Campocologno

Campocologno
frazione
Campocologno – Stemma
Campocologno – Veduta
Campocologno – Veduta
Scorcio del paese con la stazione ferroviaria sulla ferrovia del Bernina
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Grigioni
RegioneBernina
ComuneBrusio
Territorio
Coordinate46°13′59″N 10°08′31″E / 46.233056°N 10.141944°E46.233056; 10.141944 (Campocologno)
Altitudine553 m s.l.m.
Abitanti136
Altre informazioni
Cod. postale7744
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
TargaGR
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Campocologno
Campocologno

Campocologno (toponimo italiano, in lombardo /kuŋku'luɲ/, a seconda della grafia Concologn o Cunculugn) è una frazione di 136 abitanti[senza fonte] del comune svizzero di Brusio, nella regione Bernina (Canton Grigioni).

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La località è bagnata dal torrente Poschiavino, in val Poschiavo, e sorge a 553 m s.l.m. Si trova al confine tra Italia e Svizzera presso Tirano (provincia di Sondrio), da cui dista 2,5 km. Dista inoltre 3,4 km da Brusio, 13,4 km da Poschiavo e 129 km da Coira.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La regione gode di un buon soleggiamento con una quantità moderata di precipitazioni annue[senza fonte].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel Medioevo apparteneva al comune di Tirano[1]. Fu contesa per secoli tra la diocesi di Como e quella di Coira; nel 1350 passò sotto il ducato di Milano[senza fonte] governato dai Visconti come frazione del comune di Tirano. Nel 1526 venne annesso ai Grigioni e quindi al comune di Brusio di cui seguì la storia entrando a far parte nel 1803 della Svizzera[1].

Data la vicinanza al confine è la sede della dogana svizzera, mentre quella italiana è a Piattamala. Soprattutto in passato e per il molto diverso regime fiscale tra i due stati confinanti si crearono le condizioni per il sorgere di attività collegate al contrabbando[1][2].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Interno della chiesa della Sacra Famiglia
  • Chiesa cattolica della Sacra Famiglia, eretta nel 1910-1912 dall'architetto Ugo Zanchetta[3].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Campocologno

La località è servita dalla stazione di Campocologno della ferrovia del Bernina.

Centrale idroelettrica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1902-1910 fu costruita una centrale idroelettrica gestita dalla Società Forze motrici Brusio, che assicurò la fornitura anche alla ferrovia del Bernina[1]: all'epoca il salto dell'acqua era il maggiore tra quelli utilizzati per scopi elettrici. Fu poi radicalmente rinnovata tra il 1967 e il 1969. La captazione dell'acqua avviene dal lago di Poschiavo, che è un bacino naturale, ma adattato per permettere un innalzamento di un metro e la possibilità di abbassare il livello di sette metri. Si ha, perciò una disponibilià di oltre 15 milioni di metri cubi d'acqua. Il salto geodetico è di 418 m, la portata utilizzabile è di 13 metri cubi al secondo, la potenza installata è 47 MW, la produzione annua di 185 GWh/a. Dal riammodernamento due turbine Francis sostituiscono le originarie dodici turbine. Un ulteriore salto di 13,5 m viene sfruttato da una centralina realizzata nel 1950 e rammodernata nel 2008; vi è installata una turbina Kaplan verticale[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Adolf Collenberg, Campocologno, in Dizionario storico della Svizzera, 20 aprile 2005. URL consultato il 5 dicembre 2020.
  2. ^ Luciano Luciani, Emiliano Stelluti (a cura di), Il Contrabbando al confine alpestre nel XIX e nel XX secolo. Atti del convegno organizzato dal Museo Storico della Guardia di Finanza in collaborazione con il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Como (PDF), Como, 28-29 maggio 2013, p. 179. URL consultato il 5 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2021).
  3. ^ Katholische Kirche S. Famiglia, su baukultur.gr.ch. URL consultato il 5 dicembre 2020.
  4. ^ Produzione idroelettrica, su repower.com, Repower. URL consultato il 5 dicembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Storia dei Grigioni, 3 volumi, Collana «Storia dei Grigioni», Edizioni Casagrande, Bellinzona 2000.
  • Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003.
  • Tom Semadeni: Campocologno. In: Historisch-Biographisches Lexikon der Schweiz, Band 2, Brusino – Caux., Attinger, Neuenburg 1921, S. 483.
  • Andrea Tognina: Profughi nel Grigioni italiano durante la Seconda guerra mondiale. In: Arte&Storia, Edizioni Ticino Management, 7. Jahrgang, Nummer 31, Lugano 2006, S. 22–27.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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