Antonio Amantea

Antonio Amantea
NascitaLecce, 28 settembre 1894
MorteLecce, 13 luglio 1983
Luogo di sepolturaCimitero monumentale di Lecce
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaArtiglieria
CorpoCorpo Aeronautico
SpecialitàCaccia
Reparto43ª Squadriglia
71ª Squadriglia caccia
Anni di servizio1914-1946
GradoGenerale di squadra aerea
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Comandante di10º Gruppo
XLIV Gruppo
50º Stormo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Antonio Amantea (Lecce, 28 settembre 1894Lecce, 13 luglio 1983) è stato un generale e aviatore italiano, che fu un asso dell'aviazione da caccia, accreditato di 5 abbattimenti durante la prima guerra mondiale.[2] Prese parte alla guerra d'Etiopia in qualità di comandante del XLIV Gruppo da bombardamento, rimanendo coinvolto nell'attentato al Viceré d'Etiopia Rodolfo Graziani (19 marzo 1937) dove rimase ferito. Rientrato successivamente in Italia fu comandante del 50º Stormo d'Assalto, e durante la seconda guerra mondiale degli aeroporti di Castelvetrano e Galatina. Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, 6 Medaglie d'argento e due di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Lecce il 28 settembre 1894,[1] figlio di Nicola, furiere del Regio Esercito in servizio presso il locale Distretto militare, e della signora Giovanna Meileo. Divenuto elettricista di professione, nel settembre 1914 fu arruolato come soldato di leva nel Regio Esercito, assegnato in servizio presso il 13º Reggimento artiglieria da campagna[3] di stanza a Roma, venendo promosso caporale il 31 ottobre dello stesso anno. Inviato presso il Battaglione aviatori,[3] vi rimase anche dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, conseguendo il brevetto di pilota sul campo d'aviazione di Pisa-San Giusto[1] il 1 settembre dello stesso anno volando a bordo di un Blériot XI. il 31 ottobre fu mandato in zona di operazioni, assegnato alla 43ª Squadriglia[4] Il 20 novembre fu promosso sergente, entrando in servizio con una ferma di tre anni. In forza alla 43ª Squadriglia eseguì 90 missioni di ricognizione, volando a bordo dei Caudron G.3, nella zona di Gorizia.[1] Frequentò successivamente il corso Allievi ufficiali presso la 71ª Squadriglia caccia,[1] venendo nominato Aspirante ufficiale di complemento presso il deposito del 13º Reggimento artiglieria da campagna, assegnato in servizio presso il Battaglione aviatori. Il 23 agosto 1917 volando su uno SPAD S.VII abbatte un Albatros D.III vicino ad Arsiero,[1] conseguendo la seconda il 24 dello stesso mese vicino a Luserna, e una terza il 24 settembre nelle vicinanze del Monte Verena.[3] Dopo l'esito negativo della battaglia di Caporetto una sezione della squadriglia viene distaccata con 4 piloti (tra i quali Amantea) presso l'82ª Squadriglia sull'aeroporto di Udine-Campoformido. Promosso sottotenente[1] il 15 novembre, conseguì una quarta vittoria il 28 gennaio 1918 nelle vicinanze della Val Frenzela, una quinta il 22 marzo sui cieli del Pasubio,[3] e una sesta il 2 maggio sul cielo del Monte Spitz di Tonezza.[5] Il 6 giugno fu trasferito come istruttore alla Scuola di volo di Busto Arsizio, ritornando al Deposito del 13º Reggimento artiglieria da campagna il 6 marzo 1919. Prestò poi servizio presso il campo ex ergastolani dell'isola dell'Asinara, e poi fu assegnato al 3º Reggimento artiglieria da fortezza, dove fu congedato il 29 ottobre 1919 con il grado di tenente.[1]

Al termine della grande guerra egli reclamava l'abbattimento di 9 aerei nemici,[1] ma la cosiddetta Commissione Bongiovanni gliene assegnò 5 confermati, facendo di lui un asso dell'aviazione decorato con due Medaglie d'argento al valor militare.[6] Ritornato a Lecce rimase disoccupato a causa della grave situazione economica in cui versava il Paese, e per protesta si mise a fare il lustrascarpe davanti agli uffici ministeriali, esibendo le tre medaglie d'argento al valor militare con cui era stato decorato.[7] La protesta non rimase inosservata, e il 1 marzo 1921 venne riammesso in servizio permanente effettivo, assegnato al 3º Reggimento artiglieria pesante in forza al 1º Raggruppamento aeroplani.

Il 15 ottobre 1923 transitò in servizio presso la Regia Aeronautica, assegnato al 1º Stormo caccia terrestre in qualità di istruttore professionale. Fu poi mandato presso il neocostituito 2º Stormo Caccia Terrestre, frequentando nel contempo il 1º Corso superiore aeronautico, superandolo brillantemente. Il 3 giugno 1926 venne trasferito alla Direzione Generale del Genio Aeronautico (DGCA), venendo promosso capitano[1] il 4 novembre dello stesso anno. Il 5 giugno 1928 fu mandato a Tripoli, in Libia, per prestare servizio in forza all'Aviazione della Tripolitania, distinguendosi nelle operazioni di riconquista della Colonia.[1] Decorato con una terza Medaglia d'argento e una prima Medaglia di bronzo al valor militare, il 31 gennaio 1931 fu promosso maggiore per merito di guerra.[1] Dal 15 novembre 1933 comandò il 10º Gruppo del 1º Stormo C.T., venendo poi assegnato al 4º Stormo Caccia Terrestre. A partire dal 10 dicembre 1934 fu in servizio come giudice effettivo presso il Tribunale militare territoriale di Trieste, venendo promosso tenente colonnello il 21 marzo 1935.[1] Il 1º maggio 1935 fu assegnato al 14º Stormo Bombardamento Terrestre, con cui poi il 2 dicembre partì per l'Eritrea per partecipare alla guerra d'Etiopia. Qui il 15 gennaio 1936 risultava comandare il XLIV Gruppo.[8] Dopo la fine delle operazioni belliche rimase in servizio presso l'aeroporto di Addis Abeba a disposizione del Comando Superiore Aeronautica Ovest, impegnato nelle operazioni di contrasto alla guerriglia. Il 19 febbraio 1937 rimase ferito nel corso dell'attentato al Viceré d'Etiopia Rodolfo Graziani, e in quel frangente strappò di mano a un carabiniere un moschetto mettendosi a sparare contro coloro che riteneva implicati nell'attentato finché non rimase a sua volta ferito in modo serio[N 1] dallo scoppio di una seconda bomba a mano. Il 24 maggio successivo fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[9] Rientrato in Italia decorato con altre due Medaglie d'argento al valor militare, il 10 marzo 1938 riceve i gradi di colonnello[5] e dal settembre successivo, fino al dicembre dello stesso anno, fu comandante del 50º Stormo d'Assalto. Il 16 dicembre 1938 assunse il comando della Scuola di pilotaggio basata sull'aeroporto di Foggia. Mobilitato l'11 giugno 1940, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, fu inviato in zona di combattimento assumendo il comando dell'aeroporto di Castelvetrano e poi, il 26 agosto 1942, di quello di Torre Pinta.[5] Dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 organizzò subito la difesa dell'aeroporto costringendo con le armi i tedeschi ad allontanarsi, conservando intatto il suo aeroporto e gli aerei presenti per la Regia Aeronautica. il 1 dicembre 1943 fu trattenuto in servizio d'autorità, assegnato preso il comando della IV Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.) di Bari. Messo a domanda in congedo speciale, transitò in posizione ausiliaria il 28 settembre 1945.[5]

Datosi alla politica fu eletto assessore presso il comune di Lecce nella lista del Fronte dell'Uomo Qualunque, divenne Consigliere provinciale della provincia di Lecce e nel 1948 si candidò nella fine del Partito Monarchico Italiano alle elezioni politiche di quell'anno, ma non fu eletto in quanto superato nei voti dall'onorevole Vincenzo Cicerone. Prese parte attiva alla costituzione dell'Aero Club di Lecce, venendo promosso generale di brigata aerea il 28 dicembre 1953, e generale di squadra aerea il 27 settembre 1967. Sposato con la signora Fortunata Caramis, si spense a Lecce il 13 luglio 1983.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Al comando di un gruppo da bombardamento, col suo prestigio e con la virtù dell'esempio, faceva del suo reparto un perfetto e micidiale strumento di guerra. Magnifica figura di comandante, aduso a tutti i cimenti, con la sua audacia, spinta oltre i limiti del dovere, con la sua opera fattiva, portava un prezioso contributo alla vittoria delle nostre armi in A.O. A.O., dicembre 1935-settembre 1936.[9]»
— Regio Decreto 24 maggio 1937.[10]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valente pilota di aeroplano, addetto ad una squadriglia da caccia, dopo aver eseguito numerosi voli di crociera e di caccia in zone difficili ed alpestri, sostenuti numerosi combattimenti, con sereno sprezzo di ogni pericolo e dando prova di grande perizia aviatoria e sangue freddo, affrontava, il 2 agosto 1917, un potente e ben armato velivolo nemico, e coll'efficace fuoco della propria mitragliatrice lo costringeva ad abbattersi al suolo, a nord di Arsiero. Il 24 agosto, con altri apparecchi della stessa squadriglia, affrontava un velivolo nemico, concorrendo molto efficacemente, col fuoco della propria mitragliatrice, a determinarne la caduta in fiamme, a sud del forte di Luserna. Cielo di Arsiero, 2 agosto; Cielo di Luserna (Trentino), 24 agosto 1917
— 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano, dimostrava in ogni circostanza calma e ardimento ammirevoli, attaccando e costringendo alla fuga gli apparecchi avversari, il giorno 24 settembre e il 28 gennaio 1918 con precise raffiche di mitragliatrici abbatteva due velivoli avversari portando così a quattro il numero delle sue vittorie aeree. Monte Verena, 24 settembre 1917 - Val Frenzela (Trentino), 28 gennaio 1918
— 1919
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Affrontò in numerosi voli, velivoli nemici con i quali impegnò combattimento, riuscendo ad avere ragione di essi e ad abbattere due in successivi combattimenti. Cielo del Pasubio-Cielo del Spitz-Tonezza, 22 marzo-2 maggio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una squadriglia di ricognizione, espertissimo dell'impiego dell'Aviazione in guerra, in un lungo ed importante ciclo di operazioni in Colonia, diede indubbie prove del suo valore. Sprezzante del pericolo, animato solo dal desiderio di portare il maggior contributo al felice esito delle operazioni, si prodigava in lunghe e difficili ricognizioni ed in ardite azioni offensive. Il 21 aprile, dopo febbrili ricerche, scoperta una mehalla ribelle, la segnala alla colonna operante, e precedendo quindi l'azione di questa con efficacissimi mitragliamenti, e bombardamenti, da bassa quota, sconvolge le formazioni nemiche, facilitandone così la sconfitta da parte delle nostre truppe. Tripolitania, settembre 1928-maggio 1929
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo di aeroplani da bombardamento, trascinava i suoi equipaggi alle ardite imprese con avveduta azione di comando e con l'esempio. Pilota perfetto, con ventidue anni di esperienza di voli effettuati in pace ed in guerra, navigatore sicuro sprezzante di ogni pericolo e di ogni difficoltà, alla testa del suo reparto primo tra i suoi gregari per audacia, effettuava ripetuti bombardamenti e mitragliamenti a volo rasente, contribuendo alla vittoria delle nostre armi. Nel cielo di Selaclacà, nonostante il cattivo funzionamento dei tre motori dell'apparecchio persisteva nel suo compito di bombardiere e serenamente coadiuvava il motorista ad eliminare l'inconveniente. Dopo la battaglia dell'Endertà attaccava il nemico in ritirata, con ardita e tempestiva azione, infliggendogli gravi perdite. Ritornava più volte alla base colpito da violenta reazione antiaerea avversaria. Comandante di alte virtù militari. Africa Orientale, gennaio-marzo 1936
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo da bombardamento, più volte precedentemente distintosi, effettuava numerose azioni di guerra spesso in difficili condizioni per le avversità atmosferiche, e per la reazione avversaria, che colpiva più volte il suo apparecchio. Nelle circostanze più dure. Esempio ai dipendenti, che trascinava ad ardue imprese, realizzava col suo reparto i risultati più brillanti, dando prezioso contributo alla grande impresa per la costituzione dell'Impero. Il 19 febbraio 1937, durante l'attentato consumato a danno della persona del Viceré, nonostante ferito dalla prima bomba lanciata, imbracciava lo stesso un moschetto e sparava contro gli aggressori fino a quando un'altra bomba scoppiatagli vicino lo metteva fuori combattimento producendogli numerosissime ferite. Cielo dell'Impero, marzo 1936-febbraio 1937
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante interinale dell'Aviazione della Tripolitania, dando esempio di valore, guidava i propri dipendenti nelle azioni aeree di mitragliamento e bombardamento, durante le azioni belliche, svoltesi nella zona della Ghibla, nei mesi di luglio-agosto 1928. Incurante del tiro della fucileria nemica, che colpiva il proprio apparecchio, eseguiva da bassa quota efficaci mitragliamenti. Esempio di valore quale Ufficiale e Comandante. Cielo della Ghibla, luglio-agosto 1928
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale Superiore Comandante di una base avanzata nel canale di Sicilia, sottoposta ad ininterrotta violenta attività offensiva del nemico, che metteva in condizioni disperate la vita e l'efficienza dei reparti, ansioso di agire e combattere si avventurava col suo inerme velivolo spesso mentre incombeva la minaccia nemica per valutare con occhio esperto l'efficienza della difesa passiva. Si univa – poi- ai suoi uomini imbracciando sul campo le loro stesse armi e li incitava col meraviglioso comportamento e l'accesa parola, all'eroica difesa. Esempio stupendo di coraggio, di sprezzo del pericolo, di dedizione e di giovanile entusiasmo che nel lontano 1917, con uguale ardimento gli consentì di cogliere la sua prima vittoria nel cielo della Patria. Aeroporto di Castelvetrano, 23 marzo 1941-26 febbraio 1942
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 21 aprile 1940[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ricevette 58 ferite da scheggia e subì quattro operazioni chirurgiche.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n Mancini 1936, p. 35.
  2. ^ Franks, Guest, Alegy 1997.
  3. ^ a b c d e The Aerodrome.
  4. ^ Gentilli, Varriale 1999, pp. 200-202.
  5. ^ a b c d Varriale 2009, pp. 14-15.
  6. ^ Gentilli, Varriale 1999, pp. 231-237.
  7. ^ Gentilli, Varriale 1999, p. 448.
  8. ^ Lioy 1965, p. 90.
  9. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 43.
  10. ^ Bollettino Ufficiale 1937, disp.41, pag.937.
  11. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.267 del 18 novembre 1937, pag.23.
  12. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.277 del 27 novembre 1940, pag.5.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.86 del 13 aprile 1937, pag.1362.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • (EN) Norman Franks, Russell Guest e Gregory Alegi, Above the War Fronts: The British Two-seater Bomber Pilot and Observer Aces, the British Two-seater Fighter Observer Aces, and the Belgian, Italian, Austro-Hungarian and Russian Fighter Aces, 1914–1918: Volume 4 of Fighting Airmen of WWI Series: Volume 4 of Air Aces of WWI, London, Grub Street, 1997, ISBN 978-1-898697-56-5.
  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli, A. Iozzi e Paolo Varriale, Gli Assi dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Adel Grafica S.rl., 2002.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Paolo Ferrari, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • (EN) Jon Guttman, SPAD VII Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2001, ISBN 1-84176-222-9.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • (EN) Paolo Varriale, Italian Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2009, ISBN 978-1-84603-426-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]