Carlo Bonacina

Carlo Bonacina (Mestrino, 20 settembre 1905Pergine Valsugana, 30 gennaio 2001) è stato un pittore e incisore italiano.

'Autoritratto con architettura' 1926. Olio su tavola. 50,5 × 45. Collezione privata.

Esponente di rilievo della corrente di Realismo magico e del gruppo di Novecento. Importante la sua produzione pittorica ad olio, le incisioni ad acquaforte e gli affreschi religiosi in varie chiese del nord Italia ed in particolare in Trentino. Le sue opere sono esposte in vari musei e gallerie.

La vita[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1905 a Mestrino da padre scultore milanese e madre veneziana. Fino all'età di tredici anni vive a Milano, poi a Cremona. A sedici anni è ammesso al Corso inferiore di Brera e nel 1925 consegue la maturità presso il Liceo artistico di Venezia. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Venezia con docenti quali Virgilio Guidi per la pittura e Emanuele Brugnoli per l'incisione.

Dal 1926 al 1929 partecipa alle mostre dei giovani artisti di Cà Pesaro. Nel 1928 partecipa alla XVI Esposizione internazionale d'arte di Venezia nella sezione bianco e nero. Del 1925 è l'Autoritratto, del 1926 il Ritratto della madre.
Siamo nel periodo del Realismo magico ispirato dall'insegnamento di Virgilio Guidi. In quest'epoca inizia a frequentare la Val di Non e a dipingere i paesaggi rurali e montani. A Milano conosce gli artisti della Galleria Pesaro ed espone alla Permanente del 1929.

Nel 1931 Carlo Bonacina si trasferisce in Trentino sollecitato dall'amico artista Gino Pancheri, legato al Gruppo d'Avanguardia composto, tra gli altri, da Giacomo Manzù e Aligi Sassu. È di quest'epoca l'inizio di una florida produzione di opere, quali Cavalli all'abbeveratoio del 1933 e Cavalli a riposo del 1934. Nel 1934 espone alla sindacale La lavandaia del 1933. Nel periodo trascorso a Cles dal 1931 al 1948 l'artista realizza numerosi affreschi in chiese della Val di Non.
Come molti artisti tra il 1933 e il 1943 aderisce al sindacato e si dedica a temi che sono in linea con l'esaltazione dei valori della famiglia e patriottici, che si ritrovano in opere come La famiglia e La famiglia rurale.

Nel secondo dopoguerra, Bonacina si concede una maggiore libertà, facendo propria l'espressione post-cubista.
Già dalla prima edizione del 1931 sino alla metà degli anni Cinquanta partecipa assiduamente alle Quadriennali romane. In particolare si segnala la partecipazione alla sesta e alla nona edizione.
Nel 1958 si trasferisce a Trento dove diviene esponente del Sindacato Artisti Trentini e dove presiede per un periodo anche l'Associazione degli Artisti Cattolici (UCAI). Diviene più intensa l'attività nell'ambito della decorazione murale con la tecnica dell'affresco di edifici pubblici e religiosi in Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Trentino. Dal 1953 diviene insegnante di decorazione pittorica presso l'Istituto d'Arte Vittoria di Trento, sino al 1975.

Negli anni Settanta la pittura e la grafica di Bonacina s'ispirano ad un'astrazione antinaturalistica di stampo geometrico, che lo caratterizzerà sino alla fine, pur non abbandonando quasi mai il richiamo al figurativo.

Partecipazioni ad eventi nazionali ed internazionali[modifica | modifica wikitesto]

- 1929 Venezia, XVI Esposizione Biennale Internazionale d'Arte - 1930 Venezia, XVII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte - 1931 Roma, Palazzo delle Esposizioni, Prima Quadriennale d'Arte Nazionale - 1932 Milano, Mostra Nazionale del Bianco e Nero - 1933 Firenze, Prima Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti - 1934 Bolzano, VII Mostra Biennale Sindacale d'Arte - 1935 Roma, Palazzo delle Esposizioni, Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale - 1935 Venezia, Mostra dei Quarant'anni della Biennale - 1936 Venezia, XX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte - 1938 Venezia, XXI Esposizione Biennale Internazionale d'Arte - 1939 Atene - Budapest, Mostra dell'Incisione Italiana - 1939 Bergamo, Mostra Nazionale del Paesaggio - 1939 Roma, Palazzo delle Esposizioni, Terza Quadriennale d'Arte Nazionale - 1940 Venezia, XXII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte - 1941 Milano, Mostra Interregionale Sindacale d'Arte - 1942 Venezia XXIII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte - 1946 Bergamo I Mostra Nazionale d'Arte Sacra - 1946 Trento, Castello del Buonconsiglio Mostra della Pittura Trentina dell'Ottocento e del Novecento - 1947 Stoccolma, Museo Nazionale, Mostra degli Incisori Italiani - 1948 Venezia, XXIV Biennale Internazionale d'Arte - 1949 Bergamo, Mostra Nazionale del Paesaggio Italiano - 1950 Trento, Galleria d'Arte Trento, Mostra Nazionale di pittura e scultura - 1951 Novara, II Mostra Internazionale d'Arte Sacra - 1951 Roma, Palazzo delle Esposizioni, VI Esposizione Nazionale Quadriennale d'Arte - 1951 Venezia, II Mostra del Premio Burano - 1951 Reggio Emilia III Mostra Nazionale del disegno e dell'incisione moderna - 1951 Torino, Palazzo del Valentino, Esposizione Società Promotrice Belle Arti - 1952 Trieste, I Mostra Nazionale d'Arte - 1953 Rio de Janeiro, Mostra d'Arte Sacra per la casa - 1953 Torino, Esposizione Nazionale di Arti Figurative - 1954 Novara, III Mostra Internazionale d'Arte Sacra - 1955 Roma. VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma - 1956 Bologna, II Mostra Nazionale d'Arte Sacra Contemporanea - 1956 Milano, IX Esposizione Nazionale d'Arte di Brera - 1956 MIlano, I Salone Incisori Italiani I.D.I.T. - 1956 Reggio Emilia, V Mostra Nazionale del disegno e dell'incisione - 1956 Venezia, XVIII Biennale Internazionale d'Arte - 1957 Lubiana, Moderna Galerija, Selezione della II Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea - 1958 Digione, Museo Nazionale, Incisione Veneta - 1958 Bologna, Antoniano, Mostra Nazionale d'Arte Sacra

Opere dell'artista a La Biennale di Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Come da archivio ASAC-dati:

  • "Paesaggio" (1948)
  • "Passaggio a Livello" (1956)
  • "Trapezio" (1956)
  • "La Giostra" (1956)
  • "Paesaggio Urbano"
  • "La Ferriera"
  • "Composizione"
  • "La Famiglia Rurale"
  • "Piazza S. Giacomo - Bergamo"
  • "Paesaggio"
  • "Due Acqueforti"
  • "La Terra"
  • "Maternità Rurale"
  • "Fronte Agricolo"[1]

Pittura[modifica | modifica wikitesto]

Autoritratto, 1925; Meditazione, 1925; Ritratto della madre 1925; Riposo nella natura, 1926; Autoritratto con architettura, 1926; Ritratto di profilo al femminile, 1926; Ritratto di Paolo Springhetti, 1928; La stazione di Cles, 1928; Paesaggio di periferia, 1928; La ferriera, 1929-1930; Figura d'uomo (il bevitore) 1930; Le contadine, 1930; Deposizione, 1930; Ritratto in rosa, 1938; Ritratto del padre scultore, 1932; La lavandaia, 1933; Cavalli all'abbeveratoio, 1933; Le due età, 1934-1935; Nudo di donna, 1935; Fiori nello studio, 1938; Campagna clesiana, 1940; Natura morta in rosso, 1946; Il mattino, 1954; Balcone sulla valle, 1955;

Affreschi[modifica | modifica wikitesto]

Episodi e personaggi della Val di Non, affresco, 1954, Banca di Trento e Bolzano, Cles (TN); San Giorgio e il drago, affresco, Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, Casez (TN); Incontro di prelati al Concilio di Trento, Chiesa Parrocchiale di S. Carlo Borromeo, Molveno (TN); San Francesco e la predica agli uccelli, Sant'Antonio ora pro nobis, I quattro Evangelisti e i loro simboli Chiesa dei Cappuccini di San Gregorio Taumaturgo, Condino (TN), 1948.

Palazzo Arzberg Freihaus di Arsio frazione di Brez nel comune di Novella (1945):- Cappella di Sant'Antonio e San Francesco.

Affresco di chiusura del nartece: "Sant'Antonio da Padova e la mula". La tradizione narra che un eretico sfidò Antonio nel dimostrare la presenza di Cristo nell'eucarestia, promettendo che se ci fosse riuscito si sarebbe convertito. Loscamente l’eretico tenne segregata la mula per alcuni giorni nella stalla, senza darle da mangiare. Il giorno della sfida la potò in piazza davanti alla gente e le pose d’innanzi un sacco di biada. A questo punto intervenne Antonio che mostrando l’ostia all'animale inizio a dirle : «In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione». Antonio non fece tempo a finire di pronunciare queste parole che la mula abbassò la testa fino ai garretti e si inginocchiò davanti al sacramento del corpo di Cristo.

Arco di separazione tra il nartece e la navata: Partendo dal lato destro dal basso verso l’alto notiamo interessanti decorazioni rappresentanti simboli cristiani, le virtù cardinali e teologali. Nel primo quadrante è raffigurato un libro su cui poggia un serpente che riflette la sua immagine in uno specchio (la prudenza), nel secondo una corona (Il potere spirituale), nel terzo un'ancora intrecciata ad una corda (la speranza), nel quarto una pisside da cui fuoriesce un sole con al centro una croce che riporta le iniziali IHS (la fede), nel quinto una bilancia a due braccia (la giustizia), nel sesto una corazza (la fortezza), e nell'ultimo un'anfora colma d’acqua (la temperanza).

Arco Santo. Sull'arco santo sono raffigurati simboli cristiani, partendo da destra salendo troviamo nel primo riquadro una fontana sormontata da una croce, il manufatto presenta quattro vasche una per lato da cui fuoriescono i quattro fiumi del paradiso (l’immortalità), nel secondo un pellicano che smembra il suo ventre per sfamare con il sangue i propri piccoli (la carità), nel terzo due spighe di grano e due tralci di vite che si incrociano tra loro disegnano una X da cui fuoriesce la lettera P (Cristo), i tralci presentano ciascuno un grappolo d’uva (l’eucarestia), nel quarto una croce ai cui lati stanno le lettere alfa e omega (inizio e fine), nel quinto l’ancora e la colomba che tiene nel becco un ramoscello di olivo circondata da due stelle (speranza e pace), nel quinto una brocca con incisa la scritta “Pacem Habem” e una X centrale da cui fuoriesce la lettera P (Cristo), i tralci presentano ciascuno un grappolo d’uva (l’eucarestia), nel quarto una croce ai cui lati stanno le lettere alfa e omega (inizio e fine), nel quinto l’ancora e la colomba che tiene nel becco un ramoscello di olivo circondata da due stelle (speranza e pace), nel quinto una brocca con incisa la scritta “Pacem Habem” e una X centrale da cui fuoriesce la P (Cristo) sopra il manufatto poggiano due colombe, una per lato (il Battesimo), nel sesto un cesto colmo di pane da cui fuoriesce una croce, alla base dello stesso è raffigurato un pesce e sotto a questo troviamo la scritta IXOYC (Gesù Cristo) quest’ultimo riquadro simboleggia l’eucarestia.

Abside. A chiusura della zona liturgica, alle due estremità, troviamo altre rappresentazioni pittoriche, sulla destra è raffigurato San Francesco d’Assisi e sulla sinistra Sant'Antonio da Padova che tiene in mano il messale e il giglio simbolo di purezza. A lato di ciascuno dei due Santi sono raffigurate le basiliche che ne ospitano i resti mortali.

Grafica[modifica | modifica wikitesto]

Il trapezio, 1956; Locomotiva, 1957; Maschere, 1959; La ragazza del tiro a segno, 1966; Composizione in azzurro n.2, 1977

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ASAC Dati: Opere di persona [collegamento interrotto], su asac.labiennale.org. URL consultato il 6 ottobre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabriella Belli (a cura di), Carlo Bonacina, Quaderni di documentazione del Museo Provinciale d'Arte di Trento, Trento, 1986
  • Gabriella Belli, Danilo Eccher, Giovanna Nicoletti (a cura di), Carlo Bonacina. L'opera, catalogo della mostra di Palazzo Trentini, Trento, 1993
  • Elena Fontana, Fabio Cavallucci (a cura di), Carlo Bonacina 1905-2001, catalogo della mostra di Galleria Fogolino, 2002
  • AA.VV., VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, De Luca Editore, Roma, 1951
  • AA.VV., IX Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, De Luca Editore, Roma, 1965
  • Sergio Filosi, Massimo Martignoni, Gabriella Parisi, Istituto d'Arte di Trento 50+ maestri e allievi 1953-1968, Trento, 2005
  • Giovanna Nicoletti, Carlo Bonacina. La forma costruita, catalogo della mostra tenutasi a Cles, Cles, 2009.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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