Callia di Calcide

Callia di Calcide (in greco antico: Kαλλίας?; IV secolo a.C.IV secolo a.C.) è stato un tiranno della Calcide assieme a suo fratello Taurostene.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Succedette al padre Mnesarco, nella tirannia della Calcide, e formò un'alleanza con Filippo II di Macedonia allo scopo di essere assistito nella guerra contro Plutarco, tiranno di Eretria, o meglio con l'intenzione di estendere la sua autorità su tutta l'Eubea - un disegno che, secondo Eschine, nascose sotto la maschera di un piano per unire in una sola Lega tutti gli Stati dell'isola, e indicendo un congresso generale in Calcide. Plutarco pertanto si rivolse ad Atene per chiedere aiuto, che gli venne concesso nonostante i consigli contrari di Demostene, e un esercito venne inviato in Eubea sotto il comando del Focione, che sconfisse Callia a Taminae nel 350 a.C.[1] Dopo questo evento, Callia si recò alla corte macedone, dove per qualche tempo venne tenuto in gran favore dal re; ma, avendolo in qualche modo offeso, si ritirò a Tebe, con la speranza di ottenere sostegno nella promozione delle sue aspirazioni. Ruppe, tuttavia, anche con i Tebani e temendo un attacco sia da loro che da Filippo, chiese aiuto ad Atene, e attraverso l'influenza di Demostene non solo ottenne un'alleanza ma anche il riconoscimento dell'indipendenza della Calcide, inducendo gli Ateniesi a trasferire in quello Stato i contributi annuali di Oreo e Eretria. Callia fece grandi promesse (a quanto pare mai realizzate) di assistenza in uomini e denaro da Acaia, Megara e Eubea. Questo sembra essere accaduto nel 343 a.C., al momento del tentativo di Filippo proiettato verso l'Ambracia. Eschine, naturalmente, attribuisce al suo rivale il sostegno a Callia a seguito di corruzione; ma Demostene può aver pensato che l'Eubea, riunita sotto un governo forte, avrebbe potuto essere utilizzata come una barriera efficace alle ambizioni di Filippo.[2] Nel 341 a.C., la sconfitta inflitta dalla Focide ai macedoni in Eretria e Oreo sotto Cleitarco e Filistide diede il primato dell'isola a Callia.[3] Callia sembra essere stato ancora vivo nel 330 a.C., dal contenuto dell'orazione sulla corona. Lo si deduce da Eschine[4], che menziona una proposta di Demostene di confermare a Callia e a suo fratello Taurostene l'onore della cittadinanza ateniese.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eschine, "Contro Tesifone", 85-88, "Sull'ambasciata", 180; Demostene, "Sulla pace", 5; Plutarco, Vite parallele, "Focione", 12
  2. ^ Eschine, "Contro Tesifone", 89; Demostene, "Terza Filippica", 85
  3. ^ Demostene, "Sulla corona", 86, 99, "Terza Filippica", 23, 75, 79; Diodoro Siculo, Bibliotheca, xvi. 74; Plutarco, "Demostene", 17
  4. ^ Eschine, "Contro Tesifone", 85, 88

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]