Acquedotto dei miracoli

Acquedotto dei Miracoli
Archi sul fiume Albarregas
CiviltàImpero bizantino e Impero romano
UtilizzoAcquedotto
EpocaDinastia giulio-claudia
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
ComuneMérida
Dimensioni
Superficie1 177 
Amministrazione
PatrimonioInsieme archeologico di Mérida
Mappa di localizzazione
Map

L'Acquedotto dei Miracoli (in spagnolo Acueducto de los Milagros) è una costruzione di ingegneria civile per il trasporto di acqua nel bacino di Proserpina, che si trova a cinque chilometri dall'antica città di Mérida in Spagna. Tradizionalmente si è datata la sua origine nella città di Augusta Emerita, capitale della provincia di Lusitania nell'Impero Romano nel I secolo, e continuò ad essere utilizzato nei secoli a venire. L'Acquedotto fa parte dell'insieme archeologico di Mérida, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1993.[1]

Origine[modifica | modifica wikitesto]

La sua origine sembrerebbe risalire approssimativamente all'epoca della dinastia Giulio-Claudia o della famiglia dei Flavi.[2] La città romana disponeva di tre acquedotti anteriori che fornivano acqua alla popolazione. Ciononostante, diversi studi non sono riusciti a stabilire la datazione dell'opera o le tappe della sua costruzione.[3][4][5]

Uno studio controverso dell'Università Autonoma di Madrid diffuso dal giornale El País, mette in dubbio questa data e la anticipa al IV o V secolo. Ciò farebbe risalire il monumento all'architettura visigota con un'influenza bizantina. Questo studio è stato rifiutato, tra tanti altri, dallo stesso sindaco della città di Mérida, Antonio Rodríguez Osuna.[6][7]

Caratteristiche architettoniche[modifica | modifica wikitesto]

L'acquedotto aveva come funzione principale quella di portare l'acqua al lato ovest della città.[8] Il punto di raccolta dell'acqua, o caput aquae, si trovava nel lago di Proserpina, da dove partiva una conduttura di tubature che si snodava per dieci o undici chilometri.[4]

L'acquedotto scorre tortuoso sotto il suolo seguendo la curva di livello con una leggera pendenza. È per la maggior parte una galleria sotterranea scavata nella roccia viva, salvo nei passaggi su alcuni ruscelli che vengono attraversati tramite piccoli archi. Nella parte finale dell'acquedotto si situa l'arco più famoso che attraversa il fiume Albarregas, per il quale si dovettero costruire una serie di pilastri che costituiscono la parte più imponente. L'acquedotto entrava nella città nel punto più alto della collina del Calvario, dove venne edificato, all'interno delle mura, un ninfeo come chiusura monumentale (tradizionalmente denominato castellum aquae, nonostante questo dovette situarsi in prossimità).

Quest'ultima sezione di archi sovrapposti si estende per 830 metri, con un'altezza di 25 metri nella parte più profonda della valle del fiume Albarregas. La struttura di questa sezione è caratteristica di Mérida. È composta da robusti pilastri, nei quali si alternano cinque filari di blocchi di granito e uno di mattoni, conferendo così una peculiare eleganza dal miscuglio dei due colori, quello granito e il rosso intenso del mattone. Archi di differenti altezze si innestano sui pilastri, il cui nucleo è di opus caementicium. Gli archi di collegamento sono di mattoni, fatta eccezione per quello che attraversa il letto del fiume, che ha i conci di granito ben lavorati. I pilastri rimasti più o meno deteriorati sono ancora 73.

Tradizionalmente si dice che il suo nome, Acquedotto dei Miracoli, si debba allo stupore generale che fosse resistito per così tanti secoli, come se si trattasse di un miracolo divino.[9]

Nell'immediata vicinanza, un piccolo ponte chiamato ponte romano di Albarregas corre parallelo agli archi dell'acquedotto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Conjunto arqueológico de Mérida, su whc.unesco.org, UNESCO World Heritage Centre.
  2. ^ Grande, Guadalupe Méndez. «Las conducciones de Augusta Emerita: Hallazgos de un cuarto acueducto y de una canalización en la zona norte de la ciudad». Anas 23 (2010) pp 137-165. ISSN 1130-1929. Consultato il 12 novembre 2019.
  3. ^ Canto, Alicia M. (1982). «Homenaje a Sáenz de Buruaga». Institución Cultural "Pedro de Valencia", excelentísima diputación provincial de Badajoz: 157-176. ISBN 84-500-7836-9. Consultato il 12 novembre 2019.
  4. ^ a b (ES) Fernando Bores Gamundi, Actas del Segundo Congreso Nacional de Historia de la Construcción: A Coruña, 22-24 de octubre de 1998, Reverte, 1998, ISBN 9788489977440.
  5. ^ Martín, Alfonso Jiménez. Problemas de los acueductos emeritenses (Habis 7, 1977): 271-292.. Consultato il 12 novembre 2019.
  6. ^ Vicente G., El monumento romano que era visigodo, in El País.
  7. ^ (ES) Efe / eldiarioex, Un estudio, basado en un ladrillo, “descubre” que el acueducto romano de los Milagros en Mérida es visigodo, su eldiario.es.
  8. ^ Roger Collins. Spain: An Oxford Archaeological Guide, p. 195, 199. Oxford University Press, 1998. ISBN 0-19-285300-7
  9. ^ "Study for the determination of the pathologies in the constituent materials of the Milagros Aqueduct (Mérida)", J.M. Ávila Macías, M.I. Mota López, I. Rodríguez Maribona, in Heritage, Weathering and Conservation: Proceedings of the International Heritage, Weathering and Conservation Conference (HWC-2006), 21-24 June 2006, ed. Álvarez De Buergo. Taylor & Francis, 2006. ISBN 0-415-41272-2

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