Bambin Gesù delle mani

Bambin Gesù delle mani
AutorePinturicchio
Data1492 circa
Tecnicaaffresco staccato a massello
Dimensioni48,5×33,5 cm
UbicazioneFondazione Giordano, Perugia
La copia antica di Pietro Facchetti

Il Bambin Gesù delle mani è un affresco frammentario staccato a massello (48,5x33,5 cm) di Pinturicchio, databile al 1492 circa e conservato nella Fondazione Guglielmo Giordano di Perugia. È associato a un frammento di Testa di Maria in collezione privata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera, rimasta ignota per quasi cinquecento anni, venne scoperta in una collezione privata e in seguito acquistata dalla fondazione che ne cura la diffusione e la conoscenza.[1] Studi ne hanno ricostruito la singolare storia: faceva parte della decorazione dell'appartamento Borgia in Vaticano, dove pare che decorasse la camera di Alessandro VI.[2] Era stato commissionato dallo stesso papa contemporaneamente agli affreschi nel resto degli appartamenti. L'opera venne vista da numerosi storici e artisti, compreso Vasari, e ne fu tratta anche una copia dal pittore mantovano Pietro Facchetti, ma in seguito se ne persero le tracce. Venne infatti smurato e probabilmente nella maggior parte distrutto a causa di quella sorta di damnatio memoriae che i successori di Alessandro VI, in particolare Giulio II, riservarono alla figura del papa, che era ritratto al cospetto della Vergine, inginocchiato mentre accarezzava un piedino del Bambino (la mano è infatti ancora oggi visibile nel frammento superstite).[3] Tale gesto era sicuramente inconsueto, ma era soprattutto l'effigie di Maria a destare scandalo, essendovi ritratta l'amante del papa, Giulia Farnese.[4] Non è escluso quindi che il Bambino ritraesse uno dei figli del Borgia.

La prima menzione in epoca moderna del frammento risale al 1912 quando il Ricci lo segnalò nelle collezioni di Palazzo Chigi al Corso assieme a una Madonna simile per stile, tecnica e dimensioni.[5] Nel 1923 lo ricordò lo Gnoli[6], nel 1933 van Marle[7], nel 1947 Incisa della Rocchetta[8], nel 1981 Strinati[9], nel 1989 Todini[10], nel 1998 Nucciarelli[11], nel 1999 Acidini[12] e Gualdi[13], nel 2003 Scarpellini[14] e Silvestrelli[15] Nel 2004 Nucciarelli avvistò il Bambin Gesù delle mani nel circuito antiquario e ne diede notizia il 18 luglio sulle pagine de il Giornale dell'Umbria.

La critica in un primo momento si è dimostrata prudente, facendo varie ipotesi di provenienza (il chiostro della basilica di Santa Maria del Popolo, o un'Adorazione dei Magi). Fu Gualdi a notare per primo la vicinanza stilistica dei due frammenti con gli affreschi dell'Appartamento Borgia. Successive ricerche di Incisa della Rocchetta scoprirono una menzione dei due frammenti nelle collezioni del cardinale Flavio Chigi fin dal 1693, con l'attribuzione al Perugino; inoltre emerse che le scritte sul bordo del manto della Madonna avevano attratto l'attenzione di Alessandro VII (Fabio Chigi), zio del cardinal Flavio. A quel punto si fece il collegamento con la composizione descritta da Vasari, nonché da altre fonti cinquecentesche e secentesche, come sovrapporta d'una stanza degli Appartamenti Borgia.

Il secondo frammento, parte principale dell'opera del Pinturicchio che decorava l'appartamento Borgia, la Madonna, ritenuto scomparso, è stata segnalato in anni recenti in possesso e nelle disponibilità di una famiglia romano-svizzera, imparentata con i Chigi.

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Per rispetto verso l'immagine sacra rappresentata venne probabilmente conservato, staccandolo a massello dalla parete (l'unica tecnica di strappo allora conosciuta, di per sé molto rischiosa) e inserendolo in una cornice dalla forma rettangolare. Attorno al paffuto Bambino, che benedice guardando verso il papa ed è raffigurato come un piccolo monarca con tanto di globo dorato, si vedono ancora le mani del papa e della Madonna, da cui il titolo evocativo Bambin Gesù delle mani.

L'incarnato chiaro, quasi alabastrino, la ricchezza e preziosità dei dettagli, come nell'aureola con rilievi a pastiglia, ne fanno un'opera tipica del Pinturicchio, curata come una miniatura. Si intravede un brano di sfondo, con montagne e un castello, un lago e alberi carichi di frutta, dove lumeggiature dorate rischiarano il fogliame, come l'artista usò spesso ispirandosi agli affreschi della Cappella Sistina dove molto probabilmente aveva collaborato a fianco di Perugino.

Molto aggraziata è la resa anatomica del bambino, con un'attenzione alla linea di contorno elegante e tocchi rosei che rendono vive le carni. Molto fini sono dettagli come le ciocche dell'acconciatura, i piedini in posizione diversa, l'espressività del volto, che confermano l'autografia del piccolo frammento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Margaritelli 2006.
  2. ^ Nucciarelli 2006.
  3. ^ Giacomini 2014,  p. 84.
  4. ^ Briganti et al. 2014,  p. 72.
  5. ^ Ricci 1912,  Indice delle opere, pp. 333-345.
  6. ^ Gnoli 1923,  p. 297.
  7. ^ van Marle 1933,  p. 284.
  8. ^ Incisa della Rocchetta 1947.
  9. ^ Strinati 1981,  pp. 97-98.
  10. ^ Todini 1989,  p. 295.
  11. ^ Nucciarelli 1998,  p. 295.
  12. ^ Acidini 1999,  p. 50.
  13. ^ Gualdi 1999,  p. 15.
  14. ^ Scarpellini 2003,  p. 226.
  15. ^ Silvestrelli 2003,  p. 121.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cristina Acidini, Pintoricchio, Firenze, Scala, 1999, ISBN 88-8117-036-1.
  • (FR) Barbara Briganti, Claudio Crescentini, Massimo Miglio, Claudio Strinati e Marie Viallon, Les Borgia et leur temps: de Léonard de Vinci à Michel-Ange, Paris, Gallimard, 2014, ISBN 978-2-07-014672-7.
  • Marco Cardinali, Maria Beatrice De Ruggieri e Claudio Falcucci, Note sulla tecnica pittorica analizzata attraverso investigazioni scientifiche, in Franco Ivan Nucciarelli (a cura di), Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle mani, Perugia, Quattroemme, 2006, pp. 191-213, ISBN 88-89398-11-6.
  • Marco Gasperetti, Il Bambino rimasto solo (per un amore proibito), articolo del Corriere Fiorentino, 7 luglio 2011, pag. 14.
  • Federica Giacomini, Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio. Gesù Bambino benedicente, detto Gesù Bambino delle mani, in Luca Ciancabilla e Claudio Spadoni (a cura di), L'incanto dell'affresco. Capolavori strappati, vol. 1, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2014, pp. 84-85, ISBN 978-88-366-2820-9.
  • Umberto Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto, Claudio Argentieri Edizioni d'Arte, 1923.
  • Fausta Gualdi, Le lunette affrescate nel Chiostro Grande del distrutto convento di S. Maria del Popolo, in Enzo Bentivoglio e Simonetta Valtieri (a cura di), Le incisioni del Giangiacomo delle lunette dipinte dal Pinturicchio, dallo Spagna e da altri artisti di scuola umbra nel Chiostro Grande di S. Maria del Popolo a Roma demolite nel 1811 per la realizzazione della attuale piazza del Popolo. Il chiostro sparito di piazza del Popolo, Roma, Gangemi, 1999, pp. 9-16.
  • Giovanni Incisa della Rocchetta, Ricostruzione d'un Pintoricchio borgiano, in Strenna dei Romanisti, vol. 8, 1947, pp. 176-184.
  • (FR) Mireille Huchon, Rabelais. Œuvres complètes, in Bibliothèque de la Pléiade, avec la collaboration de François Moreau, vol. 15, Paris, Gallimard, 1994, ISBN 978-2-07-011340-8.
  • Francesco Federico Mancini, Pintoricchio, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2007, ISBN 978-88-366-0996-3.
  • Andrea Margaritelli, Presentazione, in Franco Ivan Nucciarelli (a cura di), Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle mani, Perugia, Quattroemme, 2006, pp. 9-10, ISBN 88-89398-11-6.
  • (EN) Raimond van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, vol. 14, The Hague, Martinus Niihoff, 1933.
  • Marco Nicoletti, Magie in galleria, in Stefano Bottini (a cura di), Luoghi del Pintoricchio in Umbria, Perugia, per-corsi d'Arte, 2008, pp. 13-15, ISBN 978-88-902913-3-3.
  • Franco Ivan Nucciarelli, Studi sul Pinturicchio dalle prime prove alla Cappella Sistina, Perugia, Edizioni Era Nuova, 1998, ISBN 88-85412-23-8.
  • Franco Ivan Nucciarelli, Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle Mani (catalogo mostra), Perugia, 2007, ISBN 9788889398111.
  • Franco Ivan Nucciarelli, Il Pinturicchio perso e ricomparso, in Franco Ivan Nucciarelli (a cura di), Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle mani, Perugia, Quattroemme, 2006, pp. 17-183, ISBN 88-89398-11-6.
  • Franco Ivan Nucciarelli, Bambin Gesù delle mani. Il Pinturicchio ritrovato, in Eleonora Faggioni, Maurizia Manici e Alessandra Schiavi (a cura di), Economia della Cultura. Restauro. Salone dell'Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali 2007, Bologna, Acropoli, 2007, pp. 136-144.
  • Corrado Ricci, Pintoricchio, Perugia, Vincenzo Bartelli & C. Tipografi Editori Librai, 1912.
  • Pietro Scarpellini, Nemo propheta in patria, in Pietro Scarpellini e Maria Rita Silvestrelli (a cura di), Pintoricchio, Milano, Federico Motta Editore, 2003, pp. 207-231, ISBN 88-7179-394-3.
  • Maria Rita Silvestrelli, Pintoricchio tra Roma e Perugia (1484-1495), in Pietro Scarpellini e Maria Rita Silvestrelli (a cura di), Pintoricchio, Milano, Federico Motta Editore, 2003, pp. 97-133, ISBN 88-7179-394-3.
  • Claudio Strinati, La volta del coro, in Roberto Cannatà, Anna Cavallaro e Claudio Strinati (a cura di), Il '400 a Roma e nel Lazio. Umanesimo e Primo Rinascimento in S. Maria del Popolo, Roma, De Luca Editore, 1981, pp. 85-98.
  • Claudio Strinati, Prefazione, in Franco Ivan Nucciarelli (a cura di), Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle mani, Perugia, Quattroemme, 2006, pp. 13-15, ISBN 88-89398-11-6.
  • Filippo Todini, La pittura umbra. Dal Duecento al primo Cinquecento, Milano, Longanesi, 1989, ISBN 978-88-304-0919-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]