Cattura elettronica

La cattura elettronica (ε, o EC) è un processo di trasformazione nucleare (reazione nucleare) in cui è implicata l'interazione nucleare debole, come avviene anche, in generale, per i decadimenti beta e β+). Tale trasformazione nucleare può avvenire per isotopi di un elemento con neutroni in difetto rispetto a quelli presenti in un isotopo stabile dell'elemento. Consiste nella cattura di un elettrone () da parte del nucleo, in seguito alla quale un protone () viene mutato in neutrone () e simultaneamente viene espulso un neutrino elettronico ():[1]

La conservazione della carica elettrica è evidentemente soddisfatta, si conservano pure il numero barionico (scompare un protone e compare un neutrone) e il numero leptonico (scompare un elettrone e compare un neutrino). L'elettrone catturato può essere in teoria uno qualsiasi ma normalmente è un elettrone già presente nell'atomo stesso. Per un generico nuclide AZE (atomo neutro) di un elemento soggetto a cattura elettronica, la trasformazione può essere schematizzata come segue:

AZE+ + e   →   AZ-1E +

dove e è l'elettrone, già facente parte dell'atomo, che verrà catturato dal nucleo, mentre AZE+ è lo stesso atomo senza quel suo elettrone; allora, questa reazione si può scrivere più semplicemente come:

AZE   →   AZ-1E +

Partendo da un atomo neutro i prodotti sono un atomo ancora neutro che ha nel nucleo un protone in meno (e un elettrone periferico in meno), un neutrone in più, e un neutrino emesso.[2] Normalmente l'elettrone catturato dal nucleo è uno del primo guscio elettronico (1s, noto anche come livello K, da cui l'altra denominazione di "cattura K"): la probabilità di cattura di un elettrone 1s è diverse volte maggiore che dal 2s; tuttavia, può anche essere catturato un elettrone di un guscio superiore, sebbene più raramente.[3]

Questo processo è strettamente collegato con il decadimento β+, nel senso che nel nucleo avviene ancora la trasformazione di un protone in un neutrone (qui però con espulsione di un positrone), per cui l'elemento che viene prodotto è lo stesso, sebbene esso venga prodotto come ione negativo; questo fa sì che la cattura elettronica e il decadimento β+ siano, a certe condizioni, processi in competizione che possono coesistere per un dato nuclide.

Proprietà e confronti[modifica | modifica wikitesto]

Se infatti la differenza di energia tra l'atomo iniziale e quello finale, cioè il Q di reazione,[4][5] è maggiore di 2mec2 (= 1,022 MeV), i due processi (ε e β+) sono entrambi permessi e avvengono entrambi. In questi casi all'interno della popolazione isotopica del campione entrambi i modi di decadimento avvengono insieme, seppure con percentuali diverse; quando Q >> 1,022 MeV può accadere che la cattura elettronica avviene comunque ma di solito in percentuale molto bassa, tale da poter essere difficilmente rivelata. Se invece quella differenza è minore di 1,022 MeV, cioè dell'equivalente in energia di due masse elettroniche, il modo β+ è energeticamente proibito e la cattura elettronica rimane l'unico processo possibile.[6]

L'energia di decadimento (Q) consiste in energia cinetica dei prodotti, che però qui sono due soli (atomo figlio e neutrino), e non tre come nei decadimenti β e β+. Dato che la massa di un qualsiasi atomo è enormemente maggiore di quella del neutrino, la quantità di moto si ripartisce tra i due ma tocca praticamente tutta al neutrino e quindi praticamente anche tutta l'energia cinetica. Ne consegue che nella cattura elettronica il neutrino prodotto è monoenergetico.[6][7]

Differenze con il decadimento nucleare[modifica | modifica wikitesto]

La cattura elettronica non è propriamente un decadimento nucleare. Ogni decadimento nucleare è un processo che interessa solo il nucleo di un atomo, è un processo che si svolge tutto al suo interno e che quindi avviene indipendentemente dalla presenza o meno di elettroni intorno ad esso e procede allo stesso ritmo, e inoltre tale ritmo risulta praticamente insensibile alle condizioni esterne di pressione, temperatura e ambiente chimico in cui viene a trovarsi.

Il processo di cattura elettronica, invece, è iniziato da un'interazione di un elettrone con un nucleo, il quale nucleo lo cattura con una certa probabilità e quindi decade nel modo già visto. Se l'elettrone non ci fosse, come in un atomo completamente ionizzato, la cattura elettronica non potrebbe avvenire in tale stato.[8] L'emivita di questo processo, che coinvolge nucleo ed elettroni intorno ad esso, viene quindi a dipendere, seppur molto lievemente, dalla densità elettronica in prossimità del nucleo, la quale influenza la probabilità di cattura dell'elettrone.[9][10][11] Di conseguenza, l'emivita di un dato atomo viene influenzata in definitiva anche dal suo stato chimico:[12] dalla carica, dall'ibridazione, dallo stato di ossidazione, dal numero e dal tipo di atomi ad esso legati e dalla loro elettronegatività, etc., e anche da fattori come P e T.[13][14][15]

Processi secondari[modifica | modifica wikitesto]

Catturando un elettrone, il nucleo dell'atomo viene ad avere un protone in meno (Z  →  Z-1) e quindi diviene il nucleo dell'atomo precedente nella tavola periodica. Questo fa sì che tutti i livelli energetici dell'atomo cambino improvvisamente il loro valore: il riassestamento degli elettroni nei nuovi livelli energetici comporta emissione di raziazione X, ma può anche comportare l'espulsione di un elettrone dall'atomo (emissione Auger), cosicché può venire a formarsi anche uno ione positivo dopo la cattura elettronica.[16][17]

Inoltre, quando un elettrone del primo guscio (1s) viene catturato dal nucleo, viene a crearsi un posto vuoto, una lacuna elettronica in tale guscio, che tende ad essere subito rioccupata da un elettrone che si trovi nel guscio soprastante (livello energetico superiore); questo elettrone, cadendo a un livello energetico inferiore, emette energia, di norma un fotone di radiazione X; ma così facendo anche in quel livello si crea una lacuna, che sarà colmata se c'è un elettrone a un livello ancora superiore, con emissione di un altro fotone X (di frequenza diversa), e potenzialmente altri eventi simili.[18]

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

Il primo ben conosciuto esempio di nuclide soggetto a cattura elettronica è il 74Be, il quale decade in 73Li, stabile; l'emivita è di 53,22 giorni e l'energia rilasciata è Q = 0,862 MeV (< 1,022 MeV).[19] Questo valore, per quanto detto, implica che il decadimento β+ per questo nuclide è impossibile e in effetti non si osserva.[20]

Altri esempi:

  • 2613Al  → 2612Mg +
  • 4120Ca4119K +
  • 4422Ti  → 4421Sc +
  • 5526Fe5525Mn +
  • 5928Ni  → 5927Co +
  • 8337Rb8336Kr +
  • 12353I    → 12352Te +

L'importanza del neutrino[modifica | modifica wikitesto]

L'esistenza del neutrino in questo processo ha risolto il problema delle leggi di conservazione. L'esistenza di questa particella fu ipotizzata da Pauli nel 1931 il quale pensò che questa particella di difficile rivelazione avrebbe potuto portare con sé il momento angolare, la quantità di moto e l'energia che mancavano nella semplice somma fatta sugli elettroni prodotti da questo processo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Radioactivity, su hyperphysics.phy-astr.gsu.edu. URL consultato l'11 giugno 2023.
  2. ^ Nel decadimento β+ al posto dell'atomo neutro si ottiene il suo ione negativo perché gli elettroni periferici sono gli stessi di prima, ma nel nucleo c'è un protone in meno.
  3. ^ GREGORY R. CHOPPIN, JAN-OLOV LILJENZIN e JAN RYDBERG, Unstable Nuclei and Radioactive Decay, Elsevier, 2002, pp. 58–93, DOI:10.1016/b978-075067463-8/50004-2. URL consultato il 6 aprile 2024.
  4. ^ (FR) Valeur Q (physique nucléaire) - Rameau - Ressources de la Bibliothèque nationale de France, su data.bnf.fr. URL consultato l'11 giugno 2023.
  5. ^ Q-Value Calculator (QCalc), su www.nndc.bnl.gov. URL consultato l'11 giugno 2023.
  6. ^ a b (EN) Vincent P. Guinn, Radioactivity, Academic Press, 1º gennaio 2003, pp. 661–674, DOI:10.1016/b0-12-227410-5/00643-8, ISBN 978-0-12-227410-7. URL consultato l'11 giugno 2023.
  7. ^ (EN) Joe Sato, Monoenergetic Neutrino Beam for Long-Baseline Experiments, in Physical Review Letters, vol. 95, n. 13, 23 settembre 2005, DOI:10.1103/PhysRevLett.95.131804. URL consultato l'11 giugno 2023.
  8. ^ homework.study.com, https://homework.study.com/explanation/are-electron-capture-and-beta-decay-the-same.html#:~:text=No,%20electron%20capture%20and%20beta,a%20proton%20to%20a%20neutron.. URL consultato il 10 giugno 2023.
  9. ^ R Bouchez e P Depommier, Orbital electron capture by the nucleus, in Reports on Progress in Physics, vol. 23, n. 1, 1º gennaio 1960, pp. 395–452, DOI:10.1088/0034-4885/23/1/308. URL consultato l'11 giugno 2023.
  10. ^ (EN) W. Bambynek, H. Behrens e M. H. Chen, Orbital electron capture by the nucleus, in Reviews of Modern Physics, vol. 49, n. 1, 1º gennaio 1977, pp. 77–221, DOI:10.1103/RevModPhys.49.77. URL consultato l'11 giugno 2023.
  11. ^ (EN) W. Bambynek, H. Behrens e M. H. Chen, Erratum: Orbital electron capture by the nucleus, in Reviews of Modern Physics, vol. 49, n. 4, 1º ottobre 1977, pp. 961–962, DOI:10.1103/RevModPhys.49.961. URL consultato l'11 giugno 2023.
  12. ^ (EN) E. B. Norman, G. A. Rech e E. Browne, Influence of physical and chemical environments on the decay rates of {sup 7}Be and {sup 40}K, in Physics Letters B, vol. 519, n. 1-2, 1º giugno 2001, DOI:10.1016/S0370-2693(01)01097-8. URL consultato il 10 giugno 2023.
  13. ^ John N. Bahcall, Electron Capture in Stellar Interiors., in The Astrophysical Journal, vol. 139, 1º gennaio 1964, pp. 318, DOI:10.1086/147755. URL consultato l'11 giugno 2023.
  14. ^ (EN) B. Wang, S. Yan e B. Limata, Change of the 7Be electron capture half-life in metallic environments, in The European Physical Journal A - Hadrons and Nuclei, vol. 28, n. 3, 1º giugno 2006, pp. 375–377, DOI:10.1140/epja/i2006-10068-x. URL consultato l'11 giugno 2023.
  15. ^ (EN) A. Ray, P. Das e S. K. Saha, Observation of enhanced orbital electron-capture nuclear decay rate in a compact medium, in Physics Letters B, vol. 679, n. 2, 17 agosto 2009, pp. 106–110, DOI:10.1016/j.physletb.2009.07.036. URL consultato il 10 giugno 2023.
  16. ^ A. Rossani e G. Spiga, Auger effect in the generalized kinetic theory of electrons and holes, in Journal of Mathematical Physics, vol. 47, n. 1, 1º gennaio 2006, DOI:10.1063/1.2161020. URL consultato il 6 aprile 2024.
  17. ^ Giacomo Pirovano, Thomas C. Wilson e Thomas Reiner, Auger: The future of precision medicine, in Nuclear Medicine and Biology, vol. 96-97, 1º maggio 2021, pp. 50–53, DOI:10.1016/j.nucmedbio.2021.03.002. URL consultato il 6 aprile 2024.
  18. ^ MICHAEL F. L'annunziata, 1 - NUCLEAR RADIATION, ITS INTERACTION WITH MATTER AND RADIOISOTOPE DECAY, Academic Press, 1º gennaio 2003, pp. 1–121, DOI:10.1016/b978-012436603-9/50006-5, ISBN 978-0-12-436603-9. URL consultato il 6 aprile 2024.
  19. ^ Livechart - Table of Nuclides - Nuclear structure and decay data, su www-nds.iaea.org. URL consultato il 6 marzo 2023.
  20. ^ (EN) GREGORY R. Choppin, JAN-OLOV Liljenzin e JAN Rydberg, CHAPTER 4 - Unstable Nuclei and Radioactive Decay, Butterworth-Heinemann, 1º gennaio 2002, pp. 58–93, DOI:10.1016/b978-075067463-8/50004-2, ISBN 978-0-7506-7463-8. URL consultato il 10 giugno 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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