Andrea Provana di Leinì

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Andrea Provana di Leynì
NascitaLeinì, 1520 circa
MorteNizza, 29 maggio 1592
Dati militari
Paese servito Ducato di Savoia
Forza armataMarina sabauda
GradoCapitano generale e ammiraglio
GuerreGuerra di Cipro
BattaglieBattaglia di Lepanto
Nemici storiciBandiera dell'Impero ottomano Impero ottomano
Comandante diFlotta sabauda Duran la battaglia di Lepanto
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Andrea II Provana di Leynì (Leinì, 1520 circa – Nizza, 29 maggio 1592) è stato un ammiraglio sabaudo.

Deve la sua fama per aver comandato, nel 1571, la flotta sabauda nella battaglia di Lepanto contro l'Impero ottomano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque intorno al 1520, forse nel castello di Leinì, figlio del conte Giacomo III e della nizzarda Anna Grimaldi di Boglio. L'anno di nascita era stato fissato dallo storico chierese Carlo Tenivelli (1754-1797) al 1511[1]. Tuttavia, Arturo Segre (1873-1928) nel corso delle sue ricerche, poi confluite in un saggio apparsi per i tipi dell'Accademia dei Lincei, verificò che i genitori si sposarono nel 1518. Egli poté quindi porre la sua nascita fra 1519 e 1524 (quest'ultima data si desume dal fatto che nel 1545 dichiarava di aver già superato i ventun anni).

Provana fu, com'è stato scritto, «la figura che in tutti i momenti più importanti della storia piemontese, durante la seconda metà del XVI secolo, spiccò sopra ogni altra accanto a quella del duca Emanuele Filiberto I di Savoia»[2], con il quale combatté nel castello di Nizza, durante la guerra contro Enrico II di Francia, con l'incarico di maestro di campo generale, e luogotenente generale.

Si distinse nella guerra delle Fiandre, dove è ricordata nel 1553 una sua solitaria missione: infiltratosi tra le file dell'esercito nemico che assediava la piazzaforte di Bapaume, tra il confine del Belgio e lo stretto di Calais, riuscì con un'azione di intelligence a far riportare al duca di Savoia, comandante dell'esercito imperiale, una vittoria sull'esercito francese. Mentre tre anni più tardi, nel 1556, fu incaricato di provvedere alle fortificazioni di Villafranca marittima, il porto di Nizza, e di allestire una flottiglia da guerra.

Secondo alcuni storici, con Andrea Provana si può fissare la vera origine della marina piemontese, destinata un giorno a conglobare tutte quelle della nazione italiana[3]. La sua fedeltà fu peraltro ricompensata, con la nomina a Capitano Generale della flotta sabauda e Governatore di Nizza. Nella Savoia, e a Nizza, è ricordato per aver represso con durezza una sedizione messa in atto da un gruppo di Ugonotti ribellatisi al duca di Savoia: i capi della congiura furono catturati e giustiziati.

Navigò su ordine del Duca in varie imprese contro i pirati barbareschi, e in soccorso della flotta spagnola contro i Turchi. Degna di menzione è, in tal senso, la sua partecipazione, nel 1563, alla riconquista di Peñón de Vélez de la Gomera, sulla costa marocchina, dal 1522 in mano ai barbareschi che minacciavano le comunicazioni con lo stretto di Gibilterra. Un'altra impresa di Andrea Provana rimonta al 1565, con la partecipazione alla liberazione di Malta dai Turchi.

L'impresa che gli diede celebrità storica, fu, nel 1571, la partecipazione alla Battaglia di Lepanto, quale ammiraglio della flotta del Ducato di Savoia. Durante il corso della battaglia fu colpito alla testa, ma sì salvò grazie al "morione" che ammortizzò l'impatto. Il morione gli era stato donato da Francesco Maria II della Rovere, Duca di Urbino, che aveva chiesto di salpare con la "Capitana" del Provana, desiderando combattere sopra le navi del duca di Savoia, e al fianco dell'Ammiraglio. Su quella Galea, peraltro, era salita anche la quinta compagnia del reggimento lombardo di Francesco Paolo Sforza di Caravaggio, comandata dal capitano Gianbattista Bonarelli della Rovere. Due giorni dopo la vittoria contro l'Impero ottomano, Andrea Provana, dal porto di Petalà, mandò al duca di Savoia una relazione che rimane uno dei più interessanti resoconti dell'intero svolgimento della battaglia[4]. Per questa impresa, egli ottenne numerosi riconoscimenti, vitalizi, titoli e onorificenze, quali quelle di Grande Ammiraglio dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, e il "Collare" dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata.

Morì a Nizza nel maggio del 1592[5]. Le sue spoglie, inizialmente deposte a Villafranca marittima, vennero in seguito trasportate nella cappella di famiglia a Frossasco.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ cfr. C. Tenivelli, Vita di Andrea Provana ammiraglio, in Id., Biografia Piemontese, Soffietti, Torino 1787
  2. ^ A. Segre, L'opera politico militare di Andrea Provana di Leyni nello Stato Sabaudo dal 1553 al 1559: memoria, in «Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche (della) Reale Accademia dei Lincei», s. V, vol. VI (1898), parte I.
  3. ^ A. Manno e A.V. Vecchi nelle Note istoriche sulla Marineria Savoina pubblicate sulla Rivista Marittima, anno XII, Primo trimestre 1879.
  4. ^ Lo storico Ercole Ricotti, che, nella sua Storia della Monarchia Piemontese, pubblicò nel 1861 la "Relazione Provana" (conservata nell'Archivio di Stato di Torino), scrisse al riguardo: «Andrea Provana lasciò fama di essere stato, col senno e colla mano, in mare e in terra, uno dei fondamenti della restaurata monarchia piemontese...». Dello stesso tenore anche Pietro Gioffredo (1629-1692), storico ufficiale del Ducato di Savoia, nella sua Storia delle Alpi Marittime, pubblicata postuma nel 1839, che scrisse: «lì 29 maggio 1592 morirono in Nizza due personaggi considerabili, Alessandro Grimaldi di Boglio ed Andrea Provana di Leiny, conte di Alpignano e Frossasco, cavaliere dell'Annunziata, che fin dalla prima gioventù aveva lodevolmente servito i duchi Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele, massime nelle cose marittime, uomo di grande giudicio, sagacità ed esperienza».
  5. ^ Tale data di morte, che alcuni vorrebbero invece risalente al 1590, sembrerebbe dimostrata dalla stessa biografia del Provana: nel 1591 egli risultava, infatti, al comando del forte di Demonte, mentre nei primi mesi del 1592 fu inviato presso la corte spagnola. In questa direzione, oltre le citate opere di Ricotti e Gioffredo, lo storico Gaudenzio Claretta lo descrisse nella sua opera Dell'Ordine Mauriziano nel I secolo della sua ricostruzione, e del suo Grande Ammiraglio Andrea Provana di Leynì, pubblicato a Torino nel 1890 (il quale, tuttavia, fisserebbe la data di morte al 22 maggio, anziché al 29, come invece attestano gli altri autori).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Tenivelli, Andrea Provana di Leynì, in Biografia piemontese, Torino 1787, t. III, pp. 209–258;
  • Vincenzo Promis, Cento lettere concernenti la storia del Piemonte dal MDXLIV al MDXCII, in Miscellanea di storia italiana, s. 1, IX, 1870, passim;
  • Gaudenzio Claretta, Dell'Ordine Mauriziano nel primo secolo della sua ricostituzione e del suo grand'ammiraglio Andrea Provana di Leynì. Notizie storiche con documenti, Torino, 1890;
  • Ferdinando Gabotto, Andrea Provana di Leynì secondo gli studi di Gaudenzio Claretta, Torino, 1890;
  • Arturo Segre, Un gentiluomo piemontese della prima metà del secolo XVI Giacomo Provana di Leynì, in Giornale ligustico, XXII, 1897, pp. 56–67, 81-115;
  • Arturo Segre, L'opera politico militare di Andrea Provana di Leynì nello Stato sabaudo dal 1553 al 1559, in Memorie della Reale Accademia dei Lincei, Classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. 5, VI, 1898, pp. 5–123;
  • Arturo Segre, La Marina militare sabauda ai tempi di Emanuele Filiberto e l'opera politico-navale di Andrea Provana di Leynì dal 1560 al 1571, in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, s. 2, XLVIII, 1898, pp. 1–164;
  • A. Cane, À propos d'une biographie de Provana de Leynì, in Rivista ingauna e intemelia, IV, 1938, pp. 239–246;
  • Pierpaolo Merlin, Tra guerre e tornei. La corte sabauda nell'età di Carlo Emanuele I, Torino 1991, pp. 95–97, 100;
  • Umberto Salvo, Alpignano e Andrea Provana. Le straordinarie imprese del Conte di Alpignano il Grande Ammiraglio Andrea Provana nel IV centenario della sua morte (1592-1992), Melli, Susa, 1992.

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