Baschenis

La famiglia Baschenis fu una famiglia i cui membri, per diverse generazioni a cavallo tra Quattrocento e Seicento, svolsero la professione di frescanti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I Baschenis erano originari della Valle Averara, e più precisamente dalla frazione di Colla nell'odierno comune di Santa Brigida, in provincia di Bergamo. La famiglia è un interessante esempio di bottega di frescanti che si tramandarono per secoli di padre in figlio il mestiere; pur modificando nel tempo, e con i nuovi personaggi, lo stile pittorico, essa ebbe la caratteristica di saper tramandare la tecnica dell'affresco e la capacità di sapere dipingere anche grandi superfici, sapendo raccontare storie in sequenza, a volte con epigrafi in lingua volgare, importanti per la narrazione e per la comprensione. Se ai capostipiti va riconosciuta una matrice culturale medioevale, vi è poi nel prosieguo un riproporre da padre in figlio la tecnica tanto da rendere a volte difficile il riconoscere l'esecutore delle opere.[1] Vi era quindi in molta pittura dei Baschenis la volontà di insegnare fatti, che fossero poi di facile lettura. La famiglia si divide in due distinte dinastie di pittori: quella dei Lanfranco e quella dei Cristoforo[2].

I pittori delle due dinastie[modifica | modifica wikitesto]

Pittore della famiglia dei Baschenis, San Giorgio e il drago, XV secolo, Chiesa di Santo Stefano, Carisolo

I primi pittori di entrambe le dinastie (che furono talvolta in rapporto di collaborazione tra loro) si connotano per un linguaggio tardo gotico, d'impronta marcatamente popolare, in grado di assolvere a quella funzione didattica che i loro committenti nelle valli bergamasche e trentine assegnavano all'arte sacra, controllando per due secoli intere aree nella decorazione di palazzi e chiese, riuscendo a trasmettere la propria artigianalità. Essi infatti riuscirono a trasmettere la propria capacità pittorica per via famigliare in maniera professionale, rispondendo alle esigenze dei committenti che sono gli stessi loro compaesani.[3]

Antonio Baschenis risulta essere il primo della famiglia dei Baschenis a operare anche in Trentino a partire almeno dal 1461. Egli fu seguito da molti altri rappresentanti della famiglia, sino almeno a Simone II che fu attivo fin verso il 1550 a Pinzolo e a Carisolo ove dipinse, tra le altre cose, alcune famose scene di Danza macabra. Con Simone II si assiste a un deciso tentativo di aggiornamento del linguaggio pittorico verso i canoni stilistici dell'arte rinascimentale lombarda.

I successivi rappresentanti della famiglia, a partire da Cristoforo Baschenis il Vecchio tennero bottega a Bergamo. Di Cristoforo il vecchio è da menzionare il ciclo di affreschi con le Storie di San Bernardino (1564) a Lallio nella chiesa dedicata al santo; di Cristoforo Baschenis il Giovane sono le Scene della vita di San Giovanni Battista nella chiesa di San Giovanni a Cusio; di Pietro Baschenis è il notevole tramezzo affrescato della Chiesa dell'Incoronata a Martinengo.

L'ultimo e più famoso discendente della dinastia dei Cristoforo fu Evaristo Baschenis. Egli non seguì la tradizione di famiglia delle opere a fresco eseguite a ornamento delle chiese, per dedicarsi soprattutto alla creazione a olio di nature morte. Celebri sono le sue tele dedicate alla raffigurazione di strumenti musicali, che spiccano per la cura dei dettagli e l'assoluto rigore prospettico.

La dinastia di Lanfranco[modifica | modifica wikitesto]

La dinastia di Cristoforo[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Rossi, I Baschenis Ricerca di una identità, La Rivista di Bergamo, Aprile Maggio Giugno 2020, p. 25..
  2. ^ Le notizie storiche qui utilizzate sono tratte dal sito I pittori Baschenis, su vallebrembana.com, www.vallebrembana.com. URL consultato il 7 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
  3. ^ Francesco Rossi, I Baschenis Ricerca di una identità, La Rivista di Bergamo, Aprile Maggio Giugno 2020, pp. 23-24..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Loprete, I Bascheris nel Trentino, Giornale italiano d'Europa, 1982.
  • Silvana Milesi, La stirpe dei Bascheris:sguardi sul Quattrocento e sul seicento, Bergamo, Carpanove editrice, 1993.
  • Francesco Rossi, I Baschenis Ricerca di una identità, La Rivista di Bergamo, Aprile Maggio Giugno 2020.
  • AA.VV., I pittori Baschenis Itinerari bergamaschi, a cura di Giovanni Valagussa, Bergamo, Corponove, settembre 2002, ISBN 9788899219949.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • I pittori Baschenis, su vallebrembana.com, www.vallebrembana.com. URL consultato il 7 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
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