Carlo Orelli

Carlo Orelli
Carlo Orelli con il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Quirinale nel 2003 per la consegna dell'onorificenza di Grande ufficiale dell'OMRI
NascitaPerugia, 23 dicembre 1894
MorteRoma, 22 gennaio 2005
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Anni di servizio1915 - 1916
GradoSoldato
Direttore d'artiglieria
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano
BattaglieBattaglie dell'isonzo
DecorazioniGrande ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica italiana
Altre carichemeccanico
voci di militari presenti su Wikipedia

Carlo Orelli (Perugia, 23 dicembre 1894Roma, 22 gennaio 2005) è stato un militare e supercentenario italiano, ultimo superstite della prima guerra mondiale fra i chiamati alle armi nell'esercito all'inizio del conflitto, vissuto fino all'età di 110 anni e 30 giorni.

Tuttavia Orelli non è stato l'ultimo superstite italiano della prima guerra mondiale perché quell'onore spetta a Delfino Borroni, scomparso nel 2008 che aveva servito solo dal 1917.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Perugia, si trasferì con la famiglia a Roma, dove visse per la maggior parte della sua vita. Proveniva da una famiglia con tradizioni militari: il nonno Tommaso aveva partecipato all'insurrezione di Perugia contro le armate papaline nella seconda metà dell'Ottocento, il fratello maggiore aveva combattuto nel 1911 nella guerra italo-turca. Meccanico di commercio, Orelli si arruolò nell'Esercito Italiano nel maggio 1915 e fu impegnato in operazioni di combattimento in Italia. I suoi ricordi sono segnati da esperienze particolarmente brutali della guerra di trincea, compresa la morte violenta di molti dei suoi amici. Dopo aver ricevuto lesioni alla gamba, fu sollevato dall'incarico e tornò a casa.

Orelli si sposò ed ebbe dieci bambini. Durante la seconda guerra mondiale, nonostante la sua avversione alla Germania nazista e al fascismo, fu costretto a lavorare come direttore d'artiglieria in Italia. Finita la guerra tornò a lavorare, per poi andare in pensione nel 1960. Nel 2003 fu fatto Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana[1]. Morì il 22 gennaio 2005 nella sua casa alla Garbatella[2], un mese dopo aver compiuto 110 anni ed essere diventato un supercentenario. Al momento della sua morte era in Italia il più longevo sopravvissuto della prima guerra mondiale, tra gli ultimi superstiti della guerra delle trincee e dell'immediato ingresso in guerra del suo paese.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 5 novembre 2003[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicola Bultrini, L’ultimo fante, Nordpress Edizioni, 2004, ISBN 88-88657-37-1. URL consultato il 16 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2009).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Decano maschile d'Italia Successore
Pasquale Frasconi 16 marzo 2004 -
22 gennaio 2005
Carmine Alfano
Controllo di autoritàVIAF (EN61071057 · ISNI (EN0000 0000 3902 3817 · LCCN (ENnb2007012084 · BNF (FRcb16063520z (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007012084