Anna Risi

Anna Risi in un dipinto di Anselm Feuerbach

Anna Risi, anche nota con il soprannome Nanna[1][2] (Genzano di Roma, 14 luglio 1839Roma, 18 maggio 1900), è stata una modella italiana. Nel corso della sua carriera fece da modella per vari pittori importanti e per cinque anni fu la musa e l'amante del pittore tedesco Anselm Feuerbach.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anna Risi ritratta da Leighton nel dipinto Una dama romana del 1858.

Anna Risi nacque da Vincenzo Risi e Brigitta Pascucci a Genzano di Roma, il 14 luglio 1839.[3] Ella era la moglie di un semplice calzolaio del quartiere degli artigiani di Trastevere, a Roma.[4][5] Ella aveva già posato per vari artisti, come Richard G. Dorment[6] o Frederic Leighton,[7] quando incontrò Feuerbach nel marzo o nell'aprile del 1860.[8] Questi scrisse che lei era la modella che cercava per la sua Ifigenia[8] e che era "una reincarnazione della bellezza antica, con il suo profilo greco, i suoi capelli neri, la siluetta altezzosa".[4] Feuerbach rimase talmente affascinato da lei che la ritrasse in 28 ritratti in sei anni.[9] Queste opere la ritraevano il più delle volte con lo sguardo abbassato e con una posa melanconica.[4][9] Fu sempre lei che gli fece da modella per numerosi personaggi femminili storici o mitologici e figure della bellezza antica e rinascimentale, come Medea, Ifigenia, Miriam o Bianca Cappello.

Anna Risi divenne l'amante di Feuerbach in una relazione ostacolata dalla sifilide della quale soffriva il pittore.[10] I due si lasciarono nel 1865. Lei lo rivide a Roma nel 1866, ma lui ora aveva come modella Lucia Brunacci.[11][2] Ciononostante, il pittore tedesco si ricordava ancora di lei quando decise di darle le fattezze della dea Afrodite nel suo dipinto Il giudizio di Paride del 1869.[12]

Nanna continuò a posare per dei pittori stranieri. Albert Hertel, influenzato da Feuerbach, che viveva anche lui nell'Urbe dal 1863, fece uno studio su di lei nel 1866.[13] Nella Staatliche Kunsthalle Karlsruhe si trovano due ritratti che la rappresentano, uno di Ferdinand Keller[14] e l'altro di Nathanael Schmitt, databile al 1874.[13] Si sa poco del resto della sua vita, ma è certo che Anna morì il 18 maggio 1900 all'età di sessant'anni, come testimonia il certificato di morte.[3]

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

L'asteroide 1203 Nanna prende il nome da lei in quanto uno dei suoi ritratti era di proprietà della famiglia dello scopritore Maximilian Wolf.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ André Bechtold, Il sogno di un re: Ludovico I di Baviera (1786-1868), il romanticismo e Castel Roncolo, Città di Bolzano, 2003, ISBN 978-88-88941-00-4. URL consultato il 23 agosto 2022.
  2. ^ a b (EN) Jill Berk Jiminez, Dictionary of Artists' Models, Routledge, 15 ottobre 2013, p. 454, ISBN 978-1-135-95914-2. URL consultato il 23 agosto 2022.
  3. ^ a b Vita di Anna Risi attraverso i certificati archivistici – Le Famiglie Brunacci, su brunacci.it. URL consultato il 23 agosto 2022.
  4. ^ a b c Demandt 2004, p. 8.
  5. ^ Anselm Friedrich Feuerbach e Jürgen Ecker, Feuerbach e l'Italia, U. Allemandi, 2000, ISBN 978-88-422-0998-0. URL consultato il 23 agosto 2022.
  6. ^ Winter 2011, p. 19.
  7. ^ Winter 2011, p. 19-20.
  8. ^ a b Winter 2011, p. 10.
  9. ^ a b Gerhard Bott, La pittura tedesca, Electa, 1996, ISBN 978-88-435-4040-2. URL consultato il 23 agosto 2022.
  10. ^ Winter 2011, p. 14.
  11. ^ Winter 2011, p. 17-18.
  12. ^ (DE) Sammlung Online | Hamburger Kunsthalle, su online-sammlung.hamburger-kunsthalle.de. URL consultato il 23 agosto 2022.
  13. ^ a b Winter 2011, p. 19, nota 60.
  14. ^ Winter 2011, p. 21-22.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Annegret Winter, Anselm Feuerbach und sein römisches Modell Anna Risi - eine Spurensuche, Universitätsbibliothek Heidelberg, 2011.
  • (DE) Marie Schabow, Anna Risi bei Feuerbach und Leighton : Ein Vergleich, GRIN Verlag GmbH, 2011, p. 76.
  • (DE) Barbara Demandt, Reflexionen über die Liebe Platons Gastmahl in den Bildern von Anselm Feuerbach, 2004.

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