36° Battaglione di Polizia Estone

36º Battaglione di Polizia Estone
Descrizione generale
Attivo23 novembre 1941 – 18 gennaio 1943
Nazione Germania nazista
Tipobattaglione fanteria
Dimensione438 (agosto 1942)
Battaglie/guerreBattaglia di Stalingrado
Comandanti
Degni di notaHarald Riipalu
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il 36º battaglione di polizia estone (in tedesco, Schutzmannschaft Front Bataillon 36 Arensburg; in estone, 36. Kaitse Rindepataljon) fu un'unità di sicurezza estone attiva nelle retrovie del fronte orientale durante la seconda guerra mondiale che operò sotto il comando delle SS tedesche.

Storia operativa[modifica | modifica wikitesto]

Il 36º battaglione fu istituito il 23 novembre 1941. Tra maggio e agosto 1942, il battaglione in addestramento ricevette dei rinforzi da altre unità, portando la sua forza totale a 23 ufficiali, 161 sottufficiali e 254 soldati.[1] Partecipò alle operazioni antipartigiane in Bielorussia e fu impiegata anche nella sorveglianza dei campi di prigionia nelle miniere di carbone di Stalino e Makeyevka.[2][3] Dal 22 novembre al 31 dicembre 1942 il battaglione prese parte alla battaglia di Stalingrado:[3] dopo aver subito 39 vittime, 97 feriti e 11 dispersi, il battaglione rientrò in Estonia nel gennaio 1943 e fu sciolto, cosa che portò molti uomini ad unirsi alla Legione estone.[4]

Il 36º battaglione fu riformato nel maggio 1943 e in autunno fu inviato al fronte a Nevel' dove confluì nel 288º battaglione.[4]

Massacro di Novogrudok[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 e 7 agosto, un numero tra 3000 e 5000 ebrei furono uccisi nell'area di Novogrudok, in Bielorussia.[4][5] Il 36º battaglione era stanziato in quell'area proprio nel periodo dal 4 agosto al 25 agosto 1942. Il rapporto del 16 agosto affermò che il battaglione era impegnato nella "lotta contro i partigiani":[1][5] secondo la Commissione internazionale estone per i crimini contro l'umanità, "il 36º battaglione di polizia ha partecipato il 7 agosto 1942 al rastrellamento e all'uccisione di quasi tutti gli ebrei ancora sopravvissuti nella città di Novogrudok".

La relazione della Commissione osservò:[6]

«Nei documenti pubblicati, questa unità è stata descritta come in lotta contro i partigiani. La Commissione ritiene che, sebbene vi siano stati chiaramente numerosi impegni tra unità di polizia e partigiani, "combattere contro i partigiani" e "fare la guardia ai campi di prigionia" erano a volte modi per descrivere la partecipazione ad azioni contro i civili, compresi gli ebrei.»

L'indagine del servizio di sicurezza interna estone (la cosiddetta KaPo) sulle attività del battaglione ha concluso che non c'erano prove sulla partecipazione nei crimini di guerra o nei crimini contro l'umanità.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (ET) Toomas Hiio, Eesti üksustest Wehrmacht’i, SSi ja politsei ning Relva-SSi alluvuses Teise maailmasõja ajal, in Estonian Yearbook of Military History, 2011, p. 208. URL consultato il 4 agosto 2018.
  2. ^ Massimo Arico, Ordnungspolizei - Encyclopedia of the German police battalions September 1939 - July 1942, p. 144-145.
  3. ^ a b Aivar Niglas e Toomas Hiio, Estonian defence battalions / police battalions, in Toomas Hiio, Meelis Maripuu e Indrek Paavle (a cura di), Estonia 1940–1945: Reports of the Estonian International Commission for the Investigation of Crimes Against Humanity, Tallinn, 2006, pp. 825–876.
  4. ^ a b c (ET) Toomas Hiio, Eesti üksustest Wehrmacht’i, SSi ja politsei ning Relva-SSi alluvuses Teise maailmasõja ajal, in Estonian Yearbook of Military History, 2011, p. 209. URL consultato il 4 agosto 2018.
  5. ^ a b Peeter Kaasik, What Did the 36th Estonian Front Defence Battalion Do in Novogrudok?, in National Archives of Estonia, vol. 2, 2017. URL consultato il 4 agosto 2018.
  6. ^ PHASE II: THE GERMAN OCCUPATION OF ESTONIA IN 1941–1944 (PDF), su mnemosyne.ee, Estonian International Commission for Investigation of Crimes Against Humanity, p. XXI. URL consultato il 4 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2013).
  7. ^ (ET) Kilode viisi arhiividokumente andsid sama vastuse: Zuroffil pole tõendeid, Eesti Päevaleht, 25 gennaio 2003. URL consultato il 4 agosto 2018.