Alfonso Gonzaga

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Alfonso Gonzaga
Ritratto di Alfonso Gonzaga, artista ignoto XVI secolo, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Collezione Ambras
Marchese di Castel Goffredo
In carica20 marzo 1559 – 7 maggio 1592
PredecessoreAloisio Gonzaga
SuccessoreRodolfo Gonzaga
NascitaCastel Goffredo, novembre 1541
MorteGambaredolo, 7 maggio 1592
Luogo di sepolturaSantuario della Madonna delle Grazie
DinastiaGonzaga
PadreAloisio Gonzaga
MadreCaterina Anguissola
ConsorteIppolita Maggi
FigliFerdinando
Caterina
Giulia
Ginevra
Giovanna
Maria
Luigia
Luigi (naturale)
Religionecattolica
Firma
Alfonso Gonzaga
SoprannomeAlfonso di Castel Goffredo
NascitaCastel Goffredo, novembre 1541
MorteGambaredolo, 7 maggio 1592
Cause della mortepugnalato a morte
Luogo di sepolturaSantuario della Madonna delle Grazie
Etniaitaliana
Religionecattolica
Dati militari
Paese servito Spagna (1557)
Armacavalleria
Anni di servizio1557-1586
Battaglie
Comandante dicavalleria
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Alfonso Gonzaga (Alfonso di Castel Goffredo) (Castel Goffredo, novembre 1541Gambaredolo, 7 maggio 1592) è stato un condottiero italiano, secondo marchese di Castel Goffredo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio primogenito di Aloisio Gonzaga, nacque a Castel Goffredo nel novembre 1541.[1] Alla morte del padre, Alfonso aveva solo nove anni e il marchesato fu governato, fino alla maggiore età, dalla madre Caterina Anguissola (m. 1550), tramite il cognato Giovanni Anguissola, fino al 1558.[2] Alfonso fu inviato alla corte di Madrid (nel 1557 combatté valorosamente per gli spagnoli nella battaglia di San Quintino[3]), dove rimase fino al 1564.

Il 20 marzo 1559 ottenne, tramite il nunzio Alessandro Pomello, l'investitura da parte dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo[4] per il feudo di Castel Goffredo,[5] dove si adoperò per incrementare i commerci, dare impulso all'agricoltura e assistenza alla Congregazione dei poveri. Con tutta probabilità il duca Guglielmo concesse anche ad Alfonso, come fece per Ferrante di Castiglione nel 1567, la possibilità di aprire una zecca a Castel Goffredo.[6]

Si trasferì quindi a Milano. Nel 1568 a Vanzaghello[7] sposò la contessa Ippolita Maggi (o Madia), dalla quale ebbe otto figli: tre morirono prematuramente, quattro femmine andarono monache e rimase con lui la figlia Caterina, sposa del nobile Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio (Teodoro VIII), conte di Melzo († 1605). Si trasferì a Castel Goffredo nel 1586 malato di gotta e costretto a vivere alla poltrona a rotelle per infermità agli arti inferiori. Ricevette la visita del cardinale Carlo Borromeo in qualità di delegato apostolico.[8]

Durante le sue lunghe assenze, il feudo di Castel Goffredo venne amministrato dal fratello Ferrante. Fece dono alla città di Asola della fontana di Ercole, anticamente posta nella piazza dell'Olmo (l'attuale piazza Mazzini a Castel Goffredo), in segno di ringraziamento per avere concesso al marchese un prestito di trecento fiorini d'oro.[9] Venne a risiedere stabilmente a Castel Goffredo solo nel 1586, già malato di gotta e costretto alla sedia a rotelle. Tra il 1588 e il 1590 fece ricostruire, ad opera di Bernardino Facciotto, la chiesa prepositurale di Sant'Erasmo.

L'assassinio a Gambaredolo[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 maggio 1592, festa dell'Ascensione, il marchese venne portato in lettiga a Corte Gambaredolo da due servitori e sistemato su una sedia a rotelle sul ponte della peschiera.[10] Mentre era intento a gettare del pane in pasto ai pesci, venne assalito alle spalle da otto sicari,[3][11][12] mandati per motivi ereditari dal nipote Rodolfo di Castiglione, fratello di san Luigi, che aveva rinunciato al marchesato per farsi gesuita. Un colpo di archibugio, esploso da Giacomo Pedercini, centrò alla schiena Alfonso, colpito poi a pugnalate da altri uomini del gruppo e gettato in acqua, dove morì.[13] Gli sgherri fecero ritorno a Castiglione, da dove erano venuti, attraverso le campagne.

Portato inizialmente nella chiesa dei Disciplini,[14] venne sepolto nella cappella della chiesa di Santa Maria del Consorzio, mausoleo di Gonzaga. In seguito la moglie Ippolita Maggi fece riesumare e tumulare la salma nel santuario della Madonna delle Grazie presso Mantova: una lapide in marmo bianco all'interno ne ricorda l'evento.[15]

Successore fu il nipote Rodolfo, ucciso a colpi di archibugio sulla porta della chiesa prepositurale di Sant'Erasmo di Castel Goffredo il 3 gennaio 1593.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Alfonso ed Ippolita ebbero otto figli:

  • Ferdinando, morto infante;
  • Caterina (1574-1615), sposa del nobile Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio (Teodoro VIII), conte di Melzo;
  • Giulia-Giuseppa (18 agosto 1576[16]-?), morta infante;
  • Ginevra (1° giugno 1578[16]-?), morta infante;
  • Giovanna-Gabriele, monaca;
  • Maria, monaca;
  • Angela, monaca[16];
  • Luigia, monaca.

Alfonso ebbe anche un figlio naturale, Luigi, avuto da Isabella Caravazale (o Isabel Caravajal) mentre si trovava in Spagna; costui nel 1559 raggiunse il padre a Castel Goffredo ma fu da questi respinto.[3] Morì forse a Roma.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

 Rodolfo
(1452-1495)
 
  
 Gianfrancesco
(1488-1525)
 Aloisio
(1494-1549)
  
    
 Ramo di Luzzara
Alfonso
(1541-1592)
 Orazio
(1545-1587)
 Ferrante
(1544-1586)
   
           
Ferdinando
Caterina 1 sp. Carlo Trivulzio
(1574-1615?)
Giulia
(1576-?)
Ginevra
(1578-?)
Giovanna
Maria
Luigia
Luigi
(naturale)
Ramo di Solferino
Rodolfo
(1569-1593)
Francesco
(1577-1616)
  
  
 Ramo di Castel Goffredo
(estinto)
Ramo di Castiglione

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piero Gualtierotti, Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga, Mantova, 1978.
  2. ^ Marocchi, p. 214.
  3. ^ a b c Bartolomeo Arrighi, Storia di Castiglione delle Stiviere sotto il dominio dei Gonzaga, Mantova, 1853.
  4. ^ Marocchi, p. 214.
  5. ^ Il documento imperiale prevedeva anche l'investitura di Ferrante (per Castiglione) ed Orazio (per Solferino).
  6. ^ Massimo Marocchi, Storia di Solferino, Castiglione delle Stiviere, 1994.
  7. ^ Giancarlo Malacarne, Gonzaga, Genealogie di una dinastia, 2010.
  8. ^ Carlo Gozzi, "Raccolta di documenti per la Storia di Castelgoffredo e biografia di que' principi Gonzaga che l'hanno governato personalmente",1840.
  9. ^ Carlo Gozzi, Raccolta di documenti per la storia patria od Effemeridi storiche patrie, Tomo I. Comune di Castel Goffredo, Mantova, 2001.
  10. ^ Marocchi, p. 83.
  11. ^ Gli otto sicari si chiamavano: Ferrante Pomalo, Marc'Antonio Ordanino, Filippo Furlani, Francesco Marchesi, Alessio Bonetti, Giacomo Pedercini, Andrea Franzoni e Giovan Battista Albertinelli.
  12. ^ Uccisione di Alfonso Gonzaga, su digilib.bibliotecateresiana.it.
  13. ^ Marocchi, p. 86.
  14. ^ Associazione per i monumenti domenicani (a cura di), Sepolcri Gonzagheschi, Mantova, 2013.
  15. ^ La lapide recita in latino: "ALOYSIO GONZAGAE MARCHIONI / SAC. ROM. IMP. PRINCIPI / CASTRIGUFFREDI CASTIL. ET SULPH. DNO / RER. BELLICAR. LAUDE PRAESTANT. / PONTIF. IMPER. AC SUMIS REGIB. GRAT. / NEC NON ALPHONSO EIUSDEM PRIM. FILIO / PRID. NONAS MAI MDXCII VIOL. MORTE PEREMPTO / IULIA Q. AC. GINEB. INFANTIB. PERAEMORT. / HIPPOLYTA MADIA MEDIOLANENSIS. / SOCERO CONIUGI ET FILIAB. CHARISSIMIS / PONENDUM CURAVIT. 1595." - Traduzione: "Al marchese Luigi (Aloisio) principe del Sacro Romano Impero, Signore di Castelgoffredo, Castiglione e Solferino, meritamente insigne nell'arte della guerra, stimato da papi, imperatori e potenti re; ed a suo figlio primogenito Alfonso, colpito da morte violenta il 7 maggio 1592, e alle figlie carissime Giulia e Ginevra morte in tenera età. Ippolita Maggi milanese pose in memoria del suocero, del marito e delle figlie. 1595."
  16. ^ a b c Guido Sommi Picenardi, Castelgoffredo e i Gonzaga, Lombardi, 1864, p.23.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Delle zecche e monete di tutti i principi di casa Gonzaga che fuori di Mantova signoreggiarono, Bologna, 1782, SBN IT\ICCU\BRIE\000289.
  • Raffaele Agostini, La corte e l'oratorio di Gambaredolo presso Castel Goffredo, Mantova, 2002. ISBN non esistente.
  • Associazione per i monumenti domenicani (a cura di), Sepolcri Gonzagheschi, Mantova, 2013, ISBN 978-88-908415-0-7.
  • Giuseppe Amadei;Ercolano Marani (a cura di), I Gonzaga a Mantova, Milano, 1975. ISBN non esistente.
  • Bartolomeo Arrighi, Storia di Castiglione delle Stiviere sotto il dominio dei Gonzaga, Mantova, 1853.
  • Costante Berselli, Castelgoffredo nella storia, Mantova, 1978.
  • Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, Brescia, 1922.
  • Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN 88-7495-163-9.
  • Carlo Gozzi, Raccolta di documenti per la Storia di Castelgoffredo e biografia di que' principi Gonzaga che l'hanno governato personalmente, Castel Goffredo, 1840.
  • Carlo Gozzi, Raccolta di documenti per la Storia patria od Effemeridi storiche patrie, Tomo I-II-III, Castel Goffredo, 1840.
  • Giancarlo Malacarne, Gonzaga, Genealogie di una dinastia, Modena, Il Bulino, 2010, ISBN 978-88-86251-89-1.
  • Piero Gualtierotti, Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga, Mantova, 1978.
  • Massimo Marocchi, Storia di Solferino, Castiglione delle Stiviere, 1994.
  • Massimo Marocchi, Principi, santi, assassini, Mantova, 2015, ISBN 978-88-95490-74-8.
  • Roberto Brunelli, I Gonzaga. Quattro secoli per una dinastia, Mantova, 2010.
  • Giovanni Scardovelli, Luigi, Alfonso e Rodolfo Gonzaga marchesi di Castelgoffredo, Bologna, 1890.
  • Guido Sommi Picenardi, Castel Goffredo e i Gonzaga, Milano, 1864. ISBN non esistente.
  • Lisa Tabai, Massimo Telò e Alfio Milazzo, Appunti d'arte. Conversazioni sugli affreschi di Palazzo Gonzaga-Acerbi, Viterbo, Press Up, ottobre 2020, SBN IT\ICCU\LO1\1806304.
  • Massimo Telò (a cura di), Aloisio Gonzaga. Un principe nella Castel Goffredo del '500, Roma, PressUp, 2021, ISBN non esistente.
  • 1999 – Immagina. Castel Goffredo: l'evoluzione di un territorio, CD-ROM, a cura del Comune di Castel Goffredo.

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