Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro al Laterano

Disambiguazione – Se stai cercando la chiesa degli stessi santi nel quartiere Prenestino-Labicano, vedi Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros.
Santi Marcellino e Pietro al Laterano
Facciata della chiesa, vista da via Merulana
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′20.57″N 12°30′11.26″E / 41.889047°N 12.503128°E41.889047; 12.503128
Religionecattolica di rito romano
TitolareMarcellino e Pietro
Diocesi Roma
ArchitettoGirolamo Theodoli
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneIV secolo
Completamento1751

Santi Marcellino e Pietro è una delle chiese di Roma, costruita nel IV secolo su via Merulana e dedicata ai santi omonimi; si trova nel rione Monti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno con la pala di Gaetano Lapis

La chiesa venne fatta costruire nel IV secolo da papa Siricio, nei pressi delle catacombe di via Labicana: l'annesso ospizio divenne un centro per i pellegrini. Nell'VIII secolo papa Gregorio III fece restaurare la chiesa. Papa Alessandro IV decise di ristrutturarla nel 1256, per ospitarvi le reliquie dei due santi e di santa Marzia, posta in una urna sotto l'altare maggiore.

Nel 1751 papa Benedetto XIV fece ricostruire la chiesa. Caratterizzata da un esterno a cubo con facciata di Girolamo Theodoli, un interno con pianta a croce greca, una cupola di influenza borrominiana e la pala dell'altare maggiore (olio su tela, 460×270 cm) che Gaetano Lapis realizza nel 1754 raffigurandovi il martirio dei santi titolari della chiesa. I Carmelitani scalzi ricevettero l'amministrazione del luogo di culto, mantenendola fino al 1906.

Il 15 ottobre 2011 la chiesa è stata fatta oggetto di atti vandalici da parte dei "Black block" che protestavano contro le politiche economiche mondiali, i quali hanno distrutto un crocifisso e una statua della Madonna di Lourdes nella canonica della chiesa.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Roma ferita, il giorno dopo le violenze
  2. ^ "Feriti nella fede", su lastampa.it. URL consultato il 16 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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