225º Reggimento fanteria "Arezzo"

225º Reggimento Fanteria "Arezzo"
Stemma araldico del Reggimento
Descrizione generale
Attivo☼ dal 18 giugno 1916 allo scioglimento a seguito degli eventi determinati dall' Armistizio di Cassibile

☼ dal 16 novembre 1975 alla chiusura del 27 gennaio 1999

NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio esercito
Esercito Italiano
TipoFanteria
DimensioneReggimento
PatronoSan Martino
Motto"Ubi nos ibi victoria"
Battaglie/guerrePrima guerra mondiale

Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale

DecorazioniCroce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia

Medaglia d'oro al valor militare Medaglia d'Argento al Valor Militare Medaglia di bronzo al Valor Militare

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Il 225º Reggimento fanteria "Arezzo" è stata un'unità militare del Regio Esercito Italiano e dell'Esercito Italiano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Trae origini dal 225º Reggimento costituito il 18 maggio 1916 a Castelfranco Veneto con il concorso di più depositi reggimentali: 7º, 42º, 68º e 77º Fanteria. È servito per dare vita alla Brigata "Arezzo" insieme al 226º Reggimento. Con l'applicazione della legge 11 marzo 1926 sull'ordinamento dell'esercito, prende il nome di 225º Reggimento Fanteria "Arezzo" ed a seguito della formazione delle Brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XXIV Brigata di Fanteria unitamente al 13º e 14º Reggimento Fanteria "Pinerolo". La sede del reggimento è dal 1926 fino al 1943 Ascoli Piceno.

Nella prima guerra mondiale (1915-1918)[modifica | modifica wikitesto]

Nella guerra d'Etiopia (1935-1936)[modifica | modifica wikitesto]

Partecipa alla campagna in Africa Orientale inquadrato nella Divisione di Fanteria "Gran Sasso" operando nella zona dello Scirè nel febbraio-marzo 1936.

A partire dal 1º marzo 1937 viene assegnato alla Divisione motorizzata "Cirene" dislocata in Cirenaica. Dal 1º marzo 1938 è trasformato in 158º Reggimento Fanteria "Liguria" con aliquote di personale del 53º Reggimento Fanteria e del deposito dello stesso 225º Reggimento Fanteria.

Con la formazione delle divisioni binarie nel 1939, viene inquadrato nella 53ª Divisione fanteria "Arezzo" con il 226º Reggimento Fanteria e il 53º Reggimento Artiglieria.

Nella seconda guerra mondiale (1939-1945)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: 53ª Divisione fanteria "Arezzo".

Il 10 giugno 1940 il reggimento ha in organico: comando e compagnia comando, tre battaglioni fucilieri, compagnia mortai da 81, batteria armi di accompagnamento da 65/17. Opera sul fronte greco-albanese e combatte nella zona di Monte Ivanit, Guri Kamias, Pleu i Kieve, Alta Valle Skumini. Dal 29 novembre al 3 dicembre, il II Battaglione comandato dal maggiore Vincenzo Giachery viene coinvolto nei fatti d'arme nella zona di Guri Regianit.

La storia recente[modifica | modifica wikitesto]

Fregio dell'Arma di Fanteria dell'Esercito Italiano (usato per la Fanteria di Linea)

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

(1916-1943) - (225º Reggimento fanteria Arezzo)[modifica | modifica wikitesto]

  • 18.05.1916 - 19.06.1916 - Col. Antonino Sterio
  • 20.06.1916 - 27.06.1916 - Ten.Col. Giovanni Brolis (interinale)
  • 28.06.1916 - 29.06.1916 - Col. Antonino Sterio (ferito)
  • 04.07.1916 - 06.07.1916 - Ten.Col. Achille Miravalle
  • 11.12.1916 - 25.05.1917 - Col. Francesco Cuoco (caduto sul campo a Monfalcone q. 75)
  • 26.05.1917 - 05.09.1917 - Ten.Col. Salvatore Bellacasa
  • 13.09.1917 - Fine Guerra- Ten.Col. Gabriele Vallo
  • 01.01.1919 - 15.02.1919 - Col. Enrico Roppi
  • 01.01.1920 - 08.02.1920 - Col. Giovanni Bonino
  • 09.02.1920 - 31.08.1920 - Col. Arturo Botteri
  • 01.09.1920 - 01.02.1921 - Col. Raffaele Prandoni
  • 02.02.1921 - 06.06.1921 - Col. Leandro Deambrogis
  • 07.06.1921 - 24.12.1921 - Col. Romeo Rosetti
  • 01.01.1922 - 31.01.1922 - Ten.Col. Giovanni Del Boca
  • 01.02.1922 - 01.08.1924 - Col. Gabriele Vallo
  • 02.08.1924 - 01.04.1928 - Col. Giuseppe Dallosta
  • 01.10.1928 - 18.01.1931 - Col. Letterio Basile
  • 19.01.1931 - 16.04.1933 - Col. Giuseppe Giuliano
  • 17.04.1933 - 01.10.1936 - Col. Egisto Conti
  • 02.10.1936 - 01.10.1937 - Col. Gustavo Sforzi
  • 02.10.1937 - 01.04.1938 - Col. Niccolò Berlotto
  • 02.04.1938 - 30.09.1938 - Col. Guido Terracina
  • 01.10.1938 - 06.11.1940 - Col. Enrico Lugli
  • 07.11.1940 - 10.07.1941 - Col. Pietro Tantillo
  • 11.07.1941 - 30.08.1941 - Ten. Col. Giuseppe Morici
  • 01.09.1941 - 02.1942 - Col. Oliviero Prunas
  • 03.1942 - 20.04.1942 - Col. Giovanni D'andrea
  • 21.04.1942 - 09.1942 - Ten. Col. Alberto Bianco Crista
  • 09.1942 - 12.12.1942 - Col. Eduardo Rumbolo
  • 13.12.1942 - 12.03.1943 - Col. Contrada Darwin
  • 13.03.1943 - 25.08.1943 - Col. Giuliano Travaglini
  • 26.08.1943 - 18.09.1943 - Col. Enrico Filippo
  • 19.09.1943 allo scioglimento a seguito degli eventi determinati dall' armistizio - Col. Vittorio Vasco

(1975-1992) - (225º Battaglione fanteria Arezzo)[modifica | modifica wikitesto]

  • 16.11.1975 - 31.08.1977 - Col. Enzo Pecchi
  • 01.09.1977 - 19.06.1979 - Ten.Col. Camillo Brialdi
  • 20.06.1979 - 07.08.1981 - Ten.Col. Mario Savini
  • 08.08.1981 - 28.07.1983 - Ten.Col. Carmine Barone
  • 29.07.1983 - 17.05.1984 - Ten.Col. Emilio Punturo
  • 18.05.1984 - 28.07.1985 - Ten.Col. Mario Sessa
  • 29.07.1985 - 03.08.1987 - Ten.Col. Franco La Noce
  • 04.08.1987 - 24.07.1988 - Ten.Col. F.Saverio Mondelli
  • 25.07.1988 - 30.07.1990 - Ten.Col. Giuseppe Oddo
  • 31.07.1990 - 13.09.1992 - Ten.Col. Giovanni Fantini

(1992-1999) - (225º Reggimento Fanteria Arezzo)[modifica | modifica wikitesto]

  • 14.09.1992 - 13.09.1993 - Col. Giovanni Di Rauso
  • 14.09.1993 - 04.09.1995 - Col. Biagio Scalia
  • 05.09.1995 - 27.01.1999 - Col. Antonio Radogna

Stemma araldico[modifica | modifica wikitesto]

Decreto[modifica | modifica wikitesto]

Decreto 19 gennaio 1977 (aggiornato in base a quanto disposto dallo SME con circ. 121 in data 09.02.1987 - Giornale Ufficiale del 14.02.1987.)

  • Scudo: inquartato.
    • il primo d'argento, al cavallo rivolto, allegro, inalberato di nero (Arezzo)
    • il secondo d'azzurro caricato da una spada romana d'argento, manicata d'oro
    • il terzo di rosso al palo di nero, all'elmo d'oro di Scanderberg.
    • il quarto d'argento al filetto d'azzurro posto in banda ed al leone di rosso tenente nella branca destra una croce del Calvario d'oro caricata del Cristo in argento posto sul tutto (Etiopia)
    • il tutto abbassato al capo d'oro con il quartier franco d'azzurro caricato di monti d'argento all'Italiana.
  • Corona turrita
  • Ornamenti:
    • lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto del Reggimento: "UBI NOS IBI VICTORIA".
    • accollata alla punta dello scudo con l'insegna dell'Ordine Militare d'Italia pendente al centro del nastro con i colori della stessa che rappresentano le 2 Croci di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.
    • Nastri rappresentativi delle ricompense al valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in barra e in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo.

Sintesi della blasonatura[modifica | modifica wikitesto]

  • 1° quarto: arme di Arezzo, a significare il legame territoriale del Reggimento con la città della quale porta il nome fin dalla sua costituzione.
  • 2° quarto: sullo smalto d’azzurro, simbolo di amor di patria e lealtà, la spada romana è emblema di grande gloria militare.
  • 3° quarto: l’elmo di Scanderberg, eroe nazionale d’Albania, ricorda le imprese compiute dai fanti del Reggimento sul fronte greco-albanese nel 1940-41.
  • 4° quarto: il leone d’Etiopia testimonia la partecipazione del 225° alla campagna in Africa Orientale.
  • Il capo d’oro simboleggia la massima ricompensa al V.M. concessa alla Bandiera del Reggimento; nel quartier franco "i monti all'italiana" per ricordare il fronte ove maggiore è stato l’impegno del 225° durante la guerra 1915-18.

Insegne e Simboli[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Reggimento indossa il fregio della Fanteria (composto da due fucili incrociati sormontati da una bomba con una fiamma dritta). Al centro nella pulce è riportato il numero "225".
  • Le mostrine del reggimento sono rettangolari di colore giallo e azzurro. Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.

Motto del Reggimento[modifica | modifica wikitesto]

"Ubi nos ibi victoria" Il significato del motto del Reggimento è: "Dove siamo noi, lì è la Vittoria".

Sedi[modifica | modifica wikitesto]

  • 1920 - Milano
  • 1920 - 1921 - Bergamo
  • 1921 - 1926 - Foggia
  • 1926 - 1943 - Ascoli Piceno
  • 1975 - 1999 - Arezzo (Caserma Cadorna)

Festa del reggimento[modifica | modifica wikitesto]

  • 25 maggio –anniversario del fatto d’arme dell'Hermada (1917).

Ogni anno, a seguito di ricongiungimento sul social network Facebook di ex appartenenti al 225° si è deciso che nel mese di maggio, gli ex appartenenti del 225° Btg e Rgm Fanteria Arezzo, si ritrovano presso il piazzale d'armi dell'ex caserma "Cadorna" per ricordare questo glorioso corpo. Da questo gruppo nasce l'associazione "I Fanti del 225º Fanteria "Arezzo" Odv e la Sezione del Fante di Arezzo dell'Associazione Nazionale del Fante.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Decorazioni alla Bandiera di Guerra[modifica | modifica wikitesto]

Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con R.D. il 5 giugno 1920 Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia.»
— Guerra 1915-18[1]
Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con R.D. il 27 gennaio 1937 Pari alla sua fama millenaria, espressione purissima di alte virtù guerriere della stirpe, si prodigava eroica, generosa, tenace in tutte le battaglie, dando prezioso contributo di valore e di sangue alla vittoria»
— Guerra Italo - Etiopica[2]
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con R.D. il 5 giugno 1920 Attraverso una via di sangue, splendida di fede e di eroismo, sempre raggiunse e mantenne la meta assegnata al suo valore, negli aspri cimenti di radiose giornate di battaglia. Carso, Quota 77, 57, 58; Linee di Flondar; Viadotto, 23 -26 maggio, 4 - 5 giugno 1917; Piave, 16 - 24 giugno 1918.[3]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con Decreto del 31 dicembre 1947

Data del conferimento: 20 febbraio 1948

“Durante sei mesi di cruenta lotta, in zona montana impervia, resa più aspra da un rigido inverno, fu senza tregua in prima linea, strenuamente fronteggiando il nemico preponderante di numero e di mezzi. Non il copioso sangue versato da innumerevoli Eroi, né il logorio fisico che sembrava aver raggiunto il limite di ogni umana resistenza valsero a fiaccarne la leonina baldanza. Dislocato in settore di alta montagna, fra eccezionali rigori alpini, ne fece baluardo insuperabile, balzando dalle trincee scavate nella neve ogni volta che il nemico tentò di superarlo. Quando, in un estremo disperato tentativo, l’avversario attaccò con forze triple, i fanti del 225°, benché ridotti negli effettivi e stremati dal lungo travaglio, rinnovavano se stessi nella luce del supremo dovere e, dapprima inchiodavano il nemico, indi, dopo cruenti contrattacchi, lo sbaragliavano, ponendo saldo piede sulle posizioni. (M. Ivanit – Guri Kamias – Pleu i Kieve – AltaValle Skumini, 15 novembre 1940 – 13 aprile 1941”»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con R.D. il 27 gennaio 1937

Data del conferimento: 28 settembre 1937

“In giornata di aspro combattimento impegnato in terreno difficile ed insidioso, dopo aver attaccato col tradizionale valore ingenti forze nemiche che gli contendevano il passo, resisteva poi tenacemente e respingeva ripetuti violenti contrattacchi, rinnovatisi per circa venti ore consecutive, finché il nemico all’alba, abbandonava, vinto il campo della lotta (Battaglia dello Scirè, 2 – 3 marzo 1936).”»

Decorati[modifica | modifica wikitesto]

Caporale Fedele Piras (1895-1971) DI ASSEMINI (matric.9417) Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Caporale Fedele Piras (1895-1971) DI ASSEMINI (matric.9417) Medaglia d'oro al valor militare
«(Bollettino Ufficiale, 30.05.1919, dispensa 35ª. Decreto Luogotenenziale del 29.05.1919)

Caporale del 225º Reggimento Fanteria Brigata Arezzo, decorato di medaglia d’oro per la sua ammirevole condotta a Capo Sile (VE) Il 23 giugno del 1918, nel corso della Battaglia del Solstizio.

«Fulgido esempio, in ogni circostanza, di ardimento e di valore, nella rioccupazione di una importante posizione, di pieno giorno, per primo si slanciava attraverso ad uno stretto ponticello, sulla trincea nemica. Caduto il proprio ufficiale e tutti i compagni, da solo, e con impareggiabile tenacia, strenuamente difendeva la posizione raggiunta dai ritorni offensivi dell’avversario, dando tempo a nostre mitragliatrici di occuparla ed affermarvisi. Ferito dolorosamente ad una mano, gridava il suo saluto in dialetto sardo al proprio capitano, suo conterraneo, giunto sul posto, e continuava imperterrito a lanciare bombe con la mano sinistra, finché, estenuato dal dolore e dalla fatica, dovette, suo malgrado, essere allontanato.»[4]»
Sottotenente Emidio CLEMENTI (Ascoli Piceno (AP)) Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Sottotenente Emidio CLEMENTI (Ascoli Piceno (AP)) Medaglia d'oro al valor militare
«(Conferimento: Grecia, 17 novembre 1940. Alla memoria) Comandante di un plotone mitraglieri dislocato a difesa di un’importante posizione, nonostante la continua violenta azione di fuoco di artiglierie e mortai avversari, manteneva, dando esempio di ammirevole calma e svolgendo magnifica azione di comando in piena efficienza, la capacità di fuoco del suo reparto, riuscendo a stroncare ripetutamente l’impeto del nemico. Ridottosi il plotone ad un pugno di eroici superstiti e caduto l’ultimo servente di un’arma, ne prendeva il posto continuando a far fuoco, a dirigere il tiro delle altre armi e ad incuorare i suoi mitraglieri. Una bomba di mortaio lo abbatteva di poi sulla mitragliatrice. Superba figura di eroe, altamente ammirato dallo stesso avversario, come emerse per successiva testimonianza di alcuni prigionieri nemici che avevano partecipato all’azione. Quota 1465 di Golloborda (Fronte greco), 17 novembre 1940[5]»
Caporal maggiore D’AMICO Guerrino (Duronica (CB)) Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Caporal maggiore D’AMICO Guerrino (Duronica (CB)) Medaglia d'oro al valor militare
«(Conferimento: Grecia, 04 aprile 1941. Alla memoria) Comandante di una squadra fucilieri, unica rimasta a difendere una importante posizione durante un violento attacco nemico, con perizia, pari ad indomito valore, conteneva per più ore l’impeto dell’avversario, superiore per numero e per mezzi, rendendogli impossibile lo sfruttamento del momentaneo successo e consentendo ai nostri reparti di riorganizzarsi per il contrattacco. Accerchiato, si difendeva con sovrumano impeto, seminando la strage nelle file nemiche col fuoco ben diretto delle proprie armi. Esaurite le munizioni, alla testa dei suoi uomini, si lanciava nella mischia alla baionetta ed al grido di « Savoia! », cercava di aprirsi un varco dove più era la pressione dell’avversario. Colpito mortalmente da una raffica di mitragliatrice, non rallentava lo slancio e l’ardire, ma incitava con la voce e col gesto i superstiti, finché spirava col nome d'Italia sulle labbra. Esempio luminoso e fulgido di alte virtù militari, indomito coraggio, sublime amor patrio. Uj i Ftofte (Fronte greco), 4 aprile 1941[6]»

Persone legate al Reggimento[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda dal sito del Quirinale - visto 18 ottobre 2010.
  2. ^ 3 ottobre 1935-XIII - 5 maggio 1936-XIV
  3. ^ Scheda dal sito del Quirinale - visto 10 gennaio 2012.
  4. ^ Scheda dal sito del Istituto del Nastro Azzurro - visto 9 gennaio 2022.
  5. ^ Scheda dal sito del Quirinale - visto 9 gennaio 2022.
  6. ^ Scheda dal sito del Quirinale - visto 9 gennaio 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]