Arcidiocesi di Eucaita

Eucaita
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Euchaitena
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Eucaita
Mappa della diocesi civile del Ponto (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
Istituita1922
StatoTurchia
Arcidiocesi soppressa di Eucaita
Erettacirca VII secolo
Soppressacirca XIV secolo
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Icona raffigurante san Teodoro di Amasea, il cui santuario a Eucaita era meta di pellegrinaggio in epoca bizantina.

L'arcidiocesi di Eucaita (in latino Archidioecesis Euchaitena) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Eucaita, identificabile con Avhat (Avkat) nell'odierna Turchia[1], è un'antica sede della provincia romana dell'Elenoponto nella diocesi civile del Ponto e nel patriarcato di Costantinopoli.

Questa antica diocesi bizantina è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato dal VII al XIV secolo, dapprima come arcidiocesi autocefala, e dall'inizio del X secolo come sede metropolitana.[2] Secondo la Vita Ignatii di Stiliano di Neocesarea, Eucaita fu elevata al rango di metropolia dal patriarca Fozio in occasione della sua restaurazione sulla sede costantinopolitana nell'880, o poco dopo.[3] Le Notitiae del X, XI e XII secolo assegnano a Eucaita quattro diocesi suffraganee, Gazala, Koutziagra, Sibiktos e Bariané,[4] che furono probabilmente sedi effimere, benché siano documentati vescovi per queste diocesi.[5]

La diocesi è documentata per la prima volta verso la fine del V secolo, durante il regno dell'imperatore Anastasio I (491-518), secondo un'iscrizione di questo periodo, che attesta anche l'esistenza del primo vescovo noto, Mamas; in quest'epoca la diocesi era ancora suffraganea dell'arcidiocesi di Amasea.[6] Il primo arcivescovo conosciuto è Epifanio, alla fine del VII secolo, che partecipò al concilio ecumenico del 680 e al concilio in Trullo del 692. Il primo prelato attestato come metropolita fu Teodoro Santabarenos, imposto sulla sede di Eucaita dal patriarca Fozio, che in precedenza aveva costretto alle dimissioni l'arcivescovo Eufemiano.

Eucaita era famosa per aver dato i natali a san Teodoro, martirizzato a Amasea e le cui reliquie furono trasferite a Eucaita nel IV secolo; da questo momento la città divenne sede di un importante pellegrinaggio sulla tomba del santo.[7]

Nella prima metà del XIV secolo la sede fu data in amministrazione ai metropoliti di Apro e di Cesarea; nel corso del secolo la sede fu soppressa per la crescente presenza mussulmana e la fine della comunità cristiana.[7]

Dal 1922 Eucaita è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 28 giugno 1972. Il titolo è stato assegnato a tre vescovi: Bernard Gijlswijk, delegato apostolico in Sudafrica; Octavio Antonio Beras Rojas, arcivescovo coadiutore di Santo Domingo; e Bolesław Kominek, vescovo ausiliare di Breslavia.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi, arcivescovi e metropoliti greci[modifica | modifica wikitesto]

Arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ H. Grégoire, in Byzantinische Zeitschrift 19 (1910), pp. 59-61.
  2. ^ Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, Paris, 1981, indice p. 490, voce Euchaita, archevêché d'Hélénopontos.
  3. ^ Darrouzès, Remarques sur des créations d'évêchés byzantins, pp. 215–216.
  4. ^ Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 287, nnº 686-690; p. 332, nnº 668-672; p. 365, nnº 740-745.
  5. ^ Stiliano vescovo di Koutziagra (Στυλιανῷ ἐπισκόπῳ Κουτζιάγρων), è documentato da un sigillo vescovile datato al X secolo. PmbZ 27414.
  6. ^ C. Mango, I. Sevcenko, Three Inscriptions of the Reign of Anastasius I and Constantine V, in «Byzantinische Zeitschrift» 65 (1972), pp. 379-384. La proposta di questi due autori, che attribuiscono il vescovo Mamas alla sede di Euchaita, contraddice quanto detto in precedenza da altri autori, che attribuiscono Mamas, e l'iscrizione che lo menziona, alla sede di Amasea, dove è stata trovata l'iscrizione. Sophrone Pétridès, Note sur une inscription chrétienne d'Amasée, Echos d'Orient 1900, pp. 273-278. Siméon Vailhé, v. Amasea, in «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. II, Paris, 1914, coll. 964-970.
  7. ^ a b Giftopoulou, Metropolis of Euchaita.
  8. ^ Epiphanios, PmbZ nº 1532.
  9. ^ a b c Catalogue of Byzantine Seals at Dumbarton Oaks and in the Fogg Museum of Art, vol. IV, 2001, pp. 44-48.
  10. ^ Theophylaktos, PmbZ nº 8300.
  11. ^ Euphemianos, PmbZ nº 21788.
  12. ^ Theodoros Santabarenos, PmbZ nº 27619.
  13. ^ Manuel, PmbZ nº 24882.
  14. ^ Philaretos, PmbZ nº 26584.
  15. ^ Philoteos, PmbZ nº 26636.
  16. ^ Symeon, PmbZ nº 27516.
  17. ^ Michael, PmbZ nº 25269. A questo vescovo può essere attribuito un sigillo datato tra X e XI secolo (PmbZ 25304).
  18. ^ Il sigillo che menziona questo vescovo riporta solo le prime due lettere iniziali del nome, che potrebbe corrispondere a Teodoro, Teodosio, Teodoto o Teodulo. Catalogue of Byzantine Seals at Dumbarton Oaks…, p. 47.
  19. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 769.
  20. ^ Le Quien inserisce il nome di questo vescovo anche nella cronotassi dei vescovi di Teodoropoli in Tracia, erroneamente identificata con la sede di Euchaneia documentata dalle Notitiae Episcopatuum del patriarcato. Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, p. 87. Asdracha, La thrace orientale et la mer Noire, edizione online, nota 131. N. Oikonomides, Le dedoublement de Saint Theodore et les villes d'Euchaita et d'Euchaneia, Analecta Bollandiana 104 (1986), pp. 327-335.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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