Carlantonio Pilati

Carlo Antonio Pilati

Carlo Antonio Pilati (Tassullo, 28 dicembre 1733Tassullo, 28 ottobre 1802) è stato un giurista, storico e pubblicista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Scrisse Di una riforma d'Italia, il cui titolo completo è Di una riforma d'Italia ossia dei mezzi di riformare i più cattivi costumi e le perniciose leggi d'Italia, in cui condannò il malcostume italiano ascrivendolo a conseguenza della Controriforma. Venne per questo condannato dall'inquisizione e fu quindi costretto a vagare per l'Europa.

Proveniente da una cultura di frontiera (Trento), da un'identità difficile e divisa fra cultura controriformistica, aperture illuministiche, influenze asburgiche e resistenze ecclesiastiche, prende come proprio punto di riferimento la cultura tedesca e la religiosità protestante, oltre all'Illuminismo italiano e francese. Le argomentazioni principali del Pilati sono l'esaltazione della ragione e dell'esperienza contrapposte alla natura, il ruolo fondamentale dell'istruzione, il carattere strumentale delle religioni. Fondamentale per capire la formazione culturale di Pilati è anche la dottrina di Febronio e la cultura giansenistica.

Nell'agosto 1767 si trasferisce in Olanda, sede dei grandi editori dell'Illuminismo radicale. Successivamente si trasferisce a Coira, nei Grigioni, dove creò una tipografia,[1] dalla quale si lanciò nell'esperienza giornalistica lanciando il giornale "Corriere letterario", che durò circa un anno e mezzo, come tentativo di mediazione tra cultura tedesca e Illuminismo italiano e francese. In Svizzera dove scrisse il suo saggio più celebre, Di una riforma d'Italia ossia dei mezzi di riformare i più cattivi costumi e le perniciose leggi d'Italia (1767) e conobbe Rousseau e Voltaire.[2] Nel 1769 interruppe l'esperienza di Coira, trovò rifugio a Venezia dove venne catturato dagli Inquisitori di Stato.

Massoneria[modifica | modifica wikitesto]

È iniziato in Massoneria in Germania, nel periodo in cui frequenta l'università di Lipsia o di Gottinga, oppure quando insegna a Helmstedt, in un periodo che va dal 1758 al 1760; nel 1783, ingaggiato da Tommaso de Bassus, figura tra gli Illuminati di Baviera.[3]

Pensiero[modifica | modifica wikitesto]

L'esistenza della legge naturale, 1764

Di una riforma d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Opera principale di Pilati è Di una riforma d'Italia, pubblicata nel 1769; il trattato prende spunto dalle polemiche del giurisdizionalismo, ma affronta il problema del conflitto Stato-Chiesa alla radice, nel suo nodo principale: occorre ridurre il clero secolare (i preti), abolire quello regolare (ordini ecclesiastici), sottrarre ogni ricchezza alla Chiesa e trasformare i sacerdoti in funzionari pubblici, preparati per il loro compito in seminari gestiti dallo Stato. Si possono notare riferimenti al febronianesimo, mentre a sua volta l'opera sembra suggerire temi e argomenti al nascente giuseppinismo. Pilati vuole l'abolizione di tutte le immunità e delle giurisdizioni ecclesiastiche, restituire allo Stato e al mercato i beni immobilizzati nelle manimorte, la cancellazione dei diritti romano e canonico. È cosciente della differenza tra i paesi protestanti con i paesi cattolici; i paesi che hanno conosciuto la Riforma non conoscono forme di immobilizzazione dei beni, i quali al contrario circolano liberamente e distribuiscono benessere. La superiorità dei paesi protestanti non deriva però, secondo Pilati, da motivazioni teologiche, ma sposta l'origine su differenze culturali ed etiche. Nodo da scegliere è sempre la presenza ingombrante della Chiesa che concentra le ricchezze sottratte allo Stato e alla società civile e porta con sé un sistema di valori incompatibile con un mondo ragionevole. Fondamentale è il concetto di tolleranza e il rifiuto di ogni inquisizione. Il sovrano e lo Stato sono inoltre invitati a fare una scelta decisamente antiaristocratica, poiché la nobiltà, assieme al clero, rappresenta un'istituzione anacronistica e che ostacola il libero sviluppo della società.

Relazioni del regno di Cumba[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1768 scrive le Relazioni del Regno di Cumba, uno Stato immaginario in cui immagina l'arrivo di missionari. Mostra le distruzioni portate in un regno innocente e pagano in particolare da parte dei gesuiti. È una fortissima critica agli ordini regolari, ai loro modelli culturali, al loro parassitismo e dannosità sociale. La scelta che propone è la loro abolizione, graduale ma ferrea. La Chiesa avrebbe dovuto inoltre avere unicamente uno scopo spirituale ed essere ricondotta ai diritti e doveri di una qualsiasi società privata.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia, i Liberi Muratori italiani dalle origini alla Rivoluzione francese, Milano, Milano, Ed. Ghibli, 2013, p. 316.
  2. ^ AA.VV., La letteratura italiana vol. 11, pag. 133, Edizione speciale per il Corriere della Sera, R.C.S. Quotidiani S.p.A., Milano 2005; Titolo dell'opera originale: Natalino Sapegno ed Emilio Cecchi (diretta da) Storia della letteratura italiana, Garzanti Grandi opere, Milano 2001 e De Agostini Editore, Novara 2005)
  3. ^ Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia, i Liberi Muratori italiani dalle origini alla Rivoluzione francese, Milano, Ed. Ghibli, 2013, p. 316.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Italia del Settecento, Carpanetto, Ricuperati, Laterza 1986.
  • Carlo Antonio Pilati: un illuminista trentino nell'Europa del 1700 (atti del Convegno), Trento, Edizioni U.C.T., 1987.
  • Silvano Cavazza, Polemiche vichiane: Bonifazio Finetti, Carlantonio Pilati e lo «stato ferino» dell'umanità, in Atti dell'Accademia udinese di scienze lettere e arti, vol. 91, 1998, pp. 93-113.
  • (DE) Eberhard Kaus, Pilati, Carlo Antonio, in "Bio-Bibliographisches Kirchenlexikon" 31, Nordhausen 2010, pp. 1072-1077.
  • Serena Luzzi, Il "viaggiatore filosofo" e il conte mecenate. Lettere inedite di Carlo Antonio Pilati a Giovanni Vigilio, Thun-Hohenstein di Castel Braghèr (1775-1777), in «Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento», 30, 2004, pp. 549–600.
  • Serena Luzzi, Lettere inedite di Carlantonio Pilati, aspirante professore a Padova, all'abate Calogerà e al consultore «in jure» Trifone Wrachien (1764), in Carlantonio Pilati (1733-1802). Un intellettuale trentino nell'Europa dei Lumi, a cura di S. Ferrari-G.P. Romagnani, Milano, Franco Angeli, 2005, pp. 341–363.
  • Serena Luzzi, Il processo a Carlo Antonio Pilati (1768-1769), ovvero della censura di stato nell'Austria di Maria Teresa, in «Rivista Storica Italiana», 117, 2005, 3, pp. 687–741.
  • Serena Luzzi, A pranzo con Mozart. Come Carlo Antonio Pilati rientrò illegalmente in patria (Rovereto 1769), con qualche nota sulla percezione del bando nel XVIII secolo, in Studi in memoria di Adriano Rigotti, a cura di M. Allegri, Rovereto, Edizioni Osiride, 2006, pp. 135–161.
  • Serena Luzzi, Ricezione, traduzione e censura nel Settecento. Le versioni francesi della 'Riforma d'Italia' di Carlo Antonio Pilati, in "L'Accademia degli Agiati nel Settecento europeo. Irradiazioni culturali", a cura di G. Cantarutti-S. Ferrari, Milano, Franco Angeli, 2007, pp. 99–128.
  • Serena Luzzi, Culture riformatrici nell'Italia del Settecento. Per una rilettura di Carlo Antonio Pilati e dei suoi modelli, in «Rivista Storica Italiana», 121, 2009, 3.
  • Serena Luzzi, Percorsi secolarizzati nell'Italia del Settecento, tra diritto naturale ed etica scozzese, in "Illuminismo e protestantesimo", Atti del Convegno internazionale, Rovereto 27-28 marzo 2008.
  • Andrea Marchisello, La ragione del diritto. Carlantonio Pilati tra cattedra e foro nel Trentino del tardo Settecento, Milano, Giuffré, 2008.
  • Daniele Mattalia, Pilati, Carlo Antonio, in Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III, Milano, Bompiani, 1957, p. 155, SBN IT\ICCU\PAL\0199718.
  • Maria Rigatti, Un illuminista trentino del secolo XVIII: Carlo Antonio Pilati., Firenze, Vallecchi 1923.
  • Giovanni Pagliero, Pilati C.A. Lettere di un viaggiatore filosofo (Germania, Austria, Svizzera), Trento, Edizioni U.C.T., 1993.
  • Giovanni Pagliero, Pilati C.A. Lettere di un viaggiatore filosofo (Il Mezzogiorno, Parigi), Trento, Edizioni U.C.T., 1993.

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