Braies

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Braies
comune
(IT) Braies
(DE) Prags
Braies – Stemma
Braies – Veduta
Braies – Veduta
La chiesa di San Vito
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoFriedrich Mittermair (SVP) dal 10-5-2015 (2º mandato dal 22-9-2020)
Lingue ufficialiItaliano, Tedesco
Territorio
Coordinate46°43′13.27″N 12°07′58.38″E / 46.720352°N 12.132884°E46.720352; 12.132884 (Braies)
Altitudine1 213 m s.l.m.
Superficie90,25 km²
Abitanti654[2] (31-8-2020)
Densità7,25 ab./km²
FrazioniBraies di Dentro (Innerprags), Braies di Fuori (Außerprags), San Vito (St. Veit), Ferrara (Schmieden)
Comuni confinantiCortina d'Ampezzo (BL), Dobbiaco, Marebbe, Monguelfo-Tesido, Valdaora, Villabassa
Altre informazioni
Cod. postale39030
Prefisso0474
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021009
Cod. catastaleB116
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 4 487 GG[4]
Nome abitanti(IT) braiesini
(DE) Pragser[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Braies
Braies
Braies – Mappa
Braies – Mappa
Posizione del comune di Braies nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Braies (IPA:/ˈbrajes/, Prags in tedesco IPA:[ˈpraks]) è un comune italiano di 654 abitanti della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige, situato in Val Pusteria.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il lago di Braies in inverno

Il paese di Braies è famoso anche per il lago di Braies che si trova nell'omonima valle.

Al territorio comunale appartiene parte del Parco naturale Fanes - Sennes - Braies.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome è omofono di Bragas e forse può risalire a barga, con valore semantico di capanna. Il toponimo è attestato per la prima volta tra il 965 e il 973 come Pragas, tra il 1085 e il 1097 come Prages e nel 1298 come Prags e sembra essere di origine preromana, forse connesso al termine celtico bracu ("palude") o a barga ("capanna").[5][6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Marienkapelle presso il lago di Braies[7]

Braies era popolata già durante la preistoria, come testimoniano alcuni ritrovamenti, e nel periodo medievale vi esercitarono la loro giurisdizione i conti del Tirolo. Il lago di Braies, in quel periodo, rientrava invece nella zona controllata dal principato vescovile di Bressanone.

Durante il Rinascimento le sue sorgenti termali la resero molto frequentata, come testimonia il soggiorno, nel 1491, della contessa Paola Gonzaga, moglie del conte di Gorizia e del conte del Tirolo e duca di Carinzia Leonardo.

Tra i monumenti più significativi custoditi dal comune vanno annoverati: la parrocchiale di San Vito, risalente al XIV secolo e rimaneggiata nel corso del XVII secolo; la chiesa del Cristo della Passione, edificata intorno al 1720; l'Hotel “Pragser Wildsee”, sulle rive dell'omonimo lago di Braies, edificato tra il 1897 e il 1899 dal noto architetto viennese Otto Schmid.

Risale ancora al XVIII secolo la tradizione del cosiddetto Nikolausspiel, una rappresentazione sacra attorno alla vita di San Nicolò, tipica della cultura religiosa popolare delle Alpi.[8]

Anche per la valle di Braies, come molte valli di confine, questa è stata oggetto di fortificazioni durante il periodo fascista. Queste opere fortificate fanno parte del Vallo Alpino in Alto Adige e precisamente dello sbarramento di Braies.[9]

Nel paese di Braies, sull'omonimo lago di Braies, si trova l'albergo “Pragser Wildsee”, con lo stesso nome del lago in tedesco, dove furono detenuti fino al 30 aprile 1945 prigionieri di spicco, tra cui Martin Niemöller, Léon Blum e Kurt von Schuschnigg, oltre a gruppi familiari, in prossimità del 20 luglio 1944, i quali secondo il comando di Adolf Hitler sarebbero dovuti essere uccisi, ma poco prima su richiesta del comandante della Wehrmacht Wichard von Alvensleben, erano stati liberati a Villabassa in alta Val Pusteria dalla custodia delle SS, che li teneva in arresto.[10]

Il 4 maggio 1945, l'esercito americano ha raggiunto il posto e ha portato i prigionieri liberati dalla detenzione di Braies a Capri, dove sono stati controllati per il loro passato politico.[11][12]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

(DE)

«In Silber ein natürlicher nach rechts stahender und sich zum Trinken neigender Hirsch auf grünem Dreiberg, welchen ein silbernes Ouellwasser in Wellenlinie schräg nach links durchzieht.»

(IT)

«D'argento, al cervo al naturale, passante sopra un monte di tre cime di verde, attraversato da un rivo d'acqua ondato in banda

Lo stemma è stato adottato il 7 novembre 1968[13] e si riferisce alla leggenda che narra di un maestoso cervo che viveva nei boschi di Braies Vecchia. Braccato dai cacciatori e ferito in varie occasioni, spariva ogni volta nel folto della foresta per ricomparire dopo poco tempo più in forma che mai. Un giorno un cacciatore riuscì a seguirlo e lo vide abbeverarsi a una limpida fonte: si scoprì così che quell'acqua aveva un potere curativo e venne chiamata "Sorgente del Cervo".

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

I bagni di Braies Vecchia

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Bagni di Braies Vecchia. Svoltando a destra all'incrocio per il lago di Braies, dopo circa due chilometri si trova il bivio per Braies Vecchia, dove si trovano i Bagni di Braies Vecchia (Bad Altprags, 1379 m), oggi chiusi sebbene intatti nella loro struttura architettonica monumentale. Vantano una storia antica, infatti sono stati citati sin dal XV secolo. Il bagno termale di Braies Vecchia con le sue sorgenti sulfuree dovrebbe essere stato frequentato già dal 1490. I bagni hanno una sorgente d'acqua, la Hirschbrunn (letteralmente "sorgente del cervo"), dalla cui leggenda è derivato lo stemma del paese[14]. Inoltre esistevano altre sorgenti: Augen (per occhi) e la sorgente potabile. In questa località si possono ancora trovare alcuni grandi casermoni, molto fatiscenti. Inoltre si possono trovare una chiesetta, e alcune piste da sci.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Ripartizione linguistica[modifica | modifica wikitesto]

La sua popolazione è pressoché totalmente di madrelingua tedesca:

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[15]
99,23% madrelingua tedesca
0,61% madrelingua italiana
0,15% madrelingua ladina

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[16]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 16 persone[17].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

La frazione di Ferrara

All'interno del territorio comunale di Braies si trovano le seguenti frazioni: Braies di Dentro (Innerprags), Braies di Fuori (Außerprags), San Vito (St. Veit), Ferrara (Schmieden).

La località principale del comune, cioè la frazione Ferrara (in ted. Schmieden), prende il suo nome dalla forgiatura delle falci, di cui il paese era un esempio vivente.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2005 2015 Alfred Mutschlechner SVP Sindaco
2015 in carica Friedrich Mittermair SVP Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 101.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 332. ISBN 88-7014-634-0
  6. ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004
  7. ^ Hans-Günter Richardi, Zur Schmerzhaften Muttergottes - Marienkapelle des Hotels "Pragser Wildsee", ein Ort der Kirchengeschichte und der Zeitgeschichte. Kirchenführer, Braies, 2010.
  8. ^ Josef Sulzenbacher, Das Pragser Nikolausspiel im Lichte der alpenländischen Volksschauspiele / Lo spettacolo teatrale di San Nicolò a Braies (Pusteria), Padova, Università degli Studi, 1975.
  9. ^ Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran, Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Trento, editore Temi, maggio 1999, pp. 328 pagine, ISBN 88-85114-18-0.
  10. ^ Hans-Günter Richardi, Ostaggi delle SS al lago di Braies - la deportazione in Alto Adige di illustri prigionieri dei lager nazisti provenienti da 17 paesi europei, Braies, Archivio di Storia Contemporanea, 2006. ISBN 88-902316-2-9
  11. ^ Hans Günter Richardi, SS-Geiseln in der Alpenfestung. Die Verschleppung prominenter KZ-Häftlinge nach Südtirol, Edition Raetia 2006
  12. ^ Peter Koblank: Die Befreiung der Sonder- und Sippenhäftlinge in Südtirol, Online-Edition Mythos Elser 2006
  13. ^ (EN) Prags - Braies, su Heraldry of the World.
  14. ^ Sito del Tirolatlas relativo alla saga di Braies
  15. ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
  16. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  17. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2015 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 4 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Michael Wachtler, Braies - la valle dell'Eden. Con fotografie di Hermann Oberhofer, Bolzano, Athesia, 2005. ISBN 88-88125-05-1
  • (DE) Hans Kammerer, Zwischen Bruneck und Drei Zinnen: Antholzer und Gsieser Tal, Pragser und Sextener Dolomiten (Tourenbuch Südtirol, 8), Lana, Tappeiner, 2006. ISBN 88-7073-086-7
  • (DE) Hans-Günter Richardi, Zur Schmerzhaften Muttergottes - Marienkapelle des Hotels "Pragser Wildsee", ein Ort der Kirchengeschichte und der Zeitgeschichte. Kirchenführer, Braies, 2010. ISBN 978-88-902316-5-0

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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