Balvano

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima famiglia, vedi Balvano (famiglia).
Balvano
comune
Balvano – Stemma
Balvano – Bandiera
Balvano – Veduta
Balvano – Veduta
Ruderi del castello di Balvano
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoEzio Di Carlo (lista civica Rivivere) dal 5-10-2021
Territorio
Coordinate40°39′N 15°31′E / 40.65°N 15.516667°E40.65; 15.516667 (Balvano)
Altitudine425 m s.l.m.
Superficie42,15 km²
Abitanti1 700[1] (30-11-2023)
Densità40,33 ab./km²
Comuni confinantiBaragiano, Bella, Muro Lucano, Picerno, Ricigliano (SA), Romagnano al Monte (SA), Vietri di Potenza
Altre informazioni
Cod. postale85050
Prefisso0971
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076008
Cod. catastaleA604
TargaPZ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona D, 1 682 GG[3]
Nome abitantibalvanesi
Patronosant'Antonio di Padova
Giorno festivo13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Balvano
Balvano
Balvano – Mappa
Balvano – Mappa
Posizione del comune di Balvano all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale
I Cavalieri di Balvano (2002), scultura in ferro policromo (400x200x350), realizzata dall'artista Antonio Masini

Balvano è un comune italiano di 1700 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Sorge a 425 m s.l.m. nella parte nord-occidentale della provincia al confine con la parte nord-orientale della provincia di Salerno.

Confina con i comuni di: Ricigliano (SA) (9 km), Vietri di Potenza (11 km), Romagnano al Monte (SA) (12 km), Baragiano (15 km), Picerno (18 km), Bella (20 km) e Muro Lucano (25 km).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Balvano risalgono al I secolo d.C., con i primi insediamenti della zona, e la sua struttura risale all'epoca longobarda. Fu eletto a contea sotto i Normanni e nel XII secolo entrò a far parte del Principato di Salerno sotto il possesso della famiglia dei Balbia. A Balvano si successero diversi signori nel corso dei secoli: in epoca angioina fu possesso di Matteo de Chevreuse, poi degli Alemagna, conti di Buccino, dei Caracciolo di Sicignano e di Domenico Giovine.

Il 23 novembre 1861 le bande di Carmine Crocco e José Borjes, sconfitte a Muro Lucano, raggiunsero Balvano. Ben accolte e foraggiate dalla popolazione probabilmente impossibilitata a difendersi, si trattennero nel paese tutta la notte. Gli accordi raggiunti tra Crocco, le autorità di Balvano, e altri capi consentirono di mantenere l'ordine e di salvare probabilmente il paese dal saccheggio.[4] L'anno seguente, il paese fu colpito da una epidemia di colera.

I maggiorenti di Balvano accusarono una giovane guaritrice, tal Gesualda Postiglione, di essere la responsabile della pestilenza. La donna li implorò di non fare del male ai suoi due figli minorenni - un bimbo e una bimba generati dal matrimonio con un soldato dell'esercito borbonico perito in guerra - ma per tutta risposta fu picchiata e violentata. Due giovani contadini, che avevano ricevuto il barbaro ordine di impiccare i due piccoli, li fecero fuggire via dal paese su un cavallo. La Postiglione quindi maledisse chi l'aveva oltraggiata e anche le future generazioni di balvanesi, escludendo i due ragazzi che avevano fatto fuggire i suoi figli.

Un certo Rizzello iniziò dunque a colpirla con un bastone, e altri si aggiunsero con randelli e zappe, continuando per diversi minuti fino alla morte della malcapitata. Meno di una settimana dopo, un nutrito gruppo di briganti capeggiato da Sparviero e Caporal Teodoro prese il paese d'assalto. Secondo fonti del tempo, furono prese di mira le proprietà di coloro che avevano partecipato all'uccisione della Postiglione. Ci furono una quindicina di morti e feriti - in particolare a Rizzello venne strappato il cuore - e furono razziati alcuni capi di bestiame.

Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 1944, in una galleria poco distante dalla stazione di Balvano si consumò una delle più gravi sciagure ferroviarie della storia: l'incidente del convoglio 8017 del treno Battipaglia-Potenza; nel 1980 è stato uno dei paesi più colpiti dal terremoto dell'Irpinia: il solo crollo della chiesa locale provocò ben 77 morti e la sua quasi totale distruzione. Subito dopo la scossa il paese ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II.[5][6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione. Sisma 23 novembre 1980
— 9 novembre 2005[7]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Laspro
  • Palazzo Tirico (sede del municipio)
  • Convento di Sant'Antonio da Padova
  • Palazzo Lenzi
  • Palazzo Cecere
  • Palazzo Pacelli
  • Chiesa della Madonna delle Grazie
  • Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
  • Casino Laspro
  • Casino Negrone (pre-sisma)
  • Castello dei conti di Girasole

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Balvano è inserito nel percorso del Cammino delle fiabe e delle stelle[9] che attraversa anche i Comuni di Rapone, Castelgrande e Bella[10].

Durante il mese di agosto, principalmente la prima settimana del mese, si svolge la Sagra ri' Cavatiedd' (Sagra dei Cavatelli) una sagra dedicata al prodotto tipico del luogo ovvero il cavatello.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

La zona, negli anni successivi al terremoto del 1980, ha visto la nascita di una zona industriale, in cui operano molte aziende locali e foranee, come la Birra Lucana srl, produttrice della Birra Morena, e uno stabilimento della Ferrero, dove sono prodotti i Nutella Biscuits e i Kinderini.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

  • Strada Provinciale 51 di Balvano
  • Strada Statale 94 del Varco di Pietrastretta
  • Raccordo autostradale 5 - uscita Balvano-Vietri

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Da Frà Diavolo a Borjès – Con il diario del generale spagnolo - supplemento a “La Sicilia” – Capone Editore/Edizioni del Grifo
  5. ^ 23 novembre 1980: 39 anni dal terribile terremoto dell’Irpinia e Basilicata, su BasilicataNotizie. URL consultato il 27 novembre 2019.
  6. ^ Balvano, il crollo della Chiesa con la morte di 65 bambini, su BasilicataNotizie. URL consultato il 27 novembre 2019.
  7. ^ Comune di Balvano, Medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it.
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ AGR Basilicata, Basilicata in podcast, il cammino delle fiabe in 4 comuni lucani, su regione.basilicata.it, 9 settembre 2022.
  10. ^ Redazione PotenzaNews, Potenza: in questi 4 comuni della provincia pronti a vivere la magia del cammino delle fiabe e delle stelle, su potenzanews.net, 23 agosto 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., "Balvano", a cura della Comunità Marmo-Platano, Villa d'Agri, 1984.
  • G. Arduino, Vici, praedia "e" fundi "nell'antico territorio di Volcei. Balvano-San Gregorio Magno", Salerno, Palladio Editore, 1997.
  • M. G. Negrone Casciano, "I frati minori a Balvano: 1591-1817", Salerno, Palladio Editore, 1995.
  • Patrizia Reso, Senza ritorno. Balvano '44, le vittime del treno della speranza, Maiori, Terra del Sole, 2013, ISBN 978-88-903277-6-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]


Controllo di autoritàVIAF (EN150349122
  Portale Basilicata: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Basilicata