Albino Buticchi

Albino Buticchi

Albino Buticchi (Cadimare, 21 maggio 1926La Spezia, 13 ottobre 2003) è stato un dirigente sportivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cadimare, frazione di La Spezia[1] Figlio, con sei fratelli, di un giusta-carrozze e d'una lattaia[1], dopo una giovinezza nella Resistenza, contrassegnata anche da una deportazione, negli anni 60 divenne un imprenditore, petroliere. A cavallo tra gli anni 60 e 70 diventò responsabile della BP nel Nord Italia[1]. Dal primo matrimonio, ebbe due figli: Nadia e Marco. Da una seconda relazione nacquero invece tre figli, ma lui ne riconobbe soltanto uno, Alfredo[1].

Nel 1972 divenne presidente del Milan, succedendo all'avvocato Federico Sordillo. Nella prima stagione sotto la sua presidenza, acquistò Chiarugi dalla Fiorentina[2]. La squadra conquistò la sua terza Coppa Italia e la seconda Coppa delle Coppe[2]. Perse però il campionato all'ultima giornata in seguito alla sconfitta con il Verona, nell'episodio che fu definito Fatal Verona[2]. Nelle due stagioni successive il club ottenne piazzamenti di media classifica e perse tre finali di coppa (Supercoppa europea 1973, Coppa delle Coppe 1973-1974 e Coppa Italia 1974-1975). Entrato in contrasto con i tifosi e con il capitano Gianni Rivera, per aver ipotizzato uno scambio tra lo stesso Golden Boy e Claudio Sala, lasciò la presidenza a Bruno Pardi il 21 dicembre 1975[2].

Accanito giocatore d'azzardo, nel 1983 tentò il suicidio: sparandosi alla testa avendo successivamente problemi alla vista [1]. Dopo la convalescenza fece beneficenza e si riconciliò con Rivera[1]. Nell'aprile del 1992, dopo aver perso 430 milioni al casinò di Sanremo, probabilmente prostrato dalla ingente perdita di denaro, tentò nuovamente il suicidio impiccandosi fuori una finestra della sua proprietà , ma invece cadde e riporto solo qualche trauma. La famiglia denuncio il casinò per "circonvenzione d'incapace", ma pochi mesi dopo con la sentenza sfavorevole, perse la causa nei confronti della casa da gioco[1]. Interdetto dai figli, morì nel 2003 a La Spezia[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Gian Luigi Paracchini, Buticchi, la parabola di uno sconfitto, in Corriere della Sera, 27 agosto 1997, p. 15 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  2. ^ a b c d Albino Buticchi, su storiedicalcio.altervista.org. URL consultato il 29 maggio 2013.

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