Cannolo

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Cannolo
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Europa Europa
Diffusioneinternazionale
Dettagli
Categoriadolce
Settorepaste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria
Ingredienti principalipasta sfoglia e crema pasticcera o zabaione
Variantipanna o cioccolato

Il cannolo, o cannoncino in alcune regioni italiane, è un prodotto di pasticceria, specialità culinaria gastronomica tipicamente europea.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque probabilmente nei Balcani; era un rotolo di pasta sfoglia, spesso farcito con panna montata, confetture, creme o frutta fresca. Veniva prodotto utilizzando olio e solo nel XVII secolo il francese François Pierre de La Varenne, cuoco del marchese di Uxelles, codificò l'uso del burro e il metodo di impasto. Questa ricetta si diffuse in tutta l'Europa.[1]

Il cannolo piemontese[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Belle Époque alcune delle migliori pasticcerie torinesi iniziarono a proporre dei piccoli cannoli farciti di zabaione, la crema considerata uno dei simboli dolciari della città, già presente dal XVII secolo come farcitura di bignè e cannoli nei banchetti di Casa Savoia. Il successo del prodotto fu clamoroso, superando i confini locali e facendone un classico della pasticceria italiana.[1]

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo pasticcino è composto da pasta sfoglia arrotolata e ripieno di crema[2] o zabaione, generalmente decorato con granella di biscotto o di Nocciole Piemonte.[3]

Occasionalmente vengono farciti con panna montata oppure cioccolata.

È venduto nelle panetterie o al bar come alternativa al croissant per la colazione, specialmente nell'Italia settentrionale.

Usato sempre come dolce, risulta particolarmente friabile ed è uno dei pasticcini più conosciuti e richiesti dagli italiani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b MTChallenge, su mtchallenge.it.
  2. ^ Ada Boni, Il talismano della felicità, IX edizione pag. 676, Edizioni della rivista Preziosa, Roma, 1943
  3. ^ AA. VV., Dolci, Edizioni Demetra, 2011, p. 114.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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