Adriano Gozzoli

Adriano Gozzoli (Firenze, 2 gennaio 1922Firenze, 3 maggio 1944) è stato un partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Chiamato alle armi all'inizio del 1942, il giovane operaio prestò servizio in un'unità di fanteria dislocata in Carnia. Annunciato l'armistizio, Gozzoli riuscì a raggiungere la sua famiglia a Firenze, ma pochi giorni dopo salì sui monti del Mugello per arruolarsi nelle formazioni partigiane.

Divenne presto, con il nome di battaglia di "Bob", comandante di una squadra, che guidò in azioni audacissime. Il 26 aprile 1944 "Bob", a Poggio alla Croce, in prossimità di Firenze, incappò in alcuni carabinieri passati al servizio della Repubblica Sociale Italiana. Fermato, il giovane partigiano fu condotto nel capoluogo. Sottoposto a stringenti interrogatori e seviziato "Bob", come ha ricordato nel libro Quelli della Stella Rossa l'ex partigiano Sirio Ungherelli, "sostenne tutte le torture con fermezza e dalla sua carne martoriata, da quel corpo torturato, gli sgherri fascisti non poterono ricavare nulla".

Trascinato il 2 maggio davanti al Tribunale di guerra, Adriano Gozzoli fu condannato a morte e fucilato il giorno dopo al Poligono delle Cascine.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Caposquadra partigiano, ardito fra gli arditi, nelle più dure e audaci azioni di guerra e nei frangenti più disperati, con l'esempio, lo slancio e la passione sapeva trascinare ad alte gesta i compagni di lotta. San Martino del Mugello, Polcante, Vicchio di Mugello, Santa Brigida, il Falterona e le campagne di Londa e di Madonna dei Fossi videro l'eroico valore del pugno dì uomini da lui guidati che, con il loro sangue fecondarono per più alti destini il sacro suolo della Patria oppressa. Catturato per agguato subì torture e sevizie che alternate a lusinghe, non valsero a piegare la sua tempra e con epica fierezza affrontava il plotone di esecuzione, suggellando il breve corso della sua giovane vita col grido fatidico di «Viva l'Italia!».»
— Mugello - Firenze, 8 settembre 1943 - 3 maggio 1944[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]