Castello di Dankwarderode

Castello di Dankwarderode
Burg Dankwarderode
Stato attualeBandiera della Germania Germania
LandBassa Sassonia
CittàBraunschweig
Coordinate52°15′53″N 10°31′27″E / 52.264722°N 10.524167°E52.264722; 10.524167
Mappa di localizzazione: Germania
Castello di Dankwarderode
Informazioni generali
Tipocastello
Inizio costruzioneXII secolo
CostruttoreLudwig Winter (ricostruzione 1887-1906)
Condizione attualeAperto al pubblico
Sito webwww.3landesmuseen.de
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Il castello di Dankwarderode (in lingua tedesca: Burg Dankwarderode) si trova nella Burgplatz di Braunschweig. Per secoli è stata la residenza dei conti di Braunschweig, mentre oggi è parte del museo Herzog Anton Ulrich.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima struttura risale all'XI secolo, quando venne costruita su un'isoletta naturale del fiume Oker una fortezza. La prima menzione di questo edificio risale al 1134 e viene definito castrum Tanquarderoth. Sullo stesso luogo Enrico il Leone fece costruire un Kaiserpfalz fra il 1160 e il 1175. L'origine del nome non è purtroppo ricostruibile.

La nuova costruzione si sviluppava come un'aula centrale a due piani con absidi sui lati corti. Il palazzo era collegato al duomo di San Biagio vicino tramite un corridoio sopraelevato che partiva dal primo piano. Il piano terra aveva un sistema di riscaldamento nel pavimento, come era presente nel palazzo imperiale di Goslar. Il castello, come parte della città, venne distrutto da un grande incendio nel 1252.

Durante i secoli dei rinascimento i resti del palazzo vennero ristrutturati nel coevo stile rinascimentale. Successivamente l'edificio perse sempre più importanza, perché i conti di Braunschweig preferivano risiedere nel palazzo nuovo di Braunschweig. Quello che restava del castello divenne da prima una caserma militare e poi nel 1878 la città stessa di Braunschweig acquisì le rovine.

La struttura venne così restaurata e ricostruita dall'architetto Ludwig Winter, fra il 1887 e 1906, grazie agli aiuti finanziari del principe Alberto. La ricostruzione si basa su prospezioni archeologiche e verosimilmente riproduce l'aspetto originario del palazzo voluto da Enrico il Leone.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Georg Dehio: Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, Bremen/Niedersachsen. Deutscher Kunstverlag, 1977.
  • Richard Moderhack: Braunschweiger Stadtgeschichte. Braunschweig, 1997.

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Controllo di autoritàVIAF (EN41149196265274790774 · LCCN (ENsh98005712 · GND (DE4386222-6 · J9U (ENHE987007293542805171