Archeologia dei relitti marini

Il relitto della Severance, barca a vela affondata nel 1998 nei pressi dell'isola Lady Elliott, Australia, con l'attrezzatura ancora intatta.
Ispezione di un relitto nella baia di Tallinn.
Immagine ottenuta con il sonar a scansione laterale del relitto della Aid, veliero britannico affondato nel 1863 nei pressi dell'isola Hiiumaa, in Estonia e monumento storico dello stato baltico.

L'archeologia dei relitti marini è il campo dell'archeologia specializzato nello studio e nell'esplorazione dei relitti. Le sue tecniche combinano quelle dell'archeologia con quelle dell'immersione.

Per comprendere i processi per cui si è formato un sito archeologico di questo tipo è necessario prendere in considerazione le distorsioni nel materiale archeologico causate dalle infiltrazioni e dal rimescolamento dei resti del relitto che avvengono durante e successivamente al naufragio.

Quando una nave fa naufragio, subisce una serie di cambiamenti di stato fino a che essa non raggiunge uno stato di equilibrio con l'ambiente circostante. All'inizio il processo di trasformazione modifica il relitto da una struttura organizzata navale a uno stato instabile di artefatto subacqueo. Le forze della natura continuano ad agire durante l'intero processo di rottamazione fino al raggiungimento di uno stato di equilibrio. I carichi pesanti affondano rapidamente, mentre i carichi più leggeri possono andare alla deriva prima dell'affondamento e gli oggetti in grado di galleggiare possono fluttuare via del tutto. Questo causa un rimescolamento e una selezione dei resti del naufragio. Il deposito sul fondo marino di una struttura estranea tende a modificare il flusso delle correnti oceaniche, il che può anche produrre una pulizia e un diverso modello deposizionale sul fondale.

Nelle nuove condizioni sottomarine, i processi chimici e l'azione degli organismi biologici contribuisce alla disintegrazione dei materiali. L'attività dell'uomo può ancora intervenire nel modificare il processo di rottamazione, ad esempio con operazioni di recupero dei resti e in particolare degli oggetti preziosi.

Prima del naufragio la nave funzionava come un sistema organizzato costituito da equipaggio, attrezzature, passeggeri e carico. I resti sono in grado di fornire indizi sulla capacità di tenere il mare, la navigazione e la propulsione come pure sulla vita di bordo. Come mezzo di trasporto infatti la nave può essere considerata come un elemento di un sistema sociale, politico ed economico geograficamente disperso.

Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo[modifica | modifica wikitesto]

I relitti che si trovano sott'acqua da almeno cento anni sono protetti dalla Convenzione UNESCO 2001 sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo. Questa convenzione mira a prevenire il saccheggio, la distruzione o la perdita di informazioni storiche e culturali.[1] Essa fornisce una veste legale agli stati per aiutarli a proteggere il loro patrimonio culturale subacqueo.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ UNESCO (a cura di), Convention on the protection of the Underwater Cultural Heritage - Text of the 2001 Convention, su unesco.org. URL consultato il 4 febbraio 2016.
  2. ^ UNESCO (a cura di), Underwater Cultural Heritage, su unesco.org. URL consultato il 4 febbraio 2016.

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