Accademia dei criminali romeni

L’Accademia dei criminali romeni, in lingua romena Academia infractorilor români, è un gruppo di ladri e rapinatori romeni che nel periodo 2013-2015 hanno messo a segno diversi furti e rapine in diverse gioiellerie e altre attività commerciali d'Europa, per valori sino a 10 milioni di Euro.[1]

L'organizzazione

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A capo della organizzazione era tale Adrian Marin Botez, detto "Țâță", arrestato il 16 gennaio 2015 dopo essere stato condannato a dieci anni di reclusione per il tentato omicidio di Dumitru "Puiu" Mironescu.[1][2][3][4][5][6][7][8]

Il gruppo organizzato da Botez operava con tecniche militari[1]; era composto da oltre 100 individui, tutti reclutati nel distretto di Neamț[9] Le persone erano addestrate, coordinate per operare in gioiellerie del territorio dell'Unione Europea.[9]. I membri erano ospitati in un edificio appositamente adattato con vetri oscurati[10] e venivano chiusi nell'edificio con sacchi neri sulla testa.[10]

I furti avvenivano sia di giorno che di notte usando la tecnica cocktail-uri Molotov.[10] Hanno compiuto azioni in Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Francia, Austria, Belgio, Germania, Paesi Bassi e Andorra.[10] I colpi duravano in tutto circa 60 secondi e ogni membro aveva ruoli ben definiti.[10]

Il 23 dicembre 2013 il commando fece irruzione in un negozio con mazze e asce; sfondando le vetrine, i malfattori portarono via un valore di circa 300.000 Euro in orologi Rolex. Uno dei quattro arrestati raccontò la loro storia, infrangendo la regola dell'omertà dell'accademia. Oltre cento persone furono arrestate in tutta Europa. In Italia fecero tre rapine nel quadrilatero della moda a Milano. Tra i condannati c'erano Ilie Victor Busa, Costantin Pavel, Ioan Timofte, George Madalin Marian, Ioan Vadana, Radu Gabriel Mihai e Ioan Irinel Acununei.[11]

Vicino alla città di Cluj-Napoca, l'accademia addestra ancora criminali che si aggiungono ai giovani dell’orfanotrofio di Piatra Neamț, arrestati per il colpo milionario da Franck Muller in via della Spiga nel 2013.[12]

  1. ^ a b c (RO) Mihaela Cojocariu, „Academia infractorilor români”. 14 persoane au fost reținute în acest caz, iar trei sunt cercetat sub control judiciar, su adevarul.ro, 24 aprilie 2015.
  2. ^ (RO) Florin Jbanca, Mihaela Cojocariu, Cum l-au scăpat polițiștii pe interlopul „Țâță“, condamnat la 12 ani de pușcărie, su adevarul.ro, 3 iulie 2014.
  3. ^ (RO) Mihaela Cojocariu, Adrian Botez, interlopul eliberat din greșeală din arest, deși fusese condamnat la 12 ani de închisoare, prins în Cluj, su adevarul.ro, 16 ianuarie 2015.
  4. ^ (RO) Mihaela Cojocariu, Anchetă internă la Poliția Capitalei după ce trei polițiști l-au eliberat „din greșeală” pe interlopul Adrian Botez, su adevarul.ro, 3 iulie 2014.
  5. ^ (RO) Mihaela Cojocariu, Șeful Poliției Capitalei, Mihai Pruteanu, eliberat din funcție după ce un condamnat la 12 ani de închisoare a fost eliberat din greșeală, su adevarul.ro, 23 iulie 2014.
  6. ^ (RO) „Țâță“, ultimul pe lista urmăriților din Neamț, su adevarul.ro, 29 iunie 2011.
  7. ^ (RO) Neamț: Lotul „Bariera“ trimis in corpore după gratii (Update), su adevarul.ro, 13 mai 2011.
  8. ^ (RO) Interlopul Tiberiu Cristodorescu despre bătaia încasată de Puiu Mironescu : „Este posibil să fie Țâță” (VIDEO), su adevarul.ro, 15 februarie 2011.
  9. ^ a b (RO) Florin Jbanca, Cine e Adrian „Țâță” Botez, „rectorul” Academiei de Infractori, pentru care DIICOT a cheltuit 300.000 de euro, su adevarul.ro, 24 aprilie 2015.
  10. ^ a b c d e (RO) Mihaela Cojocariu, Mihai Stoica, VIDEO „Academia infractorilor”, gruparea de hoți români care dădea o spargere în 60 de secunde, coordonată din închisoare, su adevarul.ro, 23 aprilie 2015.
  11. ^ Addestrati nell'accademia del crimine in Romania: sette condanne a Firenze - I malviventi arrestati dopo una rapina. Agivano in tutta Europa, su firenze.repubblica.it, 13 giugno 2017.
  12. ^ Milano, gli allievi dell’«Accademia dei ladri» progettavano un colpo in Montenapo - Presi quattro romeni: si nascondevano nei parchi senza soldi e telefoni. Obiettivo Rolex., su milano.corriere.it, 7 novembre 2017.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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