Il becco giallo

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Il becco giallo
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Generesatira
Formatolenzuolo (58 cm)
FondatoreAlberto Giannini
Fondazione20 gennaio 1924
Chiusura1º agosto 1931
SedeRoma, Parigi (dal 1927)
 

Il becco giallo (sottotitolo: Dinamico di opinione pubblica) è stata una rivista satirica italiana, tra le più note negli anni venti.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il settimanale venne fondato nel 1924 da Alberto Giannini, con caporedattore Eugenio Guarino.[2]

Gabriele Galantara, Mussolini sulla bara di Matteotti ("Il becco giallo", 1925).

L'editoriale del primo numero si schierava apertamente contro il fascismo:[1]

«[...] appoggiamo [...] con tutte le nostre energie l'opposizione la quale, al regime fascista di dittatoriale violenza che ha invertito tutti i valori morali e col terrorismo ha asservito l'Italia ad una banda di predoni, resiste eroicamente sfidando ogni giorno le più brutali aggressioni e lotta per la libertà soppressa, per la millenaria giustizia italiana conculcata, per la riconquista delle guarentigie costituzionali, per ridare prestigio all'Italia nel mondo.»

Nel 1926 il regime fascista costrinse Giannini a chiudere la rivista e ad emigrare in Francia.[3]

Gabriele Galantara, Nell'atelier di Rata Langa! ("Il becco giallo" del 18 gennaio 1925).

Tra i collaboratori della rivista figuravano Adriano Tilgher, Corrado Alvaro, il generale Roberto Bencivenga, Raffaele Ferruzzi (futuro direttore del settimanale Cantachiaro), Giuseppe Russo (Girus), Egeo Carcavallo (tra i fondatori nel 1933 del giornale umoristico Il Settebello), Roger Chancel, Adolfo Bosellini, Tomaso Smith, Paolo Garretto (Gar), Paolo Giordani, Giuseppe De Falco, Eugenio Giovannetti, Gabriele Galantara, noto anche con lo pseudonimo di "Rata-Langa", Augusto Camerini, Alberto Cavaliere e Tullio Gramantieri, che dopo la chiusura della rivista passarono alla redazione del Marc'Aurelio.[4]

Il 1º agosto 1927 apparve a Parigi la nuova serie clandestina della rivista, con condirettore Alberto Cianca, grazie alle sovvenzioni finanziarie raccolte negli ambienti della Concentrazione antifascista tramite l'intervento di Filippo Turati e dell'industriale italo-argentino Torquato Di Tella[5], e successivamente anche col contributo del movimento Giustizia e Libertà[6]

Nell'ambito culturale, uno dei bersagli della satira del Becco giallo fu lo scrittore Luigi Pirandello, che per la sua devozione a Mussolini fu ribattezzato P.Randello.[7][8]

Le pubblicazioni della rivista clandestina continuarono fino all'agosto del 1931 (77 numeri in tutto), quando il giornale chiuse per contrasti sorti fra Carlo Rosselli, che garantiva i finanziamenti, e Giannini, che dirigeva la rivista.

Fu rifondato nel 1943 nella Palermo da poco liberata dagli alleati, riprendendo la numerazione della serie precedente. Chiuse definitivamente due anni dopo.[9]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Un novecento da ridere Archiviato il 26 luglio 2011 in Internet Archive. di Alessandro Frigerio
  2. ^ Alberto Giannini, Io, spia dell'Ovra... : romanzo politico dal taccuino di un fesso, presentazione di Alberto Giovannini, Milano, Edizioni del Borghese, 1970
  3. ^ BeccoGiallo: fumetti impegnati e resistenza editoriale su Fanzin-Arte
  4. ^ Si veda, in proposito, il saggio La stampa del ventennio: strutture e trasformazioni nello stato totalitario di Mauro Forno, tratto da Google Books.
  5. ^ Bruno Tobia (a cura di), Il carteggio tra Filippo Turati e Torquato Di Tella. (1928-1931), «Storia contemporanea: rivista bimestrale di studi storici», Bologna, a. XVIII, n.4 (agosto 1992), pp. 627-680.
  6. ^ Santi Fedele, La massoneria italiana nell'esilio e nella clandestinità: 1927-1939, Milano, F. Angeli, 2005, p. 135.
  7. ^ Chiesa, Adolfo (1990) La satira politica in Italia: con un'intervista a Tullio Pericoli p.38
  8. ^ Daniele Luttazzi (2009) Pozzi per pazzi che cadono a pezzi intervista su INscena Magazine, a cura di Francesco Villari, pp.48-51, 15 aprile 2009
  9. ^ Gianni Bono, Il Becco Giallo, in Guida al fumetto italiano, Volume I, Epierre, 2003, p. 371.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • «Il becco giallo, dinamico di opinione pubblica - 1924-1931», a cura di Oreste Del Buono e Lietta Tornabuoni, Feltrinelli, Milano, 1972.
  • Dopo sessant'anni becca ancora, «La nuova Rivista Europea», 1984.
  • «Il becco giallo»: la satira di sinistra. Antologia delle vignette pubblicate dal «Becco giallo» (nell'edizione francese), a cura di Walter Marossi, Milano, M&B Publishing, 2002.
  • Andrea Donofrio, El "Becco giallo": sátira en tiempo de fascismo, in Antonio Laguna Platero e José Reig Cruañes (a cura di), El humor en la historia de la comunicación en Europa y América, Universidad de Castilla-La Mancha, 2015.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]