Aveneae

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Aveneae
Avena fatua
(sottotribù Aveninae)
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Aveneae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Aveneae
Dumort., 1824
Sottotribù

Aveneae Dumort., 1824 è una tribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia delle Poacee (ex Graminaceae) e sottofamiglia Pooideae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Avena L., 1753 un nome latino per avena (nome volgare della pianta coltivata sin dall'antichità).[2] Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico, naturalista e politico belga Barthélemy Charles Joseph Dumortier (Tournai, 3 aprile 1797 – 9 luglio 1878) nella pubblicazione "Observations sur les Graminees de la Flore Belgique" (Observ. Gramin. Belg. 82)[3] del 1824.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Phalaris brachystachys
(Phalaridinae)
Le foglie
Arrhenatherum calderae
(Torreyochloinae)
Spighetta
Echinopogon intermedius
(Echinopogoninae)
I fiori
Briza media
(Brizinae)
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari (acuminate) e piatte o a volte filiformi. In Anthoxanthinae il lemma dei fiori sterili è più lungo; quello dei fiori bisessuali è indurito, lucido, con apice dentellato e con dei margini che racchiudono la palea. La lamina può essere convoluta.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate (o non ramificate) e sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una grande pannocchia aperta. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Le infiorescenze in Amphibromus (Torreyochloinae) sono cleistogamiche (sono chiuse dalle guaine delle foglie inferiori).
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente, grandi, pendenti e oblunghe, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 1 o più fiori (fino a 8 - 10) con estensione della rachilla (quest'ultima può essere densamente pelosa). Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore (o solo il più basale). Le specie coltivate in genere non sono disarticolanti.
  • Glume: le glume, con forme da lanceolate a ellittiche, generalmente racchiudono i fiori, ma a volte sono più corte; gli apici sono ottusi; la consistenza può essere erbacea o membranosa; la superficie possiede 7 - 11 venature longitudinali; le glume possono essere ricoperte da peli lanosi. In Phalaridinae la carena si presenta con un espandimento membranoso (ala) di interesse tassonomico. Le glume possono essere traslucide e hanno una venatura longitudinale.
  • Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata; in genere è più corta del lemma. La palea dei fiori bisessuali può essere levigata e dura. In Agrostidinae la palea è ialina; la forma è minuta e a volte è mancante.
  • Lemma: il lemma, con forme lanceolate-oblunghe, è glabro o con pubescenza nella pagina abassiale; l'apice è mucronato con due denti o sottili setole (il mucrone può essere anche genicolato); la consistenza può essere coriacea; la superficie possiede 5 - 9 venature longitudinali. In Briza (Brizinae) il lemma è gonfiato con base cordata.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è breve o lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. A volte l'endosperma è liquido.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa tribù (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la tribù Aveneae è posizionata all'interno della sottofamiglia Pooideae.[1][5][6]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La tribù Aveneae, secondo le ultime ricerche filogenetiche, è composta da 9 sottotribù e diversi generi.[1] La tribù Aveneae, più precisamente, è descritta all'interno della supertribù Poodae L. Liu, 1980, ed è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae). Tutti i suoi generi appartengono al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[11] o anche "Plastid Group 1 (Aveneae-type)"[12]).

Filogenesi della tribù: questo gruppo è diviso in due grandi cladi. Un primo clade formato da 4 sottotribù e un secondo formato dalla supersottotribù Agrostidodinae.

  • Primo clade:
  • Secondo clade (Supersottotribù Agrostidodinae):
    • sottotribù Brizinae: all'interno della supersottotribù le Brizinae occupano una posizione più o meno "basale" (sono state le prime a divergere evolutivamente), mentre i due generi della sottotribù, alle analisi filogenetiche, formano un clade moderatamente supportato.[5]
    • sottotribù Echinopogoninae: la Echinopogoninae occupa una posizione centrale.[13] Questo gruppo cladistico è fortemente supportato come monofiletico; mentre il genere Dichelachne risulta parafiletico.[1]
    • sottotribù Calothecinae: la Calothecinae insieme alla Agrostidinae formano (probabilmente) un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" della supersottotribù.[13] Chascolytrum, secondo i dati sul DNA nucleare, risulta inoltre monofiletico.[17]
    • sottotribù Agrostidinae: questa sottotribù occupa una posizione vicina al "core" della supersottotribù e insieme alla sottotribù Calothecinae formano un "gruppo fratello".[13] Il gruppo della sottotribù Agrostidinae, caratterizzato dalle spighette con un solo fiore, è ben supportato dal punto di vista filogenetico dalle analisi sul DNA del plastidio.[1] Altre analisi tuttavia presentano altre possibilità da indagare ulteriormente.[18]
    • sottotribù Hypseochloinae: la sottotribù Hypseochloinae occupa una posizione più o meno "basale". La monofilia di questo gruppo è supportata oltre che dai risultati delle analisi sul DNA, anche morfologicamente dai peculiari caratteri dei lemmi (non trovati altrove nella supersottotribù Agrostidodinae). Caratteri diagnostici per questo gruppo sono: le spighette hanno un solo fiore; le glume hanno 5 nervi; la parte apicale del lemma è profondamente bifido.[17]

Le seguenti sinapomorfie sono relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[5]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Le sinapomorfie relative alla tribù sono:[5]

Le seguenti sinapomorfie sono relative alle singole sottotribù:[5]

Il cladogramma seguente, tratto dagli studi citati[1], presenta una possibile configurazione filogenetica della tribù.


Aveninae

Phalaridinae

Torreyochloinae

xxxsupersottotribù_Agrostidodinaexxx

Agrostidinae

Calothecinae

Macrobriza

Brizinae

Hypseochloinae

Anthoxanthinae

Sottotribù della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 1 supersottotribù, 9 sottotribù, 33 generi e 1.052 specie:[5]

Supersottotribù Sottotribù Generi Specie Distribuzione e habitat Numeri cromosomici
Aveninae
Presl, 1830
7 324 Regioni temperate in tutto il mondo 2n = 14, 28 e 42
Torreyochloinae
Soreng & Davis, 2003
2 16 Distribuzione cosmopolita (esclusa l'Europa e l'Africa) 2n = 14 e 42
Phalaridinae
Fr., 1835
Un genere:
Phalaris L.
17 Distribuzione relativa alle regioni temperate di tutto il mondo 2n = 12, 14, 28, 29 e 42
Anthoxanthinae
A. Gray, 1856
Un genere:
Anthoxanthum L.
17 Distribuzione relativa alle regioni temperate (e artiche) di tutto il mondo 2n = 10, 20, 28, 42 e 56
Agrostidodinae
Soreng, 2017
Brizinae
Tzvelev, 1968
2 6 La distribuzione delle specie di questo gruppo è mediterranea 2n = 8, 10, 14 e 28
Echinopogoninae
Soreng, 2017
5 17 La distribuzione è confinata nell'emisfero meridionale, principalmente in Australasia. Solamente il genere Relchela è endemico del Sud America meridionale. 2n = 42
Calothecinae
Soreng, 2015
Un genere:
Chascolytrum Desv.
23 La distribuzione è relativa all'areale che va dal Messico alla Bolivia, al Brasile e fino al Sud America meridionale 2n = 28
Agrostidinae
Fr., 1835
12 630 Tutto il mondo in regioni soprattutto temperate 2n = 14, 28, 35, 42, 56 e 70
Hypseochloinae
Röser & Tkach, 2019
Un genere:
Hypseochloa C.E.Hubb.
2 endemico delle alte quote sul Monte Camerun (Africa occidentale). Si trova anche in Tanzania

Note.

  • Alcuni Autori separano la specie Briza maxima L. dal suo genere originario e pongono la specie nel genere Macrobriza (Tzvelev) Tzvelev, 1987 con il nome Macrobriza maxima (L.) Tzvelev, 1993; questa entità per il momento non è assegnata a nessua sottotribù.[1]
  • La supersottotribù Agrostidodinae Soreng, 2017 contiene 5 sottotribù, 21 generi e 678 specie
  • La posizione filogenetica della sottotribù Anthoxanthinae è incerta (secondo alcuni studi potrebbe essere inclusa nella supersottotribù).

Specie della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea della penisola italiana sono presenti i seguenti generi di questo gruppo (il numero delle specie può essere approssimativo).

Alcune specie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Tkach et al. 2019.
  2. ^ Etymo Grasses, pag. 93.
  3. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 26 settembre 2019.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 settembre 2019.
  5. ^ a b c d e f g h Kellogg 2015, pag. 233.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ a b PeerJ 2018, pag. 22.
  12. ^ Soreng et al. 2007, pag 440.
  13. ^ a b c d e Soreng et al. 2017, pag.284.
  14. ^ Saarela et al.2017, Figura 1.
  15. ^ Saarela et al.2017.
  16. ^ a b Saarela et al. 2010, pag.572.
  17. ^ a b Tkach et al. 2019, pag.21.
  18. ^ Saarela et al.2017, pag 58.
  19. ^ Conti et al. 2005, pag. 57.
  20. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  21. ^ Conti et al. 2005, pag. 60.
  22. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  23. ^ Conti et al. 2005, pag. 104.
  24. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  25. ^ Conti et al. 2005, pag. 117.
  26. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  27. ^ Conti et al. 2005, pag. 178.
  28. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  29. ^ Conti et al. 2005, pag. 141.
  30. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 settembre 2019.
  31. ^ Conti et al. 2005, pag. 54.
  32. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 settembre 2019.
  33. ^ Conti et al. 2005, pag. 47.
  34. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 settembre 2019.
  35. ^ Conti et al. 2005, pag. 63.
  36. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 settembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]