Bruno Angoletta

Bruno Angoletta (Belluno, 7 settembre 1889Milano, 7 gennaio 1954) è stato un illustratore e fumettista italiano.[1][2][3][4][5][6]

Biografia[4][modifica | modifica wikitesto]

Si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a Padova ma non completò mai gli studi, preferendo dedicarsi al disegno e alla pittura trasferendosi a Roma;[3][4] esordì come vignettista nel 1909 sul settimanale satirico L'Asino;[3][1] collaborò poi anche con i periodici Noi, Il Mondo e Il Secolo XX; insieme a Vittorio Podrecca, dal 1911 al 1913, collaborò con il periodico per ragazzi Primavera edito dalla casa editrice di Podrecca e Galantara per la quale realizzò anche illustrazioni per alcuni volumi;[3][1] con Podrecca creò dal 1914 anche burattini per il Teatro dei Piccoli oltre a ideare scene e costumi per diverse rappresentazioni;[1][3][4] realizzò anche illustrazioni per i volumi della collana Bibliotechina della lampada, edita da La Scolastica.[1]

Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò volontario e venne decorato due volte, finì anche prigioniero degli austriaci venendo liberato solo alla fine del conflitto.[4][1][3] Finita la guerra riprese a disegnare collaborando per numerosi periodici come La Tribuna illustrata, Il Balilla, Bertoldo e Il Guerrin Meschino.[1] Nel 1921, con Antonio Beltramelli, che ne diviene il direttore; fonda il mensile poi quindicinale Giro Giro Tondo, della Mondadori.[senza fonte]

Durante gli anni venti e trenta si dedica anche alla cartellonista oltre a illustrare dei libri per la Bemporad e la Mondadori.[1]

Si sposò nel 1927 con Fidelia Mezzelani a Modena e avranno delle figlie, poi si trasferì a Milano.[4] Qui iniziò a collaborare col Corriere dei Piccoli per il quale nel 1928 idea il personaggio del soldato Marmittone, che verrà pubblicato per oltre un decennio, oltre ad altri personaggi da lui creati e pubblicati nel periodo tra le due guerre come Sor Calogero Sorbara, Centerbe Ermete, Romolino e Romoletto, Cencio e Mac Kerone Poliziotto.[1][4] A causa della guerra, la serie di Marmittone, per le sue tematiche, venne interrotta; verrà ripresa per un breve periodo nel dopoguerra sulla rivista Pinocchio e poi di nuovo sul Corriere dei piccoli.[4] Nel 1939 uscì il romanzo coloniale Men: avventura al Nuovo Fiore di Laudomia Bonanni, da lui illustrato.

Fra le due guerre è attivo anche come pittore, realizzando opere influenzate dal Futurismo e alcune sue opere vengono esposte in varie rassegne come anche la Biennale di Venezia.[1] In questo periodo è molto attivo anche come copertinista, illustratore e cartellonista per molti editori, ma soprattutto per la Mondadori per la quale crea nel 1933 il marchio della medusa per la omonima collana.[4]

Nel secondo dopoguerra collabora ai periodici satirici come Fra Diavolo e Candido e nel 1951 per Garzanti realizza le illustrazioni di una edizione delle avventure di Pinocchio.[1][4] e una sua vignetta pubblicata sul Candido venne citata nell'Enciclopedia Britannica come esempio di disegno umoristico.[4] Morì poco dopo in seguito a una lunga malattia, il 7 gennaio 1954 a Milano.[4][3]

Alcune sue opere apparvero in mostre postume come "70 manifesti italiani" a Milano nel 1972, "Gli Annitrenta", a Milano nel 1982.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Bruno Angoletta, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 4 luglio 2019.
  2. ^ Angolétta, Bruno nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 4 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2018).
  3. ^ a b c d e f g h ANGOLETTA, Bruno in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 4 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2018).
  4. ^ a b c d e f g h i j k l FFF - Bruno ANGOLETTA, su lfb.it. URL consultato il 4 luglio 2019.
  5. ^ (EN) Bruno Angoletta, su lambiek.net. URL consultato il 4 luglio 2019.
  6. ^ IT-Angoletta, Bruno :: Bruno Angoletta - uBC Fumetti, su ubcfumetti.com. URL consultato il 4 luglio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN5839570 · ISNI (EN0000 0001 0866 052X · SBN RAVV037192 · BAV 495/313646 · LCCN (ENno2001075838 · GND (DE123400473 · BNF (FRcb169654990 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2001075838
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