Carlo Lari

Carlo Lari (Firenze, 1881Milano, 30 aprile 1958) è stato un regista, critico teatrale e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver completato gli studi, Lari preferì dedicarsi al giornalismo invece della carriera diplomatica, collaborando con numerosi quotidiani, tra i quali, il Giornale d'Italia, il Regno, il Nuovo giornale,[1] e successivamente, dal 1924, per quasi vent'anni, con il giornale La sera di Milano, dove curò la critica teatrale, caratterizzandosi per la chiarezza e la gentilezza.[2][3]

Si occupò di numerose attività, tra le quali la scrittura di saggi di critica, come le monografie di Eleonora Duse (1922), del Teatro dannunziano (1927) e del libro Sem Benelli, il suo teatro, la sua compagnia (1928).[1][3]

Oltre alla scrittura Lari si dedicò alla regia, dapprima a Genova e poi a Milano, dove fondò nel 1953 il Sant'Erasmo, uno dei primi teatri con palcoscenico centrale in Italia e nel mondo.[2][1]

Carlo Lari è morto il 30 aprile 1958 a Milano.[1]

Nel giugno 1959 Casa Lyda Borelli gli dedicò una targa commemorativa in memoria della sua opera teatrale, del suo impegno e delle sue numerose altre attività.[1]

Il Teatro Sant'Erasmo[modifica | modifica wikitesto]

Il Sant'Erasmo fu guidato da Lari per quattro anni e grazie alla collaborazione della cofondatrice Lida Ferro (19152012), mise in scena spettacoli che suscitarono grande interesse, prevalentemente nuovi e di differenti generi, valorizzanti soprattutto la parola e caratterizzati dalla grande intensità, grazie al peculiare contatto che l'attore poteva stabilire con il pubblico.[2][1][3]

Tra le sue regie menzioniamo: ...Ovvero il commendatore di Federici (premio Idi-Saint Vincent per la miglior regia 1953-1954);[3][2] Il fratello di Carlo Maria Pensa (19212014); L'annuncio a Maria e Le père humilié di Paul Claudel (1868-1955); Isa, dove vai? di Cesare Vico Lodovici (18851968),[2] La calzolaia ammirevole di Federico García Lorca (1898-1936); L'altro figlio e Come prima, meglio di prima di Luigi Pirandello (18671936); Nora seconda di Cesare Giulio Viola (18861958); La moglie saggia di Carlo Goldoni (17071793).[1][3]

Tra le traduzioni e le riduzioni teatrali di opere straniere effettuate da Lari e dalla Ferro, pubblicate su riviste come Il dramma e talvolta messe in scena, si ricordano: Una povera figliuola (dopo il 1909) di Georges Courteline (18581929); Le scale del palazzo (dopo il 1939) di Jean Sarment (18971976); R.D.O. Ragazzi di oggi (dopo il 1943) di Roger Ferdinand (1898–1967); Nuovi inquilini al sesto piano (1946) di Alfred Jarry (1873-1907); Il signor de Falindor (1948) di George Manoir; Frou frou (1955) di Henri Meilhac (18311897) e Ludovic Halévy (18341908); Mal d'amore (dopo il 1955) di Marcel Achard (18991974).[1]

Il Teatro Sant'Erasmo fu progettato nel 1953 da Carlo Lari e da Lyda Ferro assieme agli architetti Carlo De Carli e Antonio Carminati in uno scantinato milanese, con uno stile vicino all'avanguardia dei primi del Novecento,[4] e caratterizzato dal palcoscenico centrale e la forma geometrica dell'ottagono preferita a quella del cerchio.[4]

L'avanguardia venne evidenziata dai progettisti anche dalla scelta originale di materiali e colori come il fustagno rosso delle pareti, il giallo dei legni e il blu delle sedute e dei tendaggi.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Lari, Carlo, su cittadegliarchivi.it. URL consultato il 15 ottobre 2018.
  2. ^ a b c d e le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 359.
  3. ^ a b c d e Lari, su spettacolo.mam-e.it. URL consultato il 15 ottobre 2018.
  4. ^ a b c Teatro Sant'Erasmo, su ordinearchitetti.mi.it. URL consultato il 15 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lari Carlo, in Dizionario dello spettacolo del '900, Milano, Baldini e Castoldi, 1998, p. 602.
  • Teatro S. Erasmo, in I Teatri di Milano, Milano, Mursia, 1985, pp. 218-222.
  • S. D'Amico, Lari Carlo, in Enciclopedia dello spettacolo, VI, Roma, Le maschere, 1959, pp. 1237-1238.
  • L. Iannacci e F. Rossi, Carte e libri di teatro: breve viaggio attraverso le raccolte di Casa Lyda Borelli, in Spigolature d'archivio. Contributi di archivistica e storia del progetto "Una città per gli archivi", Bologna, Bup, 2011, pp. 277-293.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro Sant'Erasmo 1953-1954, su ordinearchitetti.mi.it. URL consultato il 19 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2018).
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