Battaglia di Baghdad (2003)

Battaglia di Baghdad
parte dell'Invasione dell'Iraq e della Seconda guerra del Golfo
La statua di Saddam Hussein situata nella piazza Firdos viene abbattuta il 9 aprile del 2003
Data3-9 aprile 2003
LuogoBaghdad
EsitoVittoria decisiva della coalizione
  • Fine del controllo del Partito Ba'th sull'Iraq
  • Deposizione del regime di Saddam Hussein
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
45.000 uomini30.000 uomini
Perdite
1.700-2.120 morti (Stime indipendenti)[2]
2.320 morti (stime statunitensi)
34 morti
1 A-10 Thunderbolt
2 M1 Abrams
17 veicoli distrutti[3]
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La battaglia di Baghdad, conosciuta anche come caduta di Baghdad, è stata un'operazione militare avvenuta durante i primi giorni di aprile del 2003, come parte della Seconda guerra del Golfo.

Panoramica[modifica | modifica wikitesto]

Tre settimane dopo l'invasione dell'Iraq da parte delle forze terrestri della Coalizione multinazionale in Iraq, guidati dalla 3ª Divisione di fanteria tali unità si mossero verso Baghdad. Gli Stati Uniti dichiararono la vittoria il 14 aprile e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush pronunciò il discorso con la frase Missione compiuta.

Baghdad subì seri danni alle sue infrastrutture civili, alla sua economia e al suo patrimonio culturale durante la battaglia, in seguito alla quale si verificarono incendi dolosi e saccheggi. Durante la battaglia, l'ospedale Al-Yarmouk situato nella parte sud della città vide un costante afflusso di feriti stimati in 100 per ora.[4]

Nella Biblioteca di Bagdad sono andati distrutti dieci milioni di documenti storici ottomani. Gian Luigi Beccaria scriverà «l’identità dell’Iraq è cancellata»[5]

Oltre 2.000 soldati iracheni persero la vita durante la battaglia, mentre la coalizione lamentò la perdita di 34 uomini. Dopo la caduta di Baghdad, le forze della coalizione presero Kirkuk il 10 aprile e Tikrit, città natale di Saddam Hussein il 15 aprile.

Note[modifica | modifica wikitesto]