Acquavite d'uva

L'acquavite d'uva (o distillato d'uva) è un distillato di mosto d'uva.[1]

Il distillato d'uva è diverso sia dalla grappa (che è un distillato di vinacce[1]) che dal distillato di vino (quale il Brandy, il Cognac o l'Armagnac). L'acquavite d'uva è un prodotto intermedio, in pratica è un distillato di succo fermentato (analogia con il distillato di vino) che però contiene anche le vinacce fermentate (analogia con un distillato di vinacce).

Storia e normativa italiana[modifica | modifica wikitesto]

Il Decreto ministeriale del 20 ottobre 1984 (Autorizzazione per la produzione e l'immissione sul mercato di "acquavite o distillato di uva") ne fissa le caratteristiche (su richiesta della Nonino, storica distilleria friulana produttrice di grappa[2]), e recita che "l'acquavite o distillato di uva è ottenuta dalla distillazione del mosto fermentato di uve fresche in presenza delle parti solide dei grappoli".[3]

In base al regolamento CEE 1576 del 1989, l'acquavite d'uva è stata categorizzata come distillato di frutta.[4] Successivamente, il DPR 297[5] del 16 luglio 1997 ha definito meglio la produzione e, soprattutto, la designazione per la commercializzazione delle bevande spiritose.[6] tra cui ricade anche l'acquavite d'uva.

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

L'uva intera (che può essere diraspata o non diraspata[2]) viene sottoposta a pigiatura dopo poche ore dalla raccolta.[4] Tale pigiato viene quindi sottoposto a fermentazione (a temperature intorno a 18-20 °C[4]) aggiungendo mosto di avviamento contenente lieviti selezionati.[4]

Il prodotto della fermentazione (in pratica, succo con vinacce, fatto poi fermentare normalmente) viene quindi sottoposto a distillazione (in maniera discontinua in particolari alambicchi a vapore di piccole dimensioni[2] o in speciali apparecchi sottovuoto[7]) e affinato all'interno di vasche di acciaio inossidabile.[2][4]

Nel caso si siano utilizzate uve rosse per la preparazione dell'acquavite d'uva, si procede all'invecchiamento per almeno 6 mesi.[4]

L'acquavite d'uva così ottenuta viene diluita con acqua distillata per portarla alla gradazione desiderata (intorno al 50% vol[8]), quindi viene filtrata (a circa -2 °C[8]) e imbottigliata.[4]

Degustazione[modifica | modifica wikitesto]

L'acquavite d'uva si serve generalmente fresca (ma non fredda) a fine pasto,[2] in bicchiere classico cilindrico o in tulipano.

Rispetto alla grappa o ad un brandy, l'acquavite d'uva è tipicamente fruttata e fragrante nonché, generalmente, meno impegnativa in termini di complessità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Savioli, p. 123.
  2. ^ a b c d e Sallé, p. 142.
  3. ^ Decreto ministeriale del 20 ottobre 1984 (PDF) (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016)., Autorizzazione per la produzione e l'immissione sul mercato di acquavite o distillato di uva
  4. ^ a b c d e f g Cabras, p .605.
  5. ^ DPR 297/97 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2010)., Regolamento recante norme in materia dì produzione e commercializzazione d'acquaviti, grappa, brandy italiano e liquori
  6. ^ La definizione tecnico-legale di bevanda spiritosa (contenuta nel Regolamento CE N° 110/2008 che è la norma attualmente in vigore sulle bevande spiritose) è piuttosto complessa e specialistica. Semplificando si può dire che le bevande spiritose sono i distillati, i liquori, nonché le altre bevande alcoliche in cui l'etanolo è il componente di rilievo. Naturalmente, vino e birra non sono bevande spiritose
  7. ^ Angelo Matteucci, "Acquavite d'uva".
  8. ^ a b Cabras, p .606.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]