Blossio di Cuma

Gaio Blossio di Cuma (latino: Gaius Blossius), (Cuma, ... – ...; fl. II secolo a.C.) è stato un filosofo latino, di scuola stoica, che partecipò alla rivolta di Aristonico, in opposizione alla Repubblica romana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nativo di Cuma in Campania, fu allievo del filosofo stoico Antipatro di Tarso. Maestro e amico di Tiberio Gracco, intrattenne rapporti stretti con quest'ultimo: fu una sorta di sua "eminenza grigia", essendone anche sostenitore e co-ideatore del progetto politico di redistribuzione dell'ager publicus.[1] Gracco, influenzato dall'ideologia propria dei partiti popolari greci difesa anche da Diofane di Mitilene, suo altro maestro,[2] aveva proposto inoltre che i proventi del tesoro di Attalo III, che aveva lasciato (forse non del tutto consapevolmente, mentre Sallustio parla né più né meno che di "falsificazione" del testamento di Attalo[3]) in eredità il suo regno ai Romani, fossero distribuiti ai beneficiari della sua legge agraria.

Dopo la fine ingloriosa e tragica di Gracco (133), Blossio si rifugiò in Asia presso Aristonico di Pergamo. Di costui, figlio naturale di Eumene II, divenne ideologo e filosofo di riferimento. Aristonico, contestando la sottrazione del regno paterno e la decisione del precedente monarca, nonché suo zio Attalo, si proclamò Eumene III e mosse guerra alla Repubblica romana.

La rivolta si dovette fondare sull'appoggio dei ceti più bassi e su larghe masse di schiavi asiatici, mentre le élite pergamene appoggiavano i Romani. Dopo due anni di scontri durissimi, durante i quali Blossio si spese per sostenere quella che era diventata una lotta di affrancamento di un popolo contro una potenza schiavista come Roma (Aristonico prometteva agli schiavi libertà e uguaglianza), Eumene fu sconfitto e tratto in trionfo a Roma (130), mentre il filosofo, per sottrarsi alla vendetta dei romani, si suicidò, come era nella migliore tradizione stoica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ S. Boldrini, C. Questa, R. Raffaelli, L'imperialismo romano in Sallustio e Tacito, Libreria Moderna Universitaria, Urbino 1974, pp. 25-26
  2. ^ André Piganiol, Le conquiste dei romani. Fondazione e ascesa di una grande civiltà, Il Saggiatore, Milano 2010, p. 367
  3. ^ Sallustio, Historiae, IV, 8

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • B. Farrington, Lavoro intellettuale e lavoro manuale nell'antica Grecia, tr. it., Milano 1970, p. 103

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN12014017 · ISNI (EN0000 0004 7689 387X · LCCN (ENno2004032512 · J9U (ENHE987007587603605171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004032512
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie