Attentato di Berlino del 19 dicembre 2016

Attentato di Berlino del 19 dicembre 2016
attentato
Il luogo dell'attentato
TipoStrage
Data19 dicembre 2016
20:15 (UTC+1)
LuogoBerlino
StatoBandiera della Germania Germania
Coordinate52°30′19″N 13°20′04″E / 52.505278°N 13.334444°E52.505278; 13.334444
ObiettivoCivili
ResponsabiliAnis Amri
MotivazioneTerrorismo islamico
Conseguenze
Morti14
Feriti56

L'attentato di Berlino è stato un attacco terroristico avvenuto il 19 dicembre 2016, che ha provocato 12 morti e 56 feriti tra i frequentatori di un mercatino di Natale di Berlino.

Un autoarticolato con targa polacca, proveniente dall'Italia, ha investito la folla di visitatori del mercatino di Natale di Breitscheidplatz, nelle vicinanze della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, nel quartiere berlinese di Charlottenburg.

Nella notte del 23 dicembre 2016, Anis Amri, sospetto attentatore, è stato ucciso in Italia a Sesto San Giovanni (Milano) durante un controllo di polizia all'esterno della locale stazione ferroviaria.[1][2]

La responsabilità dell'attentato è stata rivendicata dal cosiddetto Stato Islamico, con un video di propaganda diffuso attraverso l'agenzia di stampa Amaq.[3]

Dinamica[modifica | modifica wikitesto]

Dirottamento del camion[modifica | modifica wikitesto]

Il veicolo coinvolto, un autoarticolato Scania R 450 di colore nero[4], con targa polacca e di proprietà della società di autotrasporto Usługi Transportowe Ariel Żurawski di Sobiemyśl[5], stava trasportando sbarre metalliche ritirate presso lo stabilimento torinese della ThyssenKrupp e dirette a Berlino.[6][7]

Il titolare della società di trasporto, Ariel Żurawski, ha confermato di essere rimasto in contatto fino alle 15:00-16:00 con suo cugino, Robert Łukasz Urban, che si trovava alla guida del mezzo.[8] L'autista era giunto con un giorno di anticipo al magazzino di Berlino e avrebbe dovuto attendere tutta la notte prima di poter scaricare il camion la mattina seguente.[6][9] L'ultima immagine di Urban ancora in vita è stata ripresa alle ore 14:00 in un negozio di kebab vicino al magazzino ThyssenKrupp di Berlino.[6]

In base alle analisi del GPS di bordo e alle irregolarità riscontrate sull'accensione e spegnimento del motore, si sospetta che il camion sia stato dirottato dopo le 16:00. Dopo l'attentato, è stato rivenuto nell'abitacolo del camion il corpo senza vita dell'autista polacco, ucciso da un colpo d'arma da fuoco di piccolo calibro, probabilmente dall'autore dell'attentato.[10][11][12]

La strage[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dell'attentato

Alle ore 20:02[13] il camion rubato proveniente da Hardenbergstraße è entrato nel mercatino di Natale allestito a Breitscheidplatz a Charlottenburg, travolgendo bancarelle e clienti per circa 50 metri, per poi deviare e fermarsi su Budapester Straße, nei pressi della Chiesa della memoria.[14] Prima di entrare nel mercatino, il camion era già transitato per Breitscheidplatz una volta.[15][16]

Dopo l'impatto, diversi testimoni hanno visto il conducente lasciare il camion e fuggire verso Tiergarten, inseguito da un testimone.[17]

Łukasz Urban è stato trovato morto sul sedile del passeggero dell'abitacolo del camion: era stato accoltellato e colpito da uno sparo alla testa con un'arma da fuoco di piccolo calibro.[18][19][20] Gli investigatori ritengono che Urban fosse ancora vivo quando il camion ha raggiunto Breitscheidplatz e che sia stato accoltellato nel tentativo di fermare l'attacco, afferrando il volante e costringendo il camion a virare a sinistra e a schiantarsi, salvando in tal modo altre vite.[21] L'arma da fuoco non è stata rinvenuta sul luogo del delitto.[6]

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

Vittime per nazionalità
Nazionalità Morti Feriti Fonte
Bandiera della Germania Germania 7 42 [22]
Bandiera dell'Italia Italia 1 3 [23][24][25]
Bandiera d'Israele Israele 1 1 [24][26]
Bandiera della Polonia Polonia 1 0 [27]
Bandiera della Rep. Ceca Repubblica Ceca 1 0 [24][28]
Bandiera dell'Ucraina Ucraina 1 0 [29][30]
Bandiera della Spagna Spagna 0 2 [31]
Bandiera del Regno Unito Regno Unito 0 2 [32]
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 0 2 [33]
Bandiera della Finlandia Finlandia 0 1 [34]
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 0 1 [35]
Bandiera della Francia Francia 0 1 [36]
Bandiera del Libano Libano 0 1 [37]
Sconosciuti 0 sconosciuti [38]
Totale 12 56 [39]

Indagini[modifica | modifica wikitesto]

La polizia e il pubblico ministero ipotizzarono sin da subito che l'incidente fosse un attacco terroristico.[40] Anche l'allora cancelliera tedesca, Angela Merkel, ne ipotizzò la matrice terroristica[41], così come il ministro degli interni, Thomas de Maizière.[42]

Subito dopo l'incidente, la polizia tedesca arrestò una persona sospetta vicino alla Colonna della Vittoria: si trattava di un richiedente asilo di 23 anni proveniente da Turbat (Pakistan). Tuttavia, dopo l'analisi del suo telefono cellulare e l'esito negativo dell'ispezione (non furono rinvenuti sul suo corpo né tracce di sangue né residui di sparo con il guanto di paraffina), il giovane venne rilasciato il giorno successivo.[16][17][43][44]

Il 21 dicembre la polizia annunciò il ritrovamento, sotto il sedile del conducente del camion, di alcuni documenti appartenenti ad Anis Amri: pertanto, fu immediatamente emesso un mandato di cattura europeo, con l'offerta di una taglia di 100 000 euro a chiunque fornisse informazioni che portassero all'arresto del tunisino; venne, inoltre, rintracciata la sua famiglia in Tunisia[45][46][47][48].

Intorno alle tre del mattino del 23 dicembre, Amri, appena giunto in Italia con un treno da Chambéry (Francia) - via Torino - alla stazione di Sesto San Giovanni, fu intercettato da una pattuglia della Polizia di Stato presso piazza Primo Maggio a seguito di un controllo di routine. Non appena i poliziotti gli richiesero i documenti, il tunisino estrasse dallo zaino una pistola calibro 22 (in seguito, ritenuta la stessa arma usata a Berlino)[49], sparando alla spalla di uno degli agenti. L'altro poliziotto inseguì Amri e sparò due colpi nella sua direzione: uno solo lo raggiunse, al costato. Nonostante l'intervento dei sanitari, l'attentatore spirò steso sull'asfalto. Dalle impronte digitali e dai tratti somatici, il giovane fu successivamente identificato senza ombra di dubbio in Anis Amri[1][50][51][52][53][54].

Si scoprì poi che Amri, poco prima dell'una di notte, era passato davanti alla stazione di Milano Centrale per recarsi in piazza Argentina; da lì, dopo aver chiesto informazioni a un giovane salvadoregno su come raggiungere Roma e Napoli[55], aveva preso l'autobus notturno sostitutivo della Linea M1 della metropolitana milanese, diretto a Sesto San Giovanni. Dalla Centrale di Milano era uscito, essendovi giunto, sempre in nottata, in treno da Torino, a sua volta raggiunta in treno in serata da Bardonecchia[56][57][58].

Si stima che nel suo percorso totale Amri abbia usato almeno quattordici nomi falsi e tre diverse nazionalità[45][59][60].

L'attentatore Anis Amri[modifica | modifica wikitesto]

L'attentatore Anis Amri apparteneva alla rete salafita chiamata "La vera religione" cresciuta intorno a Abu Walaa, un noto reclutatore dell'ISIS in Germania recentemente arrestato.

In Tunisia, Amri è stato già condannato in contumacia a cinque anni di carcere per furto aggravato con violenza ed era stato arrestato più volte per uso e possesso di droga. Secondo la sua famiglia, Amri era un alcolizzato, tossicodipendente e non religioso, ma era stato radicalizzato nelle carceri italiane. Arrivato in Germania nel luglio 2015, il successivo aprile 2016 ha presentato domanda di asilo. Durante il soggiorno in Germania, ha poi utilizzato almeno sei alias diversi, dichiarando di essere cittadino siriano, egiziano e libanese. La polizia tedesca ha riferito che Amri aveva cercato di reclutare dei partecipanti per un attacco terroristico a partire dalla primavera 2016 e aveva tentato di acquistare una pistola da un agente di polizia sotto copertura. Interrogato dai servizi di sicurezza tedeschi, che avevano intercettato un suo proposito di attacco suicida, ma le autorità tedesche decisero di non arrestarlo, considerandolo semplicemente uno sbandato. Coinvolto in una rissa in un bar e nello spaccio di droga, in seguito è stato coinvolto in una rapina con un coltello nel mese di luglio 2016, ma poi è scomparso prima che la polizia lo interrogasse.

Amri nel febbraio 2011 all'età di 18 anni si trasferisce in Italia, passando per Lampedusa, in piena Primavera araba. Mentendo, dichiara di essere nato nel 1994, quindi di essere minorenne, e viene mandato a Belpasso (Catania), in un centro d'accoglienza per minori, in attesa della valutazione della sua richiesta di diritto di asilo; qui si segnala per numerose azioni di protesta lamentando scarsa qualità di cibo e lungaggini burocratiche. La notte del 22 ottobre, assieme ad altri quattro tunisini minaccia e aggredisce il custode del centro e incendia dei materassi. Amri viene arrestato, e successivamente condannato a Catania a una pena di 4 anni di carcere per minacce aggravate, lesioni personali e incendio doloso; il tunisino sconta la pena inizialmente all'"Istituto Penale per I Minorenni Bicocca" di Catania, mentre dal 2012, anno in cui per le autorità italiane diviene maggiorenne, in quanto segnalatosi come detenuto violento viene spostato per varie carceri siciliane; come ultima tappa, il 10 gennaio 2015 giunge al carcere dell'Ucciardone di Palermo. Esce in anticipo il 18 maggio con un provvedimento di espulsione, che si rivela impossibile da attuare per una mancata risposta della Tunisia[61][62][63][64][65].

A fine giugno Amri si sposta da clandestino in Germania, e staziona in Renania Settentrionale-Vestfalia; a febbraio 2016 si stabilisce nella capitale Berlino, che già frequentava spesso, e si mantiene spacciando droga. Viene presto sorvegliato dalle autorità per sospetta pericolosità e arrestato per due giorni causa possesso di falsi documenti italiani, senza però che sussistano le condizioni per un suo rimpatrio. In questo periodo conosce Ahmad Abdulaziz Abdullah Abdullah, un affiliato allo Stato Islamico noto come Abu Walaa, il quale lo spinge a convertirsi all'Islam radicale[45][48][66].

Il tardo pomeriggio di lunedì 19 dicembre 2016, tra le 16.30 e le 17.30, Amri ruba un tir polacco proveniente dal Piemonte, accoltellando il camionista Lukasz Urban e sparandogli un colpo di pistola alla testa[67][68][69][70]. Attorno alle 20.15, Amri alla guida del tir giunge a un affollato mercatino di Natale allestito nella Breitscheidplatz[71][72][73]. Compiuto l'attentato, nel caos generale Amri riesce a dileguarsi.

Il mattino dopo l'attentato (martedì 20 dicembre) Anis Amri, sempre a Berlino, gira il suo videotestamento, riprendendo se stesso per 2 minuti e 40 secondi sul ponte pedonale Kieler, a pochi chilometri da Breitscheidplatz; nel video, Amri afferma di essere ancora vivo, dichiara obbedienza totale al califfo "comandante dei credenti" Abu Bakr al-Baghdadi ed esplica il suo totale impegno nel combattere per l'affermazione di uno Stato Islamico universale; il mondo conoscerà questo video soltanto dopo la morte di Amri, in quanto verrà postato sui canali Telegram dell’Isis nella giornata del 23 dicembre[70][74][75][76][77][78].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b L’attentatore di Berlino ucciso in sparatoria con la Polizia a Milano, su poliziadistato.it, Polizia di Stato, 23 dicembre 2016. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  2. ^ Milano, è killer Berlino uomo ucciso in scontro con polizia a Sesto, su tgcom24.mediaset.it, 23 dicembre 2016. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  3. ^ Attacco Berlino, Isis diffonde video-testamento dell'attentatore Anis Amri: "Vendetta per musulmani", su huffingtonpost.it, 23 dicembre 2016. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  4. ^ LKW rast in Weihnachtsmarkt auf Breitscheidplatz. Archiviato il 19 dicembre 2016 in Internet Archive. In: Berliner Zeitung, 19. Dezember 2016
  5. ^ (PL) Sebastian Ogórek, Zamach w Berlinie. Ariel Żurawski dla WP: Najważniejsze dla mnie to znaleźć mojego kierowcę, su money.pl, 19 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  6. ^ a b c d Stephanie Kirchgaessner, Police pore over Polish truck driver's final hours for clues to Berlin attack, in The Guardian, 20 dicembre 2016, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 21 dicembre 2016.
  7. ^ Berlin lorry deaths: Police say 'probably terrorist attack', BBC, 20 dicembre 2016.
  8. ^ (DE) Weihnachtsmarkt-Attacke: In diese drei Ansätze setzt die Polizei ihre Hoffnung, su Die Welt, 21 dicembre 2016. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  9. ^ Amber Jamieson, Berlin truck crash: 'suspicious person' arrested after nine killed at Christmas market – live, in The Guardian, 19 dicembre 2016, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 19 dicembre 2016.
  10. ^ Nicole Morley for Metro.co.uk, Truck driver named as first victim of Berlin Christmas market terror attack, su metro.co.uk, 20 dicembre 2016.
  11. ^ (DE) Liveticker zu Anschlag auf Berliner Weihnachtsmarkt, NTV, 20 dicembre 2016.
  12. ^ Guy Chazan e James Shotter, Germany faces manhunt after Berlin Christmas attack, su Financial Times, 20 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  13. ^ (DE) Kai Biermann, Philip Faigle, Astrid Geisler, Daniel Müller, Yassin Musharbash, Karsten Polke-Majewski e Sascha Venohr, Weihnachtsmarkt : Was wir über den Anschlag in Berlin wissen, in Die Zeit, 20 dicembre 2016, ISSN 0044-2070 (WC · ACNP). URL consultato il 20 dicembre 2016.
  14. ^ Kate Connolly, Philip Oltermann, Kevin Rawlinson e Fran Lawther, Berlin: suspect held and 12 dead after truck crashes into market, in The Guardian, 19 dicembre 2016.
  15. ^ Melissa Eddy, Germany Seeks Tunisian Tied to Berlin Christmas Market Attack, su The New York Times, 21 dicembre 2016. URL consultato il 22 dicembre 2016.
  16. ^ a b Melissa Eddy e Alison Smale, At Least 12 Dead in Berlin After Truck Crashes into Christmas Market, in The New York Times, 19 dicembre 2016.
  17. ^ a b (DE) Berlin: Mutiger Zeuge führt Polizei zum Verdächtigen, su Die Welt, 20 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  18. ^ Berlin Christmas market attack: What we know so far, in The Daily Telegraph, 20 dicembre 2016.
  19. ^ (DE) Berlin: Attentäter fuhr einmal um den Weihnachtsmarkt herum, su Spiegel Online, 20 dicembre 2016.
  20. ^ One of dead at German Christmas market was shot, Reuters, 20 dicembre 2016.
  21. ^ (DE) Ermittler: Es gab einen Kampf im Lastwagen, su tagesspiegel.de, Tagesspiegel, 21 dicembre 2016. URL consultato il 21 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
  22. ^ Copia archiviata, su eblnews.com. URL consultato il 24 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2016).
  23. ^ Berlino, Alfano: "Fabrizia è morta". Il dolore di Mattarella e Gentiloni, su repubblica.it, 22 dicembre 2016.
  24. ^ a b c Alexandra Topping, The victims of the Berlin Christmas market attack, su theguardian.com, 21 dicembre 2016. Ospitato su The Guardian.
  25. ^ Attentato al mercatino di Natale di Berlino. Rilasciato pakistano sospetto, killer ancora in fuga, su ANSA.it, 19 dicembre 2016.
  26. ^ Dov Benovadia, Israeli Victim of Berlin Attack on the Mend, Wife Killed, su hamodia.com, Hamodia. URL consultato il 22 dicembre 2016.
  27. ^ Nicole Morley, Truck driver named as first victim of Berlin Christmas market terror attack, su Metro.co.uk, Associated Newspapers Limited, 20 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  28. ^ Mezi oběťmi útoku v Berlíně byla i Češka, oznámilo ministerstvo zahraničí, su rozhlas.cz, Czech Radio, 22 dicembre 2016. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  29. ^ https://www.kyivpost.com/ukraine-politics/german-police-confirm-death-ukrainian-citizen-berlin-terrorist-attack.html
  30. ^ http://uatoday.tv/crime/one-ukrainian-among-victims-of-berlin-attack-ambassador-852758.html
  31. ^ (ES) Un español, herido en el atentado de Berlín [A Spaniard wounded in the Berlin bombing], su ElConfidential.com.
  32. ^ British victims injured in terror attack on Berlin Christmas market, 21 dicembre 2016. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  33. ^ 2 Americans confirmed to be injured in Berlin attack, su wkyt.com. URL consultato il 22 dicembre 2016.
  34. ^ Embassy: Finn injured in Berlin attack, su yle.fi, Yleisradio.
    «The Finnish Embassy in Berlin says that a Finnish national is among those hurt in Monday's terror attack.»
  35. ^ One Hungarian injured in Berlin terrorist attack – Daily News Hungary, su dailynewshungary.com, 22 dicembre 2016. URL consultato il 23 dicembre 2016.
  36. ^ France/Monde | Attentat de Berlin : une Française parmi les blessés, su ledauphine.com, 11 giugno 1970. URL consultato il 22 dicembre 2016.
  37. ^ Lebanese wounded in Berlin Christmas market attack, su mtv.com.lb, mtv Lebanon. URL consultato il 20 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
    «Lebanon's Embassy in Germany informed the government that a Lebanese man identified as Mohammad Hassan Wehbeh was wounded in the attack on a Christmas market in Berlin.»
  38. ^ Live: Police investigate Berlin lorry attack, su BBC.com, 19 dicembre 2016.
  39. ^ Weiterhin 26 Anschlagsopfer im Krankenhaus, su rbb-online.de, .rbb-online.de. URL consultato il 24 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2016).
  40. ^ (DE) Anschlag in Berlin: BKA zeigt sich 'hochalarmiert' [Attack in Berlin: BKA on 'high alert'], su Der Spiegel.
  41. ^ Merkel on Berlin Xmas Market Tragedy: 'We must assume this was a terrorist attack', in Deutsche Welle, 20 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  42. ^ (DE) Todesfahrt von Berlin: De Maizière: „Kein Zweifel mehr an Anschlag“ [Deadly Drive in Berlin: De Maizière: 'No Doubt Any More About Attack'], su faz.net, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 20 dicembre 2016.
  43. ^ Berlin truck driver reportedly a refugee from Pakistan or Afghanistan, su Washington Times, 19 dicembre 2016. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  44. ^ Shamil Shams, Pakistani and Afghan refugees fear backlash after Berlin attack, in DW, 20 dicembre 2016. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  45. ^ a b c Attentato Berlino, è caccia a giovane tunisino. Ha scontato 4 anni di carcere in Italia, su Il Fatto Quotidiano, 21 dicembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2017.
  46. ^ Germania, taglia di 100.000 euro sul tunisino ricercato per strage, in Tiscali Notizie. URL consultato il 16 giugno 2017.
  47. ^ Attentato Berlino, taglia di 100mila euro sul tunisino ricercato per strage, in Today. URL consultato il 16 giugno 2017.
  48. ^ a b Berlino, identificato l'attentatore: è un pachistano di 23 anni - Askanews, su askanews.it-IT. URL consultato il 16 giugno 2017.
  49. ^ Berlino, arma usata da Amri per attentato è la stessa di Milano, in La Presse, 4 gennaio 2017. URL consultato il 23 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2017).
  50. ^ «Amri era un fantasma», il blitz di Sesto minuto per minuto e una strana coincidenza, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 16 giugno 2017.
  51. ^ Terrorismo, Anis Amri agli agenti della polizia: "Sono calabrese", in Repubblica.it, 23 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  52. ^ Angela Geraci, Giuseppe Guastella, Gianni Santucci, Fiorenza Sarzanini, Attacco di Berlino: ucciso a Milano Anis Amri, il killer della strage al mercatino di Natale|English version, in Corriere della Sera. URL consultato il 16 giugno 2017.
  53. ^ Il killer di Berlino era in Italia: ucciso da polizia dopo un controllo. URL consultato il 15 giugno 2017.
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  55. ^ Amri si informò su bus per Roma e Napoli - Campania, in ANSA.it, 29 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
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  57. ^ Il Giorno, Terrorista ucciso a Sesto, eccolo in Stazione Centrale a Milano / LA FOTO - Il Giorno, in Il Giorno, 27 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  58. ^ Berlino, perquisizioni nel rifugio di Amri ad Aprilia, in ilGiornale.it. URL consultato il 16 giugno 2017.
  59. ^ Attacco Berlino, Amri ha usato almeno 14 identità diverse, su adnkronos.com. URL consultato il 16 giugno 2017.
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  61. ^ Anis Amri, i giorni del presunto attentatore a Belpasso. Comunità: «Da allora non ospitiamo minori stranieri», in MeridioNews. URL consultato il 16 giugno 2017.
  62. ^ Attentato Berlino, il passato in Italia di Anis Amri: dall'incendio al centro di accoglienza ai 4 anni in carcere, su Il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2017.
  63. ^ Berlino, presunto attentatore fu arrestato a Belpasso. Molestie e disordini, 6 carceri siciliane in quattro anni, in MeridioNews. URL consultato il 16 giugno 2017.
  64. ^ Strage di Berlino. I tre mesi di Anis Amri a Belpasso, in L'Informazione. URL consultato il 16 giugno 2017.
  65. ^ C'è un ricercato per l'attentato a Berlino, su Il Post, 21 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  66. ^ (EN) The Berlin Attack and the “Abu Walaa” Islamic State Recruitment Network | Combating Terrorism Center at West Point, su ctc.usma.edu. URL consultato il 15 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2017).
  67. ^ L'autista polacco del tir usato a Berlino era incosciente al momento della strage – TPI, in TPI, 27 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  68. ^ (EN) Philip Oltermann, Calls for Polish truck driver killed in Berlin to receive order of merit, in The Guardian, 22 dicembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2017.
  69. ^ L'autista del camion usato a Berlino potrebbe essere stato ucciso prima dell'attentato, su Il Post, 28 dicembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2017.
  70. ^ a b Berlin lorry killer's chilling ISIS pledge video revealed, in Mail Online. URL consultato il 16 giugno 2017.
  71. ^ Attentato a Berlino, tir travolge la folla nel mercato di Natale: 12 morti, 48 feriti. A bordo erano in due: uno ucciso, l'altro arrestato, in Repubblica.it, 19 dicembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2017.
  72. ^ Barese su Facebook, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 15 giugno 2017.
  73. ^ Attentato Berlino. Chi è Fabrizia Di Lorenzo, il cervello costretto alla fuga in Germania dal lavoro che non c'è, su Il Fatto Quotidiano, 21 dicembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2017.
  74. ^ Ultime Notizie, Il video testamento del killer di Berlino, 23 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  75. ^ Berlino, il video testamento di Anis Amri. Giura fedeltà all'Isis e minaccia: "Vi sgozziamo come maiali", in La Repubblica, 23 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  76. ^ Attentat à Berlin: Anis Amri avait fait une vidéo pour prêter allégeance à Daesh, in 20minutes.fr, 23 dicembre 2016. URL consultato il 16 giugno 2017.
  77. ^ Il videotestamento di Amri durante la fuga: «Vi macelleremo, crociati», in Corriere della Sera. URL consultato il 16 giugno 2017.
  78. ^ (FR) sudinfo.be, L’EI diffuse une vidéo dans laquelle Anis Amri prête allégeance à l’organisation terroriste, in sudinfo. URL consultato il 16 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2016).

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