11º Reggimento bersaglieri

11º Reggimento bersaglieri
Descrizione generale
Attivo16 settembre 1883 - 9 settembre 1943
30 settembre 1992 - oggi
Nazione Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio Esercito
Esercito Italiano
RuoloForze di proiezione
Guarnigione/QGOrcenico Superiore
EquipaggiamentoLand Rover AR 90, VCC Dardo,

M106, M113

PatronoMadonna del Cammino
MottoQuis Ultra? (Chi oltre noi?)
Coloricremisi
Battaglie/guerreAdua, ribellione dei Boxer
guerra d'Eritrea, guerra italo-turca
prima guerra mondiale
guerra d'Etiopia
seconda guerra mondiale
Missioni di peacekeepingJoint Guardian, Antica Babilonia, Leonte, ISAF, Joint Enterprise
Anniversari18 giugno, fondazione del Corpo dei bersaglieri (1836)

16 settembre 1883 fondazione del reggimento

Decorazionivedi qui
Parte di
Reparti dipendenti
  • Comando di Reggimento
  • Compagnia Comando e Supporto Logistico "Sciara Sciat"
  • 11º Battaglione bersaglieri "Caprera"
    • 1ª Compagnia fucilieri "Jamiano"
    • 2ª Compagnia fucilieri "San Michele"
    • 3ª Compagnia fucilieri "Nasiriyya"
    • Compagnia supporto manovra "Assaba"
Comandanti
Comandante attualeCol. Gabriele Vacca
Simboli
Fregio dorato per cappello
Fregio per basco
Mostrine
Fonti citate nel corpo del testo
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

L'11º Reggimento bersaglieri è un'unità dell'Esercito Italiano di stanza a Orcenico Superiore e inquadrato nella 132ª Brigata corazzata "Ariete". Fu impiegato in Libia nella guerra italo-turca, dove si meritò una medaglia d'oro al valor militare, e nelle successive due guerre mondiali, servendo in quest'ultima prevalentemente in Jugoslavia. Dal secondo dopoguerra è stato inviato nelle varie missioni all'estero a cui ha preso parte l'Italia: Joint Guardian e Joint Enterprise in Kosovo, Antica Babilonia in Iraq, Leonte in Libano e ISAF in Afghanistan.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

L'11º Reggimento bersaglieri venne costituito a Caserta[1] (secondo un'altra fonte a Verona)[2] il 16 settembre 1883 con il contributo del , del e del 7º Reggimento bersaglieri che cedettero, rispettivamente, il XV, il XXVII e il XXXIII Battaglione.

Tra il 1895 e il 1896 concorse alla formazione di quattro battaglioni che vennero inviati in Africa orientale, di cui uno combatté nella battaglia di Adua. Nel 1900 una compagnia dell'11º bersaglieri fece parte del corpo di spedizione italiano in Cina, comandato dal colonnello dei bersaglieri Vincenzo Garioni, inquadrata nel battaglione bersaglieri "Estremo Oriente".

Nel 1910 al reggimento si aggiunse l'XI Battaglione bersaglieri ciclisti e, nel 1912, un quinto battaglione, il XXXIX Battaglione bersaglieri.

Allo scoppio della guerra italo-turca, l'11º venne inviato in Libia e fu protagonista, il 23 ottobre 1911, del fatto d'arme presso l'oasi di Sciara Sciatt, per il quale meritò la medaglia d'oro al valor militare.

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

1915-1916[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1913 il XV Battaglione venne inviato in Libia dove rimase fino alla fine del maggio 1918, mentre il resto del Reggimento era di stanza in Ancona. In sostituzione del XV Battaglione giunse il XXXIX Battaglione. Il Reggimento inquadrava anche l'XI Battaglione ciclisti, che tuttavia combatté la prima guerra mondiale distaccato presso altre unità.[3]

Nel marzo 1915, poco prima dell'entrata dell'Italia nel primo conflitto mondiale, l'11º bersaglieri si spostò al nord fra Nimis e Attimis, oltrepassando quindi il fiume Natisone il 24 maggio seguente occupando poi Bergogna, Stanovišče e Saga (27 maggio), attestandosi tre giorni dopo sulla linea Polounik-Baban-Jama Planina-Monte Stol.[3] Il 14 agosto l'unità iniziò l'offensiva che sei giorni dopo portò alla conquista degli abitati di Poljanica, Pod Turo e Podklopce, riprendendo l'avanzata, temporaneamente assegnata alla Brigata "Aosta", il 23 agosto; in particolare, il XXVII Battaglione arrivò fino a Plezzo, venendo qui fermato dall'artiglieria austro-ungarica che bloccò anche il XXXIII Battaglione vicino Dvor. Di conseguenza, il comando italiano optò per una pausa delle operazioni nel settore.[3] Il 6 settembre l'11º bersaglieri cominciò i movimenti per rilevare il 6º Reggimento bersaglieri, riprendendo l'attacco contro la conca di Plezzo e il Passo della Moistrocca l'11 seguente, dopo un fuoco preliminare dell'artiglieria: i battaglioni del reggimento raggiunsero i rispettivi obiettivi avanzando verso altre quote, ma un contrattacco austro-ungarico del 19 settembre obbligò i fanti italiani a ritirarsi dal monte Vršič. L'11º Reggimento bersaglieri, che fino a quel momento aveva perso in combattimento 808 soldati, si preoccupò quindi di rafforzare le proprie posizioni prima di riprendere, il 18 ottobre, l'offensiva contro i monti Javorcek e Golobar, che tuttavia si interruppe il 28 ottobre senza risultati degni di nota.[3]

Ancora nel settore dello Javorcek, tra il 24 e il 26 gennaio 1916 l'11º Reggimento bersaglieri venne sostituito dal 9º Reggimento bersaglieri e inviato a riposo a Serpenizza e Čezsoča. Proprio col 9º Bersaglieri l'11º costituì, l'11 febbraio, la II Brigata bersaglieri.[3] Mentre il XXXIX Battaglione rimase sulla sponda destra dell'Isonzo, il XXVII e il XXXIII rilevarono il Battaglione alpini "Exilles" sul monte Cukla, rimanendovi per circa un mese. Il XXXIII venne quindi inviato il 18 marzo in Carnia, nelle posizioni della Val Degano, dove condusse audaci sortite contro le posizioni nemiche ivi dislocate, presto raggiunto dal resto del Reggimento che alla fine di aprile risultava schierato in Val Dogna. Gli uomini si alternarono fino a novembre sulla prima linea respingendo gli attacchi austro-ungarici organizzando, al tempo stesso, alcuni pattugliamenti offensivi tra cui spiccarono quelli sulle quote del Granuda Berg (16 luglio) e del Monte Nero (18-19 luglio) e contro il ponte ferroviario del fiume Fella. Rilevato dal 15º Reggimento bersaglieri, l'11º venne trasferito nel Basso Isonzo il 10 novembre con il resto della II Brigata, che nel frattempo si era vista sostituire il 9º Bersaglieri con il 7º Bersaglieri.[4]

1917-1918[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º gennaio del nuovo 1917 la II Brigata bersaglieri, rilevata dalla Brigata "Bari", venne posta a riposo. L'11º Reggimento bersaglieri passò questo breve periodo di pausa (durato fino al 9) tra Palazzatto e Bozzatta (attuale provincia di Udine), venendo raggiunto il 19 dall'ordine di spostarsi sulla sinistra dell'Isonzo. Raggiunta la località di Pieris, il XXXIII Battaglione venne dislocato a Ronchi di Monfalcone, dove era già stato inviato da una decina di giorni il XXXIX Battaglione, per lavori di rafforzamento delle postazioni difensive. Il 22 gennaio il Reggimento venne ingrandito con il LXIV Battaglione, che tuttavia poco dopo servì come base per la creazione del nuovo 17º Reggimento bersaglieri.

L'intera II Brigata bersaglieri cominciò a rilevare la Brigata "Bergamo" sulla quota 144 del monte Debeli a partire dal 9 febbraio, rimanendo in linea fino ai primi di marzo soffrendo pesanti perdite. Tra gli altri, il 23 febbraio sulla quota 144 fu ferito anche il caporal maggiore Benito Mussolini, in forza alla 5ª Compagnia del XXXIII Battaglione dell'11º Bersaglieri.[4] Le due brigate si alternarono in prima linea fino al 21-22 maggio, quando l'imminente azione contro la linea Jamiano[5]-monte Flondar obbligò la II Brigata bersaglieri a schierare i suoi battaglioni per attuare il piano che prevedeva la conquista del borgo di Jamiano e delle pendici orientali di quota 144, proseguendo poi, assieme alla "Bergamo", oltre il Flondar fino al monte Ermada: l'11º Bersaglieri occupò Jamiano e il 24 maggio raggiunse il villaggio di Komarje, avanzando ancora col resto della II Brigata riuscendo a respingere i duri contrattacchi nemici del 27 e 28 maggio.[4] Per tale azione il 7º e 11º Reggimento bersaglieri furono decorati entrambi nel 1920 con una medaglia d'argento al valor militare.[6] Quando il 2 giugno venne rilevata dal 245º Reggimento fanteria "Siracusa" e messa a riposo, la II Brigata aveva perso 61 ufficiali e 1.391 bersaglieri.[4]

Fino alla metà di agosto il 7º e l'11º Reggimento bersaglieri furono impegnati nel respingere i violenti contrattacchi portati avanti dalle truppe austroungariche. Il 19 agosto tutta la II Brigata bersaglieri, dopo aver rilevato la Brigata "Caserta", iniziò l'attacco diretto verso le pendici sud-occidentali del monte Ermada, terminato il giorno successivo con la conquista della sella del monte Flondar. Tra il 24 e il 26 agosto la Brigata venne messa a riposo dopo aver contato 37 ufficiali e 2.500 altri soldati caduti in azione.[4] Dopo vari cambi di zona e di comandi superiori, la II Brigata venne destinata nel Cadore, verso cui si mise in marcia il 18 ottobre: gli uomini dell'11º Bersaglieri arrivarono nella zona di Arten (Fonzaso) il 20 ottobre e il 23 il XXVII Battaglione venne distaccato nel Monte Piana dove, assieme al 54º Reggimento fanteria "Umbria", strappò agli austroungarici la quota 2.226 persa il giorno prima. In ogni caso l'offensiva austro-tedesca che diede vita alla battaglia di Caporetto obbligò il Reggimento ad arretrare assieme al resto della II Brigata a Vidor, dove imbastì una difesa che trattenne gli avversari fino al 10 novembre, quando il ponte sul Piave fu fatto saltare e il comando di Brigata si spostò a Maser (l'11º aveva già passato il fiume il 7 novembre e il 16 successivo risultava schierato tra Trevignano e Falzè).[4]

Il 1918 venne trascorso dall'11º Reggimento bersaglieri a presidio della linea del Piave, fino a quando il 3 novembre si imbarcò a Venezia per Trieste, dove giunsero per primi al molo Audace i battaglioni X (7º Bersaglieri) e XXXIX.[4] Il 28 maggio intanto tornò in Italia il XV Battaglione che, dopo una permanenza in Ancona fino al 9 luglio, si spostò in zona di guerra in seno alla 2ª Divisione di assalto.[3]

Tra le due guerre[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1920, a seguito della soppressione avvenuta l'anno precedente dell'XI Battaglione bersaglieri ciclisti, la cui bandiera nel corso del conflitto era stato decorato con tre medaglie d'argento al valor militare, la forza del reggimento venne ridotta a due battaglioni effettivi ed a un battaglione quadro.

Nel giugno del 1920 furono protagonisti della cosiddetta rivolta d'Ancona, una sommossa scoppiata per il rifiuto di alcuni militari di imbarcarsi per l'Albania.

Nel 1924 l'intero reggimento venne trasformato in Reggimento ciclisti e venne soppresso il battaglione quadro. L'11 marzo 1926, con la legge nº 396, il Reggimento si costituì su Comando, Deposito e due battaglioni, il XV e XXVII.[2]

Partecipò alla guerra d'Etiopia del 1935 fornendo a reparti vari mobilitati 3 ufficiali e 82 soldati. Tornato a essere un normale reggimento di bersaglieri nel 1936,[1] il 1º febbraio 1938 venne inserito nella 1ª Divisione Celere "Eugenio di Savoia".[2]

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo scoppio della seconda guerra mondiale vide l'11º bersaglieri, sempre con la divisione "Eugenio di Savoia", schierato nella zona Spilimbergo-Maniago. Le previste operazioni contro la Jugoslavia comportarono, nel marzo 1941, il trasferimento attorno a San Daniele del Carso, Tomadio e Rifembergo, da dove avanzò in territorio nemico l'11 aprile. Le compagnie motocicliste del Reggimento precedettero il resto delle truppe avanzando verso Lubiana, cogliendo di sorpresa i reparti jugoslavi obbligandoli alla ritirata. In pochi giorni i bersaglieri occuparono l'intera Dalmazia: il 24 aprile l'11º Reggimento si mosse verso sud in territorio croato raggiungendo Ogulin, quindi, il 2 maggio, arrivò a Segna e Gospić, dove si trovava ancora a dicembre.[2]

All'inizio del 1942 l'unità ritornò nella Croazia settentrionale, nella zona di Karlovac, per condurre un'attività antipartigiana diventata più intensa nel corso dell'anno, specialmente attorno ai fiumi Kupa e Guriaci. In ottobre venne spostato nella zona Sebenico-Vodizze, mentre nel giugno 1943, dopo i combattimenti sostenuti con altre unità della Divisione "Eugenio di Savoia" per conquistare il presidio di Zuta Lovka, venne trasferito a Sussak, a ridosso del confine italiano, per poi muoversi a settembre nella città croata di Tenin, diversamente dal resto della divisione che invece indietreggiò ancora verso il confine con l'Italia. L'armistizio annunciato l'8 settembre 1943 lo sorprese in territorio jugoslavo e, circondato da una divisione tedesca, venne catturato dopo un inutile tentativo di ripiegare. Il giorno dopo, 9 settembre, l'11º Bersaglieri venne sciolto.[2] Il XXXIII Battaglione entrò poi a far parte del Corpo Italiano di Liberazione.

Con reparti a livello compagnia, l'11º Reggimento bersaglieri partecipò alle operazioni in Africa settentrionale (con la 27ª Divisione "Brescia") e in Unione Sovietica (52ª Divisione fanteria "Torino" e 9ª Divisione fanteria "Pasubio").

27º Battaglione bersaglieri "Jamiano"[modifica | modifica wikitesto]

L'11º Reggimento bersaglieri, le cui tradizioni sono state custodite, dal 1º novembre 1975, dal 27º Battaglione bersaglieri "Jamiano", venne ricostituito il 30 settembre 1992 con sede in Aviano, poi trasferito a Orcenico Superiore, frazione del comune di Zoppola (provincia di Pordenone).[1]

Con la ristrutturazione dell'Esercito Italiano del 1975, che aboliva il livello reggimentale con i battaglione autonomi alle dirette dipendenze della brigata di appartenenza, il 1º novembre 1975, ad Aviano, venne costituito il 27º Battaglione bersaglieri "Jamiano", per trasformazione del preesistente XXXVIII battaglione bersaglieri del disciolto 132º Reggimento carri, battaglione che si era distinto intervenendo a favore delle popolazioni colpite dall'alluvione del Piave del 1966. Il 27º Battaglione Bersaglieri "Jamiano" che ha ereditato la bandiera e le tradizioni di valore dell'11º Reggimento bersaglieri, venne assegnato alla 132ª Brigata corazzata "Manin", della Divisione corazzata "Ariete", intervenendo a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del Friuli del 1976 a Clauzetto e Osoppo, guadagnando una medaglia di bronzo al valore dell'esercito.

Nel 1986 in seguito alla riorganizzazione dell'Esercito italiano che prevedeva l'abolizione del livello divisionale, la 132ª Brigata corazzata "Manin" venne sciolta e trasformatain 132ª Brigata corazzata "Ariete".

Nel 1988 il 27º Battaglione bersaglieri "Jamiano" è intervenuto a favore della popolazione in seguito alla tromba d'aria che ha colpito Fiume Veneto e Azzano Decimo

La ricostituzione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perse la propria autonomia il 29 settembre 1992 ed il giorno successivo inquadrato nel ricostituito 11º Reggimento bersaglieri, con sede in Aviano, poi trasferito nell'attuale sede di Orcenico Superiore, frazione del comune di Zoppola (provincia di Pordenone).[1]

Il 18 aprile del 1997, lo Stato Maggiore dell’Esercito con un movimento ordinativo teso a riportare in un giusto alveo storico e di tradizioni i reparti bersaglieri, stabilì che il 27º Battaglione bersaglieri "Jamiano" fosse trasformato in 11º Battaglione bersaglieri "Caprera" che trae origini, tradizioni e decorazioni dall'XI Battaglione bersaglieri ciclisti[1] e che come segno tradizionale di appartenenza al disciolto 182º reggimento fanteria corazzata "Garibaldi" continua a portare la cravatta rossa.

Il Reggimento presto soccorso alle popolazioni del Piemonte colpite dall'alluvione del Tanaro del 1994, prestando i suoi soccorsi nella zona di Alessandria.

L'11º Reggimento bersaglieri fa parte della 132ª Brigata corazzata "Ariete".

La composizione organica[modifica | modifica wikitesto]

L'11º Reggimento si compone di:

  • Comando di Reggimento
  • Compagnia Comando e Supporto Logistico "Sciara Sciat"
  • XI Battaglione bersaglieri "Caprera"
    • 1ª Compagnia fucilieri "Jamiano"
    • 2ª Compagnia fucilieri "San Michele"
    • 3ª Compagnia fucilieri "Nasiriyya"
    • Compagnia supporto alla manovra "Assaba"

Partecipazione alle operazioni svolte in teatro nazionale[modifica | modifica wikitesto]

L'11º Reggimento bersaglieri ha partecipato alle seguenti operazioni per il mantenimento dell'ordine pubblico e del controllo del territorio:

Partecipazione alle operazioni estere[modifica | modifica wikitesto]

L'11º Reggimento bersaglieri ha partecipato alle seguenti operazioni all'esterno del territorio nazionale:

  • Dal luglio al novembre del 2002 partecipa all'operazione Joint Guardian in Kosovo con la Brigata multinazionale Ovest nella località di Peć;
  • dal gennaio a maggio del 2004 è stato impegnato in Iraq nell'operazione Antica Babilonia inquadrato nella 132ª Brigata corazzata "Ariete" nell'area di Nasiriyya, dove è stato coinvolto in frequenti scontri a fuoco con irregolari; il 6 aprile 2004, l'occupazione dei ponti da parte di miliziani sciiti ha portato alla condotta dell'operazione Porta Pia durante la quale, con dodici feriti, ha riconquistato il controllo di due ponti occupati, costringendo successivamente i miliziani a ritirarsi anche dall'ultimo. Per tale atto viene concessa al reggimento la croce di guerra al valor militare;
  • dal settembre 2005 al gennaio 2006 ha partecipato, sempre inquadrato nella Brigata "Ariete", all'operazione Antica Babilonia 8;
  • dall'ottobre 2007 al maggio 2008, partecipa all'operazione Leonte 3, quale Task Force "ITALBATT 1" in Libano;
  • nel 2009 è stato rispiegato di nuovo in terra libanese nel periodo maggio-ottobre sempre come ITALBATT 1, nell'operazione Leonte 6;
  • da marzo a ottobre del 2011 è stato impegnato in Afghanistan nell'ambito della missione ISAF XVI. In tale contesto, sotto il comando della Brigata paracadutisti "Folgore", ha costituito la TF-C (Task Force Centre) con base a Shindand (provincia di Herat);
  • da marzo a ottobre del 2012 è stato impegnato in Kosovo nell'ambito dell'operazione Joint Enterprise, costituendosi come KFOR Operational Reserve Force.

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

Prima guerra mondiale[3]
  • Colonnello Giuseppe Barbiani, 24 maggio - 1º dicembre 1915;
  • colonnello Giovanni Beruto, 3 dicembre 1915 - 13 gennaio 1917;
  • tenente colonnello Giovanni Capoani, 19 gennaio - 15 febbraio 1917;
  • colonnello Gino Graziani, 10 marzo 1917 - fine ostilità.
Seconda guerra mondiale[2]
  • Colonnello Vincenzo Robertiello;
  • colonnello Guglielmo Mingo;
  • colonnello Michele Adabbo;
  • colonnello Lalli (1943).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Alla bandiere di guerra[modifica | modifica wikitesto]

Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918) (All'Arma di Fanteria).»
— 5 giugno 1920[6][7]
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per essersi particolarmente distinto per prove di mirabile valore e di esemplare fermezza nel fatto d'arme del 23 ottobre davanti a Tripoli.»
— 12 novembre 1911[6]
Medaglia d'argento al valor militare (concessa al Battaglione ciclisti) - nastrino per uniforme ordinaria
«Il suo battaglione Ciclisti fu primo a giungere in vetta al monte San Michele (Carso), che occupò e tenacemente mantenne fino a che il nemico soverchiante, con violentissimo fuoco, non riuscì a stremarne le forze. Carso 20-21 luglio 1915.»
— 1916[3]
Medaglia d'argento al valor militare (concessa al Reggimento) - nastrino per uniforme ordinaria
«In combattimento o in trincea fu costante esempio di valore, di tenacia, di saldezza. con slancio irresistibile, superare le munite trincee avversarie, conquistava di primo balzo le posizioni di Jamiano dando efficace contributo alla conquista della linea Flondar. Richiamo in linea dopo due giorni per fronteggiare un violentissimo attacco nemico, si gettava ancora nella lotta con audacia e abnegazione sublimi (novembre 1916-giugno 1917).[6]»
— 1920[3]
Medaglia d'argento al valor militare (concessa al Battaglione ciclisti) - nastrino per uniforme ordinaria
«Con indomita audacia ed irresistibile slancio irruppe nelle trincee nemiche q. 85 sino allora invano attaccate, mantenendole con tenace valore contro i furenti contrattacchi nemici pur con forza assottigliate dalla lotta sanguinosa (Monfalcone, 6 agosto 1916). Incaricato di aggirare la stretta di Serravalle, riusciva ad avere ragione di soverchianti forze nemiche fortemente trincherate, catturando prigionieri, mitragliatrici e cannoni (Monfalcone 6 agosto 1916 Revine Lago 30 ottobre 1918).»
— 1920[3]
Medaglia d'argento al valor militare (concessa al Battaglione ciclisti) - nastrino per uniforme ordinaria
«Assaltava con impeto eroico una fortissima posizione carsica aprendosi il varco nei reticolati, a prezzo di purissimo sangue in concorso con altri reparti, ne manteneva l'occupazione in tre giorni di epica lotta, malgrado i violenti bombardamenti e ritorni offensivi del nemico. Carso q.144 Monfalcone 14-15-16 settembre 1916.»
— 1922[3]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la bella prova di valore data dai battaglioni XXVII e XXXIII nel combattimento del 23 marzo 1913 ad Assaba.[6]»
Croce al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Reggimento bersaglieri della Brigata Ariete partecipava alla missione "Antica Babilonia 3" in Iraq inquadrato nell'Italian Joint Task Force. In tale contesto operava in una terra caratterizzata da persistenti conflittualità, oggettive difficoltà ambientali e in situazioni costantemente cariche di forti tensioni e diffusa instabilità. In particolare, a seguito di disordini in altri settori, la situazione in An Nasiriya degenerava in violente manifestazioni che, sfociate nell'occupazione dei tre ponti sul fiume Eufrate e in un crescendo di atti intimidatori e ostili, impedivano lo svolgersi delle attività vitali della città. In tale difficile e complesso contesto il reggimento riceveva il compito di intervenire per riconquistare i ponti e riprendere il controllo della città con un'operazione che sin dai momenti iniziali si rivelava delicata e pericolosa. Non appena raggiunti i ponti, l'unità veniva sottoposta a reiterate ed intense azioni di fuoco da parte di gruppi di guerriglieri appostati ovunque a difesa. Sprezzante del pericolo, il reggimento reagiva con determinazione e coraggio costringendo, dopo oltre tredici ore di combattimenti, gli elementi ostili ad abbandonare le posizioni e riacquisendo il controllo dei ponti. L'operazione veniva unanimemente apprezzata anche per la sua efficacia e la capacità di limitare, nonostante i prolungati e cruenti combattimenti, i danni collaterali nei riguardi della popolazione innocente. Straordinario esempio di unità coesa e fortemente motivata, che nella circostanza ha confermato indiscussa perizia professionale, coraggio, saldezza morale e chiarissime virtù militari elevando, grazie al valore dimostrato, il prestigio delle Forze Armate Italiane (Tallil-Iraq, 6 aprile 2004).»
— 8 aprile 2008[6]
Medaglia di bronzo al valore dell'esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«Interveniva prontamente nelle zone del Friuli devastate dal violento terremoto soccorrendo con generosità e con alto senso del dovere le popolazioni duramente colpite. Il soccorso prestato, che ha validamente contribuito a rendere meno gravi le conseguenze del disastro, ha riscosso l’apprezzamento e la gratitudine delle Autorità e della popolazione”. Friuli, 6 maggio 1976 - 30 aprile 1977.»
— 4 gennaio 1978[8]
  • Nel corso della prima guerra mondiale il Reggimento venne citato nel bollettino del Comando supremo numero 731 del 25 maggio 1917, mentre il battaglione ciclisti venne menzionato nel bollettino numero 440 del 7 agosto 1916 e nel bollettino numero 1274 del 9 novembre 1918.[3]
  • All'11 Reggimento bersaglieri è stata inoltre concessa la cittadinanza onoraria dei comuni di Vittorio Veneto (1998), Zoppola (2000), Trieste (3 novembre 2008, in ricordo dell'anniversario dello sbarco del reggimento)[9] e Casarsa della Delizia (19 marzo 2012).[10] Nel gennaio del 2015 in occasione del centenario del terremoto nella marsica la città di Lecce nei Marsi concede la cittadinanza onoraria.

Decorati[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del Reggimento ha uno scudo partito: il primo d'argento alla colonna spezzata su basamento, al naturale, accostata in capo da due silfi di rosso; il secondo d'azzurro ad un monte all'italiana d'oro di tre cime uscenti dalla punta, sormontato da due gemelle pure d'oro, ondate, poste in fascia. Il tutto abbassato ad un capo d'oro caricato del quartier franco d'azzurro alla palma fruttata d'oro (Tripoli), radicata su campagna verde.[11]

Come ornamento esteriore appare sullo scudo una corona turrita d'oro, accompagnata sotto da nastri annodati nella corona, scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda al lato dello scudo, rappresentativi delle ricompense al Valore. Vi è poi il nastro dai colori dell'Ordine militare d'Italia accollato alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro. Sotto lo scudo su lista bifida d'oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l'alto, compare il motto "Quis ultra?" (Chi oltre noi?).[11]

Insegne e simboli[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Reggimento è l'unico della specialità Bersaglieri ad indossare la cravatta rossa, elemento distintivo del 182º Reggimento fanteria corazzata "Garibaldi" di cui l'11º Battaglione bersaglieri faceva parte.[1]
  • Il Reggimento indossa il fregio dei Bersaglieri in metallo di colore oro per berretto e cappello, argento per il basco: bomba da granatiere con fiamma a sette lingue, cornetta da cacciatore simbolo della fanteria leggera e due carabine intrecciate. A differenza dei trofei delle altre armi, dove la fiamma sale dritta, quella del Bersagliere è sfuggente a destra.[12]
  • Le mostrine del Reggimento sono le fiamme a due punte di colore cremisi; originariamente erano dello stesso colore del fez, poi sono diventate più scure con l'introduzione delle mostrine metalliche. Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane. Contrariamente alle altre specialità della fanteria, non dà origine a famiglia di mostreggiature collegate.[13]

Persone legate al Reggimento[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f 11° Reggimento Bersaglieri - La storia, su esercito.difesa.it. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2012).
  2. ^ a b c d e f 11° Reggimento Bersaglieri, su regioesercito.it. URL consultato il 6 settembre 2013.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l 11° Reggimento, su frontedelpiave.info. URL consultato il 7 settembre 2013.
  4. ^ a b c d e f g II Brigata, su frontedelpiave.info. URL consultato il 6 ottobre 2013.
  5. ^ Attuale frazione di Doberdò del Lago.
  6. ^ a b c d e f 11° Reggimento Bersaglieri - Il medagliere, su esercito.difesa.it. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2013).
  7. ^ L'ordine militare venne assegnato a quasi tutte le unità di fanteria che parteciparono alla prima guerra mondiale
  8. ^ 11° Battaglione Bersaglieri “Caprera”, su quirinale.it. URL consultato il 6 settembre 2013.
  9. ^ Cittadinanza onoraria oggi ai bersaglieri, su gelocal.it, 3 novembre 2008. URL consultato il 6 settembre 2013.
  10. ^ L'11º Bersaglieri cittadino onorario, su esercito.difesa.it, 20 marzo 2012. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2012).
  11. ^ a b 11° Reggimento Bersaglieri - Lo stemma, su esercito.difesa.it. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2012).
  12. ^ Fregi - Bersaglieri, su esercito.difesa.it. URL consultato il 7 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013).
  13. ^ Mostreggiature - Bersaglieri, su esercito.difesa.it. URL consultato il 7 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2013).
  14. ^ Copia del foglio matricolare di Mussolini, su larchivio.com. URL consultato il 21 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2014).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]