Basilica di Santa Maria Assunta (Clusone)

Basilica di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista
Esterno con il portico e il sagrato
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàClusone
IndirizzoVia San Narno, 1
Coordinate45°53′29.5″N 9°56′55.5″E / 45.891528°N 9.94875°E45.891528; 9.94875
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Bergamo
ArchitettoGiovanni Battista Quadrio
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1688
Completamento1698
Sito webSito della parrocchia

La basilica di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista è il principale luogo di culto cattolico di Clusone, in provincia di Bergamo, dal 6 luglio 1711 basilica minore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La basilica di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista a Clusone è sorta, secondo la tradizione, sulle rovine di un antico tempio romano dedicato alla dea Diana così come tramandato da Bernardino Baldi[1].Clusone fin dall'VIII secolo venne scelto per ospitare l'ecclesia della Pieve a cui tutta l'alta valle faceva riferimento[2]. Il primo documento a testimonianza della presenza di questa luogo di culto è un testamento redatto da Aucunda figlia di Stabile databile tra l'828 e l'837, che nomina tra i beni patrimoniali la chiesa di Santa Maria in Clisione[3]

Non si conosce quale fosse la struttura della chiesa primitiva edificata nel IX secolo e poi riedificata in quello XIII, anche se gli atti della visita pastorale di san Carlo Borromeo del 25 novembre 1575, ce la descrive a una sola navata, con soffitto in legno consunto, sostenuto da tre archi a sesto acuto, della lunghezza di 30 metri, dotata di tre porte meridionali e una principale ad occidente; a sud-est vi era il campanile e vi erano 13 altari oltre il maggiore completo della statua lignea della Vergine Assunta[4]. Fu l'arciprete Alessandro Ghirardelli ad avviare nel 1659 la costruzione di una nuova chiesa, essendo l'antica pieve troppo rovinata e impossibile da ristrutturare, e fu proprio l'eredità da lui lasciata alla fabbrica di una nuova chiesa, dopo la sua morte del 30 settembre 1686, a dare la decisione finale.[5] La nuova venne costruita su disegno di Giovan Battista Quadrio,[6] figlio di Gerolamo architetto della Fabbrica del Duomo di Milano[7], tra il 1688 e il 1698 per ordine dell'arciprete Ventura Carrara di Bergamo[5] progetto che subì alcune modifiche eseguite nel 1688 da Gian Maria Terzini e Francesco Cifrondi. Nel 1887 venne realizzata la nuova pavimentazione in marmo nero.

Fu consacrata il 6 luglio 1711 dal cardinal Pietro Priuli, vescovo di Bergamo con il titolo di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. Fu elevata al rango di Basilica Minore da Papa Giovanni XXIII il 28 luglio 1961.

Il 30 luglio 2010 venne sostituito il vecchio portale in legno con uno in bronzo realizzato con una tecnica di un'unica colata, opera di Mario Toffetti, rappresentante alcuni episodi della vita di san Giovanni Battista: la predicazione del santo, la profetizzazione dell'arrivo dell'Agnello di Dio, la visita di Maria Vergine a santa Elisabetta, la vocazione del Battista, il battesimo di Gesù, l'arresto, la decapitazione[8].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Misure e dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Parametro Misura
Lunghezza 50,20 m
Larghezza 18,20 m
Altezza 20,30 m

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio del sagrato e del portico

La basilica di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista sorge nel centro dell'abitato di Clusone.

L'esterno dell'edificio di culto è caratterizzato dal portico,iniziato nel 1894 su progetto di Virginio Muzio[9], posto lungo la fiancata destra della chiesa e preceduto dall'ampio sagrato. Quest'ultimo è rialzato ed è cinto da una balaustra decorata con alte statue marmoree di quattro evangelisti scolpite da Angelo Magnonisu modello inlegno degli scultori Rovida di Rovetta e Giacomo Sozzi di Catione. Nel 1938 vennero poste sulla trabeazione le statue del Beato Alberto di Villa d'Ogna, del santo Gregorio Barbarigo e dell'Assunta opere di Giovanni Avogadri, quest'ultima caduta e rovinata viene sostituita nel 1991 con un'opera di Verdi[10]- Il piazzale è raccordato a via Pier Antonio Brasi, che si trova ad una quota inferiore, tramite tre scalinate, due frontali ed una laterale; la scalinata di sinistra è caratterizzata da un andamento curvilineo.[11]

Il portico è coperto con volta a crociera e si compone di cinque campate centrali e due avancorpi alle estremità. Questi ultimi e la campata di mezzo sono costituiti da un arco a tutto sesto poggiante su semipilastri ionici e affiancato da due lesene composite; le restanti quattro campate si aprono sull'esterno con una bifora ciascuna sorretta al centro da una colonne ionica liscia. Sotto il portico vi sono tre portali.

La facciata della chiesa è leggermente a salienti ed è priva di particolari decorazioni. Al centro, in alto, vi è un finestrone rettangolare mentre, in basso, si apre il portale.

La costruzione della torre campanaria ebbe inizio il 17 marzo 1613 con l'arrivo alla cella campanaria nel 1621, per essere ultimata con la posa della statua in pietra di san Giovanni Battista nel 1624. La statua venne sostituita nel 1979. Il campanile ha un'altezza di 66,5 m. che con la statua di san Giovanni raggiunge i 70 m. Possiede un concerto di 12 (13 considerando anche la Fanzaga nella lanterna) campane in Sib2 grave

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno

L'interno della basilica è costituito da un'unica navata lungo la quale si aprono otto cappelle laterali delimitate da archi ribassati poggianti su colonne corinzie alte 8,30 metri ciascuna. La navata termina con una profonda abside semicircolare

Navata[modifica | modifica wikitesto]

La volta nella navata, che è a crociera, e quella dell'abside, che è a botte lunettata, sono state affrescate da Bernardo Brignoli. Sono invece di Antonio Cifrondi le tele delle medaglie, raffiguranti il Giudizio Universale, l'Incoronazione della Vergine, Angeli musicanti e Gesù nel Getsemani. Sempre del Cifrondi sono le due tele in controfacciata, raffiguranti il Battesimo di Gesù (a sinistra) e la Predicazione del Battista (a destra)[12]. La via Crucis, in rilievo, risale al 1909 ed è un'opera dello scultore di Treviolo Cesare Zonca[13].

Ai due lati dell'abside sono collocate, ciascuna entro la propria nicchia, due statue raffiguranti la Madonna del Rosario (1730), di Andrea Fantoni, e San Giuseppe (1870), di Giovanni Maria Benzoni.

Abside e presbiterio[modifica | modifica wikitesto]

L'altare maggiore venne disegnato da Andrea Fantoni e fu eseguito dai Corbarelli di Brescia,[14] che hanno realizzato le quadrature e gli intarsi marmorei, mentre ai Fantoni di Rovetta si devono la tribuna e le statue. Andrea Fantoni realizzò personalmente i due angeli laterali e il paliotto raffigurante il Trasporto dell'Arca dell'Alleanza ritraendosi tra i personaggi[15]. L'altare è anche ornato dalle statue della Fede, della Carità e della Fortezza; sulle colonne laterali, vi sono le statue di San Giovanni Battista e San Sebastiano.

Alle spalle dell'altare, vi è la pala che raffigura l'Assunzione di Maria. Essa è opera di Sebastiano Ricci e venne da lui dipinta tra il 1711 e il 1713[16]. Alla destra della pala si trova la Nascita di San Giovanni Battista, di Domenico Carpinoni[17], e, alla sua destra, il Martirio di San Giovanni Battista, di Andrea Vicentino[18].

Gli stalli lignei del coro, in legnodi radica, vennero realizzati da Domenico Visinoni e completati nel 1699 dalla bottega fantoniana.

Cappelle laterali[modifica | modifica wikitesto]

Prima cappella di destra

La prima cappella di destra è dedicata alla Natività di Gesù e il suo altare venne realizzato nel 1754 da Fantoni junior. La pala d'altare, di Gaspare Diziani, è affiancata dalle statue di Santo Stefano (1702) e di Sant'Antonio da Padova (1732), entrambe di scuola fantoniana[19]. Sulla parete di destra si trova la statua di San Valentino, di Antonio Cifrondi. Nella cappella è custodita una reliquia della Vera Croce.

Seconda cappella di destra

La seconda cappella di destra è dedicata ai defunti e il suo altare venne realizzato nel 1720[20] da Domenico Corbarelli con statue di Andrea Fantoni. La pala raffigura la Santissima Trinità con la Madonna, San Giuseppe e San Gregorio che intercedono per i defunti ed è opera di Domenico Carpinoni, alla quale si deve anche il dipinto sulla parete destra che raffigura San Carlo e Sant'Ambrogio in preghiera davanti alla Madonna di Loreto.

Terza cappella di destra

La terza cappella di destra è dedicata all'Angelo Custode. L'altare venne realizzato nel 1759 da Grazioso Fantoni e sostituiì quello del 1711 sempre della bottega fantoniana[21], mentre la pala è precedente e venne dipinta nel 1659 da Pietro Ricchi e raffigura la Vergine che appare a Santa Orsola con due sue monache e all'Angelo con il bambino; dietro il quadro, sono custodite le reliquie della basilica. Alla parete sinistra dell'altare è appesa la tela di Antonio Cifrondi con la Madonna e Sant'Antonio da Padova.

Quarta cappella di destra

La quarta cappella di destra è dedicata al Crocifisso e, sull'altare, realizzato nel 1698 da Andrea Fantoni, si trova un gruppo scultoreo in legno raffigurante San Gaetano e San Carlo in adorazione del Crocifisso, sormontato da un angelo con le insegne vescovili. A destra dell'altare si trova un quadro del XVIII secolo, di Domenico Caretti, con Maria Addolorata con le sette spade dei dolori che le trafiggono il cuore. A sinistra, invece, vi è un quadro con i Santi Filippo Benzi e Giuliana Falconieri.

Prima cappella di sinistra

La prima cappella di sinistra è dedicata alla Deposizione di Gesù ed era, un tempo, sede dei disciplini, l'altare è un assemblaggio dei marmi recuperati dalla demolizione del precedente[22]. Il paliotto dell'altare è decorato con le statue di San Cristoforo e San Rocco e del Redentore tra la Preghiera e la Penitenza, realizzate tra il 1725 e il 1730. Nell'ancona vi è la Deposizione di Gesù dalla Croce di Domenico Carpinoni, affiancata dalle statue di San Giorgio e del Beato Alberto da Villa d'Ogna. Sulla sinistra, vi è una tela di autore sconosciuto raffigurante Maria Maddalena che assiste alla risurrezione di Lazzaro.

Seconda cappella di sinistra

La seconda cappella di sinistra è dedicata a San Lorenzo e l'altare venne realizzato nel 1629 dalla bottega di Giovanni Antonio Carra su commissione della famiglia Gromelli. Esso è affiancato dalle statue lignee secentesche di San Rocco e Sant'Antonio Abatedi Giovanni Battista Torcelli di Chiari.

Terza cappella di sinistra

la cappella dedicata al Rosario come il suo altare opera dei Manni di Desenzano, dei Fantoni la statua di Giuditta che tiene nelle mani la spada e la testa di Oloferne e di Ester con lo scettro regale[23]

Quarta cappella di sinistra

dedicata a S. Antonio di Padova è opera della bottega di Antonio Carra, con le allegorie della Prudenzae della Giustizia messe a fianco dello stemma della famiglia Fogaccia. L'altare con la mensa posta su di un sarcofago sorretto da tre leoncini e da due putti, era destinato alla custodia delle reliquie di martiri[23], la pala d'altare rappresentante sant'Antonio cin Bambino e la Madonna è opera di Giambettino Cignaroli che firma l'opera sul libro aperto ai piedi del santo.

Vasca battesimale

La Vasca Battesimale è collocata in fondo alla navata sinistra, è la parte più antica della chiesa risalente alla quattrocentesca chiesa Plebana. Formata da una tazza ottagonale posta su di un supporto a gambo di calice, lavorato a fogliame. Vi si trova l'effige di Santo Stefano, del Cristo Risorto, della Crocifissione, del Battesimo di Gesù, S. Giovanni, S. Pietro. S. Alessandro e di Maria Vergine con la scritta Virginis Instactae Fraternitas Inicium perché proprio dalla confraternità della Concezione fu finanziata[24]

Pulpito Confessionale

Il pulpito confessionale si trova a metà della navata di sinistra, opera di scuola fantoniana, realizzato in marmi policromi e sovrastato da un baldacchino in legno intarsiato e dorato; mentre i quattro telamoni furono eseguiti da Andrea Fantoni due anni prima della sua morte.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Sulle due cantorie dell'abside, entro delle casse lignee con prospetto a tre campate e mostra di canne di principale, si trova l'organo a canne, costruito nel 1960 dai Fratelli Ruffatti e restaurato dagli stessi nel 1994.[25]

La consolle, mobile indipendente, è situata nella navata, lungo la parete di sinistra, ha tre tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 32 note. Lo strumento è a trasmissione elettronica ed ha un totale di 65 registri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Morali Scandella, p.15.
  2. ^ Morali Scandella, p.18.
  3. ^ Morali Scandella, p.27.
  4. ^ Morali Scandella, pp. 39-40.
  5. ^ a b Morali Scandella, p.57.
  6. ^ Basilica di Clusone, su artesacraclusone.it, museo della Basilica. URL consultato il 6 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ Gaetano Franchetti, Storia e descrizione del duomo di Milano. URL consultato il 6 maggio 2016.
  8. ^ E.Roncalli, Il nuovo portale di Mario Toffetti per la basilica di Clusone, in L'eco di Bergamo.
  9. ^ Morali Scandella, p.66.
  10. ^ Morali Scandella, p.67.
  11. ^ Basilica di S. Maria Assunta, su touringclub.it, Touring Club.
  12. ^ Morali Scandella, p.151.
  13. ^ Morali Scandella, p. 111.
  14. ^ Basilica di santa Maria Assunta, su valseriana.eu, Valseriana (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  15. ^ Morali Scandella, p. 85.
  16. ^ Morali Scandella, p.143.
  17. ^ Morali Scandella, p.163.
  18. ^ Morali Scandella, p. 127.
  19. ^ Morali Scandella, p.99.
  20. ^ Morali Scandella, p. 99.
  21. ^ Morali Scandella, p.100.
  22. ^ Morali Scandella, p.101.
  23. ^ a b Morali Scandella, p. 101.
  24. ^ Morale Scandella, p. 73.
  25. ^ L'organo della basilica di Clusone: la storia, i restauri, il valore del prezioso strumento, Chiesa di Clusone.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Pagnoni, Le chiese parrocchiali della Diocesi di Bergamo. Appunti di storia e di arte, Bergamo, Edizione Il Conventino, 1974.
  • Nicola Morali, Giacomo Scandella, Santa Maria Assunta di Clusone storia e arte, Ferrari editrice, 2005.
  • L'organo della basilica di Clusone: la storia, i restauri, il valore del prezioso strumento, Parrocchia di Clusone, 1995.
  • Luigi Olmo, Memorie storiche di Clusone e della Valle Seriana Superiore, su archive.org, Bergamo, ab. tip. S. Alessandro, 1806, p. 291. URL consultato il 20 ottobre 2018 (archiviato il 20 ottobre 2018).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito del museo, su artesacraclusone.it. URL consultato il 24 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2016).