Antonio Leone

Antonio Leone

Componente del Consiglio Superiore della Magistratura
Durata mandato11 settembre 2014 –
27 settembre 2018

Vicepresidente della Camera dei deputati
Durata mandato7 maggio 2008 –
15 marzo 2013
PresidenteGianfranco Fini

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato9 maggio 1996 –
26 settembre 2014
LegislaturaXIII, XIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare
XIII-XV: Forza Italia
XVI: Popolo della Libertà
XVII:
- Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente (fino al 18/11/2013)
- Nuovo Centrodestra (dal 18/11/2013)
CoalizionePolo per le Libertà (XIII)
Casa delle Libertà (XIV-XV)
Centro-destra 2008 (XVI)
Centro-destra 2013 (XVII)
CircoscrizionePuglia
Incarichi parlamentari
XIV-XV legislatura:

XVII legislatura:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoFI (1994-2009)
PdL (2009-2013)
NCD (2013-2014)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneAvvocato penalista

Antonio Leone (Putignano, 16 gennaio 1948) è un politico italiano, vicepresidente della Camera dei deputati dal 2008 al 15 marzo 2013. Dal 2018 è Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 16 gennaio 1948 a Putignano, in provincia di Bari, ma vive a Manfredonia, in provincia di Foggia, laureato in giurisprudenza, avvocato penalista patrocinante nella Corte suprema di cassazione.

È stato esponente di Forza Italia, de Il Popolo della Libertà e il Nuovo Centrodestra

Alle elezioni politiche del 1994 alla Camera dei deputati nel collegio maggioritario di Manfredonia, sostenuto dalla coalizione di centro-destra Polo del Buon Governo in quota forzista, dove ottenne il 39,35% dei voti e viene sconfitto dal rappresentante dei Progressisti, in quota PDS, Francesco Mastroluca.[1]

È stato eletto deputato alla Camera alle politiche del 1996 e del 2001 col sistema proporzionale nella circoscrizione Puglia.

Ha ricoperto il ruolo di membro del consiglio direttivo di Forza Italia alla Camera nel 1996.

È stato riconfermato deputato per la terza volta nel 2006 sempre per Forza Italia in Puglia. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Bilancio, della Giunta per le Autorizzazioni, della Giunta per il Regolamento, del Comitato Parlamentare per i Procedimenti d'Accusa. Dal 2001 al 2008 è vice-capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera dei deputati.

Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà[2], aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano[3][4].

Incarichi istituzionali[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2008, dopo la conferma del suo mandato parlamentare per la XVI Legislatura viene eletto vicepresidente vicario della Camera dei deputati.

Rieletto deputato per la XVII Legislatura, in occasione della prima seduta (15-16 marzo 2013) ha svolto il ruolo di Presidente provvisorio della Camera dei deputati in ragione della maggiore anzianità di elezione tra quanti abbiano ricoperto l'ufficio di Vicepresidente nel corso della legislatura precedente.

Membro del CSM[modifica | modifica wikitesto]

L'11 settembre 2014 viene eletto dal Parlamento in seduta comune con 517 voti membro del Consiglio Superiore della Magistratura (in quota NCD) con una maggioranza pari a 3/5 dei votanti (490 voti).

Leone è l'unico eletto nel sesto scrutinio e il terzo degli otto membri da eleggere dopo il sottosegretario di Stato al MEF il deputato Giovanni Legnini e il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani entrambi in quota PD nel precedente scrutinio.

Il 18 settembre 2018 è stato eletto presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

«Antonio Leone (PdL), nell'associarsi alle considerazioni del deputato Maurizio Paniz, definisce fantasiose le iniziative giudiziarie del dott. Woodcock, il quale già nel 2002 chiese l'arresto dei deputati Angelo Sanza e Antonio Luongo nell'ambito di un'inchiesta che si risolse in un nulla di fatto. Avanzò altresì domanda di utilizzo di intercettazioni telefoniche di conversazioni tra il medesimo Margiotta e la di lui moglie, in barba al motto popolare per cui «tra moglie e marito non mettere il dito». Anche la presente appare un'iniziativa strumentale e infondata, manifestazione di protagonismo di quella parte della magistratura che ha in animo la costante aggressione al Parlamento. Ritiene opportuno da parte della Giunta l'adozione di linee di condotta e di definizione degli ambiti applicativi dei poteri giurisdizionali idonee a respingere questo tentativo.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]