

Il magnifico soffitto a cassettoni quadrati arricchiti da un felice gioco di arabeschi è diviso da una fascia centrale con i simboli della croce e dell'eucaristia, stemma della Confraternita del Sacramento e della Croce.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Il pregevole organo è collocato sulla cantoria in controfacciata, racchiuso in una cassa lignea. Esso fu costruito dal noto organaro veneto Gaetano Callido, nel 1775. Come lo stile veneziano-settecentesco prevede, è dotato di una sola tastiera di 45 tasti e pedaliera a leggio, con prima ottava corta, costantemente unita al manuale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa della Croce, in comune.senigallia.an.it. URL consultato il 10 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mons. Angelo Mencucci, Chiesa della Croce e Confraternita della Croce e SS. Sacramento Senigallia : storia, culto, arte, 1991, Senigallia.
  • Gianluca Quaglia (a cura di), Inventario e documenti salienti dell'Archivio storico della Confraternita del SS.mo Sacramento e Croce di Senigallia, 2009, Tecnostampa Ostra Vetere.
  • AA.VV., La chiesa della Croce e la sua Confraternita, 2009, Tecnostampa Ostra Vetere.

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