AMM (gruppo musicale)

AMM
Gli AMM durante un concerto (2009)
Paese d'origineBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereMusica sperimentale
Jazz d'avanguardia
Improvvisazione libera
Periodo di attività musicale1965 – in attività

Gli AMM sono un gruppo musicale britannico, fondato nel 1965.

Considerata un'importante formazione di jazz improvvisato e d'avanguardia, gli AMM ispirarono i "bordoni ipnotici" di numerose formazioni inglesi di musica psichedelica, quali i primi Pink Floyd e i Velvet Underground di White Light/White Heat.[1][2] Il nome del gruppo è un acronimo il cui significato non è mai stato rivelato dai suoi componenti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondati nel 1965 e originalmente composti dal chitarrista Keith Rowe, dal sassofonista Lou Gare, dal batterista Eddie Prévost, e dal bassista Lawrence Sheaff, gli AMM videro più tardi l'ingresso del compositore Cornelius Cardew e Cristopher Hobbs che rimpiazzò Sheaff dopo la pubblicazione dell'esordio AMMMusic del 1966.[1] Nel 1972 il gruppo si sciolse momentaneamente quando Cardew abbandonò la formazione e, durante la metà del decennio, Prévost e Gare si riunirono a nome AMM II pubblicando solamente l'album To Hear and Back Again. Rimasti più tardi un duo composto da Rowe e Prévost, gli AMM videro entrare John Tilbury con cui mantennero l'assetto di un trio fino al 2009, anno in cui Rowe abbandonò la formazione.

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Fra i primi a fondere musica jazz ad avanguardia "post seriale" e "post Darmstadt", gli AMM hanno realizzato uno stile ritenuto di difficilissima categorizzazione. Adottando una strumentazione rock e jazz, la formazione è autrice di una musica spesso dissonante e improvvisata dove "ciascun musicista rappresenterebbe un'attività autonoma che si sovrappone alle altre generando una struttura cumulativa."[2] Nella loro musica sono inoltre adottati segnali radio manipolati da Rowe.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1967 - AMMMusic
  • 1970 - Live Electronic Music Improvised - (con i Musica Elettronica Viva)
  • 1972 - At the Roundhouse (EP)
  • 1978 - To Hear and Back Again
  • 1980 - It Had Been an Ordinary Enough Day In Pueblo, Colorado
  • 1981 - The Crypt - 12th June 1968
  • 1983 - Generative Themes
  • 1987 - The Inexhaustible Document
  • 1988 - Irma - 1988 (con Tom Phillips)
  • 1990 - Combine and Laminates
  • 1991 - The Nameless Uncarved Block
  • 1993 - Newfoundland
  • 1996 - From a Strange Place
  • 1996 - Laminal
  • 1996 - Live in Allentown USA (live)
  • 1997 - Before Driving to the Chapel We Took Coffee With Rick And Jennifer Reed
  • 1999 - Split Series #4 (split EP) (con Merzbow)
  • 2001 - Tunes Without Measure Or End
  • 2001 - Fine
  • 2003 - AMM - Formanex - AMM - Formanex
  • 2005 - Norwich
  • 2005 - Apogee (con i Musica Elettronica Viva)
  • 2008 - Trinity (con John Butcher)
  • 2010 - Uncovered Correspondence - A Postcard From Jasło
  • 2010 - Sounding Music
  • 2012 - Two London Concerts (live)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Beate Kutschke, Barley Norton, Music and Protest in 1968, Cambridge University Press, 2013, p. 179.
  2. ^ a b Amm Ammmusic 1966 :: Le recensioni di Ondarock, su ondarock.it. URL consultato il 12 febbraio 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R. Young, La guida alla musica moderna di Wire, Isbn Edizioni, 2010, pp. 125-126.
  • Todd S. Jenkins, Free Jazz and Free Improvisation: An Encyclopedia, Volume 2, Greenwood Publishing Group, 2004, pp. 10-12.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN155056773 · ISNI (EN0000 0001 0374 3967 · LCCN (ENno92018289 · WorldCat Identities (ENlccn-no92018289
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