Andronico di Rodi

Andronico di Rodi (in greco antico: Ἀνδρόνικος ὁ Ῥόδιος?, Andrónikos ho Rhódios; in latino Andronicus Rhodius; Rodi, 100 a.C. circa – dopo il 20 a.C.) è stato un filosofo greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vissuto nel I secolo a.C.[1], fu un filosofo peripatetico che per primo introdusse l'analisi filologica nell'ambito del Peripato, di cui fu decimo scolarca dal 78 al 47 a.C.[2] dopo Aristotele.

Riordinò tra il 40 e il 20 a.C. l'edizione critica delle opere acroamatiche [3] di Aristotele e di quelle del suo successore Teofrasto[4].

La biblioteca di Aristotele[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte di Teofrasto, la biblioteca di Aristotele fu ereditata da Neleo, discepolo dello Stagirita e di Teofrasto, il quale ne trasferì il contenuto a Scepsi, nella Troade, sua patria. I manoscritti furono nascosti in un sotterraneo per sfuggire ai re di Pergamo e di Alessandria che volevano entrare in possesso delle opere di Aristotele. Qui rimasero fino al I secolo a.C. quando il bibliofilo Apellicone di Teo li scoprì e li riportò ad Atene.[5] Quando Silla conquistò la città, gli scritti furono trasferiti a Roma [5] e Andronico ricevette il compito di catalogarli.[6] L'opera fu iniziata da Tirannione il Vecchio, che diede un contributo minimo.[7] Andronico realizzò una nuova edizione delle opere di Aristotele e Teofrasto[5], che sembra costituire la base delle versioni moderne la cui preservazione è in molti casi dovuta a quest'autore.[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il metodo che egli seguì nel suo lavoro di curatore del Corpus Aristotelicum consistette non solo nel rendere i testi intellegibili, ma anche di raggrupparli a seconda del loro contenuto. Da questa sistemazione degli scritti aristotelici, ad esempio, deriva il termine metafisica (in greco antico μετά τα Φυσικά, "metá ta Physiká") poiché le opere che speculavano sull'essenza della realtà vennero collocate dopo (in greco μετά, "metà") «le trattazioni concernenti la natura» (τὰ ϕυσικά). Il prefisso "metà" con il significato di "al di là, sopra, oltre" ha finito proprio per questa ragione per sostituire, nel senso comune e nelle lingue europee occidentali, l'originario significato di successione con quello di trascendenza (es. nelle parole metanarrativo, metateatro')'.

Prima di tale pubblicazione, i dialoghi di Aristotele erano ben noti, ma i suoi trattati erano praticamente sconosciuti.

Allo stesso Andronico, probabilmente, si deve il titolo di Organon dato al raggruppamento di tutte le opere aristoteliche che trattano di logica, intendendo che questa disciplina dovesse essere lo "strumento" (ὄργανον, organon) principe per avviare allo studio della filosofia.

Due trattati vengono erroneamente attribuiti ad Andronico: uno è il Trattato sulle emozioni e l'altro è un commentario sull'Etica Nicomachea di Aristotele (scritto in realtà da Costantino Paleocapa nel XVI secolo, oppure da Giovanni Callisto di Tessalonica)[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Enciclopedia Italiana Treccani alla voce corrispondente.
  2. ^ Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Milano, Garzanti, 1989, alla voce corrispondente.
  3. ^ Della produzione filosofica aristotelica più matura ci sono giunti solo gli scritti composti per il suo insegnamento nel Peripato, detti libri acroamatici (in greco: "ciò che si ascolta") o esoterici; oltre a questi Aristotele aveva scritto e pubblicato, durante la sua precedente permanenza nell'Accademia di Platone, anche dei dialoghi destinati al pubblico, per questo motivo detti essoterici, che sono però pervenuti in frammenti.
  4. ^ Strabone, XIII; Diogene Laerzio, V 38.
  5. ^ a b c Plutarco, Sulla c. 26
  6. ^ Padre Battista Mondin, O.P., Ontologia e metafisica, Edizioni Studio Domenicano, 1999, p. 7, ISBN 9788870943818, OCLC 43424782.
  7. ^ Porfirio, Vit. Plotin. c. 24; Boezio, ad Aristot. de Interpret.
  8. ^ Smith (1870)
  9. ^ F. Federici, Degli scrittori greci e delle italiane versioni delle loro opere, Napoli, Tipi della Minerva, 1828 p. 433.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jonathan Barnes, "Roman Aristotle", in: Jonathan Barnes & Miriam Griffin: Philosophia Togata II. Plato and Aristotle at Rome, New York: Oxford University Press, 1997, pp. 1-69 (su Andronico, 24–44).
  • Ingemarg Düring, Aristotle in the Ancient Biographical Tradition Göteborg, 1957 (reprint Garland 1987).
  • Friedrich von Littig, Andronikos von Rhodos, t. I München, 1890, t. II Erlangen, 1894, t. III Erlangen, 1895.
  • Paul Moraux, Les listes anciennes des ouvrages d'Aristote, Louvain, Éditions Universitaires de Louvain, 1951.
  • Paul Moraux, L'Aristotelismo presso i Greci. Vol. I: La rinascita dell'Aristotelismo nel I secolo a. C., Milano, Vita e Pensiero, 2000, pp. 53-101.
  • Marian Plezia, De Andronici Rhodii studiis Aristotelicis, Kraków, Nakl. Polskiew Akad. Um., 1946.
  • William Smith (ed.) "Andronicus of Rhodes", in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN11266492 · ISNI (EN0000 0001 0813 7181 · BAV 495/39626 · CERL cnp00100105 · LCCN (ENn85216260 · GND (DE100012434 · BNE (ESXX832438 (data) · J9U (ENHE987007257614205171 · CONOR.SI (SL91197027 · WorldCat Identities (ENlccn-n85216260